Piacenza: martedì 5 ore 18 Carmelo Sciascia presenta il suo libro “Piacenza, le sue frazioni e altre storie”. Alla Galleria Biffi Arte, in via Chiapponi

In copertina: ‘La chiesa di Santa Maria Bambina a Bosco dei Santi’ (olio su tela di Carmelo) che nelle esposizioni d’accompagno alla presentazione di mie liriche mi piaceva definire ‘Notre Dame de Mortisse’

Prefazione

Come è noto agli studiosi, la Biblioteca Comunale Passerini Landi di Piacenza conserva tra le preziose opportunità di cultura lo “Schedario Rapetti”: migliaia di schede divise per personaggi e argomenti piacentini di rilievo, raccolti e catalogati dallo studioso prof. Attilio Rapetti dal 1894 (appena ventenne) e proseguite sino alla sua scomparsa avvenuta nel 1962. Penso che in un virtuale proseguimento di questo schedario frutto di scelte meditate e di ritagli di articoli pubblicati negli ultimi decenni, ampia memoria sarebbe riservata alle cronache, riflessioni, approfondimenti, recensioni di libri e di film, note su fatti culturali, sociali e politici pubblicati da Carmelo Sciascia, il Piacentino di Sicilia che sa raccontare e commentare, in modo erudito e puntiglioso, avvenimenti anche geograficamente lontani ma culturalmente annodati. Anche in questa sua nona raccolta di saggi e osservazioni su episodi di vita cittadina, siciliana e nazionale, Carmelo non compie una mera opera di raccolta-assemblaggio, ma offre principalmente un reportage sul nostro territorio, parlando di economia, di cinema, del Sessantotto, anticipa il flop della candidatura di Piacenza a capitale della Cultura; ci conduce attraverso storia e attualità alla conoscenza delle frazioni di Piacenza, evidenzia le carenze dell’amministrazione civica riguardo al patrimonio culturale della città con precisi riferimenti alle vestigia dei Farnese ed altro ancora. Si tratta di articoli pubblicati indifferentemente su giornali cartacei e su giornali on line, a smentire la convinzione di chi sostiene che ci sia un abisso di stile tra lo scrivere per il web e lo scrivere per la carta stampata. La scrittura Web, si afferma, deve essere sintetica, rapida, chiara. Il web ama i periodi brevi, la punteggiatura ‘scattosa’. Mentre in un romanzo siamo abituati a comprendere il senso del racconto durante la lettura delle ultime pagine del racconto, come nel giallo a scoprire il nome del colpevole, sul web invece lo dobbiamo dire subito, magari già nel titolo stesso. E’ la tecnica della “piramide rovesciata”: la notizia più importante nel primo paragrafo dell’articolo e man mano che il testo scende gli approfondimenti. C’è sicuramente del vero in queste affermazioni, ma è altrettanto vero che l’abito non fa il monaco e, negli scritti di Sciascia, c’è l’abito e c’è il monaco. Le parole sono parole dopotutto; se un testo è scritto bene, il mezzo non fa la differenza. Gli elementi di base della buona scrittura sono gli stessi: una buona grammatica, un buon lessico e una buona idea aiutano il lettore ad arrivare comunque al termine del testo. La prosa di Carmelo comunica sempre un messaggio interessante. Per questo è seguita dai lettori tradizionali della carta stampata, così come dai lettori on line, anche dai meno propensi a leggere testi particolarmente lunghi. La sua firma indica un felice luogo al quale approdare per scoprire che intelligenza e buona educazione esistono nella carta stampata così come nello sconfinato universo della rete.

Renato Passerini, giornalista

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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