Novità letterarie da InfiniteStorie.it (15/13) con il saluto al capo della sinistra delle banane, Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano, comunista, rieletto Presidente della Repubblica. Un Papa stanco e onesto se n’è andato. Un Presidente anziano e borsone raddoppia e non se ne va manco morto. Poltrona ATTAK.

Per tutti

* Il silenzio ingannevole della nebbia * di Mechtild Borrmann (Ed. Garzanti, trad. di Sara Sullam, pp. 208, euro 14,90). Se c’è una cosa che Robert ha imparato, nella sua vita di giovane medico, è a non smettere mai di farsi domande. Eppure, c’è una risposta che non è mai riuscito a ottenere. La risposta ad anni di impenetrabili silenzi e incomprensioni con suo padre. Ma adesso che lui non c’è più, forse è arrivato il momento di scoprire la verità. Robert ha appena trovato un passaporto ricoperto di sangue: appartiene a Wilhelm Peters, un agente delle SS. Robert conosce questo nome, è l’uomo a cui il padre ha rubato l’identità per fuggire dal nazismo. Accanto al passaporto c’è il ritratto di una giovane donna dagli occhi di ghiaccio. Robert non l’ha mai vista, ma sente che quella figura dal fascino misterioso conosce quello che il padre gli ha nascosto per tutta la vita e vuole scoprirlo a ogni costo. Soltanto così può far luce sulle ombre che hanno offuscato il loro rapporto. Seguendo le fila di un passato che non gli appartiene, Robert intraprende un viaggio per l’Europa, dal Canada alla Spagna, fino a quando non trova un nome: Therese Peters. È lei la donna della foto. È ancora viva e si è trasferita a Maiorca sotto una falsa identità per sfuggire al peso del suo oscuro passato. Perché Therese è una nazista che si è macchiata di orribili colpe. I suoi ricordi hanno il colore del sangue di vittime innocenti. Robert deve rintracciarla: la donna è l’unica che può sciogliere i suoi dubbi. Soltanto lei conosce il vero volto di suo padre.

Voglio un vecchio cancellino, scrivere sulla lavagna col gesso bianco NAPOLITANO e alla svelta d’un colpo spazzarlo via. Sogno d’una notte di Primavera

Per gli appassionati del genere “Cultura”

* Rita Levi-Montalcini: aggiungere vita ai giorni * di AA.VV. a cura di Raffaella Ranise e Giuseppina Tripodi (Ed. Longanesi, pp. 132, euro 12,90). Rita Levi-Montalcini è stata non soltanto una grande scienziata, ma anche una divulgatrice appassionata, una strenua combattente per i diritti femminili, una donna attenta alla cultura, alla politica e alla società. È stata insomma una grande umanista, convinta che la scienza dovesse essere al servizio dell’umanità. Decisa a non concentrarsi esclusivamente sulla propria professione ma a mostrare la propria sensibilità amando ogni aspetto della vita, si è dedicata al prossimo attraverso la fondazione che porta il suo nome e che si occupa di diffondere l’istruzione femminile in Africa. Il pensiero di Rita Levi-Montalcini è sintetizzato in una sua preziosissima testimonianza, una delle ultime che ci ha lasciato poco prima di morire e che è pubblicata in questo libro insieme ai contributi di altre illustri donne italiane (Carla Accardi, Biancamaria Bosco Tedeschini Lalli, Chiara Castellani, Nicoletta Conti, Mariella Devia, Micol Fontana, Carla Fracci, Margherita Hack, Maria Luisa Spaziani).

* Il quadro nero * di Jacek Dehnel (Ed. Salani, pp. 252, euro 14,90). Francisco Goya, una leggenda vivente, una personalità esplosiva, pittore acclamato presso le corti reali di tutta Europa, ma agli occhi del suo unico figlio Javier un mostro gaudente, un egoista che vive soltanto per l’arte, incapace di dare amore a chi lo circonda. Tre diverse voci, intrecciate tra loro, narrano in questo romanzo gli ultimi anni di vita del grande pittore spagnolo, fuggito in esilio a Bordeaux con la sua ultima amante, Leocadia e la figlia di lei, Rosario. Ascoltiamo così Francisco, Javier e Mariano – padre, figlio e nipote – uniti e separati dall’arte e da sentimenti confusi d’affetto, di rabbia, di rivalità. Francisco a Bordeaux dipinge e soffre per l’assenza di Javier, che da Madrid lancia le sue accuse contro un padre colpevole di aver sempre represso le sue passioni, di averlo costretto a un matrimonio non voluto, di aver forse, addirittura, insidiato sua moglie, fino a farlo dubitare della paternità di Mariano, che dal canto suo idolatra il nonno. Nemmeno la morte di Francisco riesce a spezzare questo claustrofobico e inquietante microcosmo. E su tutto aleggiano, terribili e bellissime, le “Pitture nere” della Quinta del Sordo – tra le quali spicca quel Saturno che divora i suoi figli che molto può spiegare di un rapporto impossibile – e che sono oggetto di una incredibile, sconvolgente rivelazione finale, un colpo di scena degno di un thriller.

