“Odio gli sbirri”, romanzo giallo di Ed McBain, Einaudi editore, ristampa 2017

Ritrovare in libreria in edizione superlux un romanzo giallo di Ed McBain, natali Salvatore Albert Lombino: una gradevolissima sorpresa e l’occasione fa il lettore affezionato ghiotto. Addirittura questo ‘Odio gli sbirri‘, prima edizione anno 1956, segna il debutto dell’ispettore Carella per cui l’acquisto è stato d’obbligo e la lettura di grande soddisfazione, sia per l’intreccio tra indagini e caratterizzazioni personali dei protagonisti dei quali seguiamo quotidianità, speranze, amori, gusti culinari, sia per il finale decisamente d’impatto e sicuramente inatteso. Un assassino misterioso uccide i poliziotti dell’87° Distretto. Colpisce quando sono piú indifesi, a casa, fuori dal lavoro, alla fine del turno. Quando, insomma, sono uomini come tutti. Siamo nel luglio del 1956 (anno di uscita del romanzo), si suda per l’ondata di caldo e, prima di iniziare il turno di notte, un detective viene ucciso con un colpo di calibro 45 alla schiena. Ma purtroppo non si tratta di un caso isolato. Mentre parte un’indagine con Steve Carella e il collega Hank Bush brancolanti nel buio, sulla soglia di casa, ancora con un colpo alla schiena, cade David Foster e, pochi giorni dopo, ecco il turno di Bush. Ed ora? Tocca a Carella, guardarsi le spalle ma soprattutto tenersi pronto a difendere chi più gli sta a cuore. Consigliatissimo per chi ama il genere giallo: non lasciatevi sfuggire questa pietra miliare del genere ricordando che McBain (pseudonimo utilizzato per i polizieschi da Evan Hunter alias Salvatore Lombino), centinaia di romanzi scritti, è stato l’autore della sceneggiatura originale del film ‘Gli uccelli‘ di Alfred Hitchcock. Questione di qualità.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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