“Odessa Rivelazioni #2 – Il coraggio di cambiare” La recensione che ha emozionato Edoardo (per tacer del babbo, Arzyncampo)

La recensione in ‘senzalinea.it’ del numero di Odessa con i colori di Edoardo

Prosegue la seconda stagione della serie science-fantasy firmata Bonelli Odessa Rivelazioni, con il secondo albo da poco approdato nelle edicole e fumetterie con il titolo Il coraggio di cambiare, abbastanza emblematico e rappresentativo non della sola storia in esso inclusa, ma del progetto Odessa nel suo insieme.
Seppur collegati da una stretta continuity, infatti, ciascuno degli albi fino ad ora pubblicati fa storia a sé soprattutto per l’impianto grafico, grazie all’avvicendarsi di artisti dal tratto sempre diverso ma anche in virtù di un approccio ad ogni singola puntata mai uguale a quanto visto in precedenza. Storie più intimiste si sono alternate ad altre nelle quali era l’azione a fare da traino, cercando di presentare tutti i diversi dettagli di un universo eterogeneo e multiforme, con uno sforzo evidente da parte della Bonelli e dei creatori di questa serie Davide Rigamonti e Mariano De Biase, e con il conseguente pregio di proporre ogni mese spunti grafici interessanti e tutti da gustare.
Per Il coraggio di cambiare il soggetto e la sceneggiatura sono opera di Giuliano Ramella, un nome che  lettori di Nathan Never già hanno sentito spesso, ma con la consueta collaborazione e rielaborazione narrativa da parte di Davide Rigamonti. Il tutto per una storia che ci guida all’esplorazione dei confini estremi della Nuova Odessa cristallizzata nel tempo dopo che è avvenuta la Fusione, che qui cerchiamo di sintetizzare avvertendovi della presenza di possibili spoiler.

Dopo una introduzione di poche pagine ambientata ai tempi della Fusione e propedeutica come vedremo agli sviluppi della trama, entriamo in un struttura con situazione iniziale canonica basata sul do ut des. La specie aliena dei Kualif ha bisogno del supporto scientifico della dottoressa Kozlova e del suo team per continuare a sopravvivere nelle dure condizioni di Nuova Odessa, che rendono sempre più difficile distillare il composto naturale dal quale sono dipendenti, il Mordrum. In cambio, ha da proporre un componente essenziale dell’arma in costruzione per contrastare l’imminente ritorno degli Ignoti. Lo scambio è reso più complesso del solito dalla personalità aspra e ruvida dei Kualif, dalla tendenza al doppio gioco di alcuni di essi, stanchi di vivere sotto una dittatura, e dalla bramosia di potere di altri loro esponenti: sono questi ultimi ad assoldare Huus, appartenente alla specie dei Dillnab, i sicari e mercenari cosmici incontrati nelle tavole introduttive, oggetto di una atroce strage subito dopo la fusione. Huus cerca la sua personale vendetta ed è a un passo dal trovarla, ma viene fermato giusto in tempo dal Custode, una figura affascinante e suggestiva introdotta in questa storia e che fa ben sperare anche per il futuro della serie perché la arricchisce di un elemento quasi mistico, ed in coerenza con la sua contaminazione fantasy.

Il taglio narrativo di questo albo è avvincente, oseremmo quasi definirlo cinematografico per il continuo susseguirsi di scene movimentate e di azione intervallate da brevi intermezzi riflessivi (il legame psichico tra Yakin e Mozok aiuta sempre molto nel rendere coinvolgenti alcuni dei passaggi) e da flashback: durissimo e toccante, ma graficamente reso con tavole di magistrale bellezza, quello relativo all’eccidio dei Dillnab.
Cambiare, evolversi, scegliere nuove strade da percorrere o affrontare quelle conosciute sconfiggendo le proprie paure e i pregiudizi della società: in questo messaggio sta la forza narrativa di questa storia e di Odessa, a dispetto di chi reputa la fantascienza un genere di secondo piano e incapace di veicolare impressioni costruttive. Proprio architettare mondi differenti dal nostro inserendo però al suo interno temi di stretta attualità permette alla fantascienza di mostrare il possibile cambiamento, presentando come reali delle situazioni fantastiche e spingendo alla riflessione sugli errori del passato da non ripetere.

Le tavole di Il coraggio di cambiare sono opera di Pier Nicola Gallo, e anche in questo caso si tratta di una vecchia conoscenza per i lettori di Nathan Never e di Legs Weaver: l’universo alieno ai confini di Odessa e le multiformi specie vengono rese con dei disegni ricchissimi di dettagli e dalla forte impronta realistica che quasi ci fa entrare nelle vignette a combattere con i protagonisti, a stretto contatto con le specie aliene. Il merito va riconosciuto anche ai particolarissimi colori di Edoardo Arzani, che ammantano tutte le pagine di ulteriore realismo e ci offrono un mondo non facile da analizzare, complesso e intricato, ma usando una lente di decodifica che trasforma alcuni passaggi in autentici affreschi.
La sensazione di una vicenda narrata con toni, ritmi e tecniche prese in prestito dal grande schermo viene rafforzata dalla copertina ancora una volta pennellata dal bravissimo Mariano De Biase: dandole un’occhiata, la si potrebbe tranquillamente prendere per la locandina di un film!

uscita: 28/12/2019
Formato: 16×21 cm, colore
Pagine: 96
Soggetto: Davide Rigamonti, Giuliano Ramella
Sceneggiatura: Davide Rigamonti, Giuliano Ramella
Disegni: Pier Gallo
Copertina: Mariano De Biase
Colori: Edoardo Arzani

Edoardo Arzani

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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