Napolitano ha inventato Drakumonti e Jena Fornero, dato ossigeno a Berluscone mascalzone eppure insiste! Da buon capo della sinistra comunista, quella delle banane

Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”

* Adesso hai paura * di Jaye Ford (Ed. Corbaccio, trad. di Lucia Corradini Caspani, pp. 450, euro 18,60). Quando Livia Prescott riesce a mettere in fuga un uomo mascherato che l’ha aggredita in un parcheggio deserto, i giornali locali esaltano il suo coraggio e la sua forza. E dopo un anno difficile, il padre malato, una precaria situazione lavorativa e un matrimonio andato a rotoli, è bello per lei sentirsi di nuovo pronta ad affrontare le sfide della vita. Però, mentre la polizia approfondisce le indagini allargando la cerchia dei sospetti, Liv incomincia a ricevere messaggi minacciosi che corrodono la sua ritrovata fiducia in se stessa. Qualcuno, evidentemente, l’ha presa di mira e ha deciso di distruggerla. Ma si tratta di uno sconosciuto o di qualcuno che lei conosce, magari molto vicino a lei? In sostanza, c’è ancora qualcuno di cui si possa fidare? E quando anche suo figlio e i suoi amici vengono presi di mira dallo stalker, con conseguenze terribili, la scelta diventa molto semplice: combattere fino all’ultimo o rischiare di perdere le persone che ama di più al mondo.

* Ombre sul lago * di Cocco & Magella (Ed. Guanda, pp. 316, euro 17,50). Sulle montagne sopra il lago di Como, durante i lavori di costruzione di una nuova strada verso il confine svizzero, vengono alla luce dei resti umani. A chi appartengono? Quale identità si nasconde dietro la misteriosa sigla K.D. ritrovata su un porta-sigarette d’argento? E come è coinvolta in tutto questo la potente famiglia Cappelletti, trincerata nella sua villa e nel suo immenso giardino? L’indagine è affidata al commissario Stefania Valenti, quarantacinquenne, separata, con una figlia di undici anni, ostacolata perché donna, ma molto più determinata e in gamba di tanti suoi colleghi maschi. Tra svolte che si succedono come in un dispositivo a orologeria, sempre accompagnate dal vento leggero di Breva, le ricerche affondano a poco a poco nel passato, quando sulle rive del lago transitavano clandestinamente persone e cose: contrabbandieri, disertori, partigiani, agenti segreti, membri della Gestapo, ebrei in fuga, e quadri, oggetti preziosi, denaro. Perché è qui, ben nascosta, che c’è la soluzione del caso. Una doppia indagine che illumina un presente gravato da intrighi famigliari e pressanti ricordi e insieme un brano cruciale della Storia italiana.

Bersani, un grande sincero abbraccio ma onestamente ha fatto troppi errori. Un consiglio dunque: non far come Napolitano. Pensionati, con dignità, almeno tu

Per gli appassionati del genere “Sentimenti”

