“Nella lontana pianura di Polonia (nel limbo azzurrognolo ove nazisti immettono gas nelle camere con le docce finte)”, lirica della memoria di Claudio Arzani (Non un solo giorno)

Disegno esposto al museo di Auschwitz che rappresenta la selezione delle donne condannate alla camera a gas

Plumbeo il cielo, alito di vento
accarezza il manto erboso,
brilla argentea bianca rugiada

tra le traversine delle rotaie.

 

Linea ferroviaria all’uopo dedicata
gelido autunno, il fiato condensa
sulle garritte all’erta sentinelle
atteso convoglio con i carri chiusi.

 

Pronto l’ufficiale addetto alla selezione
manovratore attende allo scambio
alito di vento, plumbeo il cielo
sinti ed ebrei stipati nei carri.

 

Partiti di notte strappati dalle case
dai lupi affamati della Gestapo
caricati sul convoglio, le valigie di cartone
su ciascuna il nome, per non fare confusione.

 

Gracchia al cielo l’altoparlante
schnell, schnell,  ma senza confusione
onde consentire ordinata selezione
a sinistra gli storpi,  alla destra i lavoranti.

 

Lasciare sui carri l’odore di piscio
escrementi dolore e sudore
la meta imposta è giunta alfine,
sulla torre sventola croce uncinata.

 

Alle finte docce deboli e debosciati
alle baracche in catene idonei al lavoro
plumbeo il cielo, alito di vento,
odore di gas, fumo alle ciminiere.

 

Oswiecin campo di Birkenau
problema superato, avvio allo sterminio
nessun aquilone, nessun bianco airone
sulla torre incombe nera croce uncinata.
Un giorno delle donne prigioniere, disegno di Mieczysław Kościelniak (Auschwitz-Birkenau State Museum)

Lirica pubblicata in ‘Scendea fischiando feroce sorella mortedi Claudio Arzani e Fausto Chiesa con illustrazioni di Edoardo Arzani, Scritture edizioni, 2015

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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