Plumbeo il cielo, alito di vento
accarezza il manto erboso,
brilla argentea bianca rugiada
tra le traversine delle rotaie.
Linea ferroviaria all’uopo dedicata
gelido autunno, il fiato condensa
sulle garritte all’erta sentinelle
atteso convoglio con i carri chiusi.
Pronto l’ufficiale addetto alla selezione
manovratore attende allo scambio
alito di vento, plumbeo il cielo
sinti ed ebrei stipati nei carri.
Partiti di notte strappati dalle case
dai lupi affamati della Gestapo
caricati sul convoglio, le valigie di cartone
su ciascuna il nome, per non fare confusione.
Gracchia al cielo l’altoparlante
schnell, schnell, ma senza confusione
onde consentire ordinata selezione
a sinistra gli storpi, alla destra i lavoranti.
Lasciare sui carri l’odore di piscio
escrementi dolore e sudore
la meta imposta è giunta alfine,
sulla torre sventola croce uncinata.
Alle finte docce deboli e debosciati
alle baracche in catene idonei al lavoro
plumbeo il cielo, alito di vento,
odore di gas, fumo alle ciminiere.
Oswiecin campo di Birkenau
problema superato, avvio allo sterminio
nessun aquilone, nessun bianco airone
sulla torre incombe nera croce uncinata.
Lirica pubblicata in ‘Scendea fischiando feroce sorella morte‘ di Claudio Arzani e Fausto Chiesa con illustrazioni di Edoardo Arzani, Scritture edizioni, 2015