* L’ultima estate a Deyning Park * di Judith Kinghorn (Ed. Nord, trad. di Francesca Toticchi, pp. 398, euro 16.60). L’estate è la stagione più bella a Deyning Park. È come se la grande tenuta della famiglia Granville si risvegliasse dal torpore invernale per prepararsi a ospitare balli eleganti e ricevimenti sfarzosi. Anche per la giovane Clarissa l’estate è una stagione di rinascita; dopo mesi di solitudine, lei può finalmente riabbracciare i fratelli e godere di una nuova, inaspettata compagnia: quella di Tom, l’affascinante figlio della governante che, grazie all’intervento di un misterioso benefattore, ha potuto iscriversi all’università. Dapprima intimidita da quel ragazzo così taciturno e rispettoso del proprio ruolo – stare sempre un passo indietro e assistere alla vita dei Granville da dietro le quinte -, Clarissa a poco a poco stringe con lui una profonda amicizia, che poi sfocia in un grande amore. Un grande amore segreto, perché è chiaro che i suoi genitori non lo approverebbero mai. Ma Tom è ambizioso e determinato, e le fa una promessa solenne: una volta terminati gli studi, si trasferirà a Londra per esercitare la professione di avvocato e, non appena sarà diventato abbastanza ricco da colmare il baratro che lo separa dai Granville, chiederà la sua mano. Il destino, però, volta loro le spalle. Non soltanto qualcuno scopre la loro relazione clandestina, ma è il 1914, e quella sarà l’ultima estate di felicità a Deyning Park. Come una tempesta, la guerra si abbatterà sull’Inghilterra, spazzando via i sogni di Clarissa e le aspirazioni di Tom, la fortuna dei Granville e l’innocenza della giovinezza.

* Sognando Park Avenue * di Tinsley Mortimer (Ed. tre60, trad. di Francesca Frulla, pp. 342, euro 9,90). Bella, solare e spigliata, Minty Davenport è la tipica brava ragazza del Sud degli Stati Uniti. Ma la vita di provincia le è sempre stata stretta e, fin da piccola, sfogliando montagne di riviste di moda e di gossip, ha sognato di vivere nella sfavillante New York – il cuore pulsante del mondo fashion -, di passeggiare lungo Park Avenue, di fare shopping nei negozi più chic della 5th Avenue e di dormire al mitico Hotel Plaza. E, ora che il suo ragazzo le ha chiesto una maledetta “pausa di riflessione”, lei ha deciso: è giunto il momento di provare a realizzare quel sogno. Non appena si trasferisce nella Grande Mela, Minty partecipa a una cena di beneficenza insieme a una sua vecchia conoscenza dell’università e, all’improvviso, la sua vita diventa esattamente come l’ha sempre desiderata: frenetica, caotica e senza respiro. In quell’occasione così esclusiva, infatti, i paparazzi la immortalano e le sue fotografie finiscono sulle prime pagine delle più importanti riviste di gossip, lanciandola come nuova icona di stile. Nel giro di poco, il suo nome è sulla bocca di tutti, lei diventa l’assistente della PR più potente – e dispotica – di New York e conquista persino il cuore di Tripp du Pont, lo scapolo più conteso della città. Ma dove risplende la luce si nasconde anche l’ombra: quando iniziano a circolare strane voci su un oscuro segreto che riguarda Tripp, Minty capirà di dover scegliere che tipo di donna vuole davvero essere.

E domani Napolitano ci racconterà i limiti del suo secondo settennato: primo, era l’unico modo per riesumare Berluscone, secondo deve portare Alfano l’incapace a fare il vicepresidente e terzo inevitabilmente dare un ministero a d’Alema, da troppo tempo comunista senza potere

Per gli appassionati del genere “Letteratura al femminile”

* Estasi * di Anne Rice (Ed. Longanesi, trad. di Sara Caraffini, pp. 242, euro 14,90). Dopo il Castello e le sue dolci e terribili punizioni, la principessa Bella, che il Principe ha risvegliato da un lungo sonno e avviato a una raffinata e perversa educazione sessuale, ha conosciuto i rigori e le asprezze del villaggio, dove è riuscita comunque a trovare il piacere e la passione. Ma nuove, più sconvolgenti esperienze erotiche l’attendono nella sua ultima avventura. Rapita sulla spiaggia insieme a Tristano e Laurent da uomini misteriosi, Bella viene trasportata su una nave in lidi lontani, al palazzo del Sultano. Qui, nella sensuale penombra dell’harem, tra profumi esotici, morbidi cuscini e splendidi arazzi, Bella e i suoi compagni di avventura incontreranno uomini dal fascino inquietante, donne dal volto velato e lo sguardo voluttuoso, che apriranno loro le porte su piaceri estremi ancora sconosciuti. Una sola condizione, un solo limite: qui sono considerati semplici giocattoli sessuali, senza cuore né anima. Ma nulla può piegare la forza di Bella, capace di farsi dominatrice anche nelle situazioni più difficili, schiava in grado di dare e ricevere piacere senza alcuna inibizione.

Un uomo e un politico con un minimo di dignità capirebbe e se n’andrebbe immediatamente, farebbe non uno ma cento passi indietro. Napolitano se ne guarda bene, non è nemmeno in grado di capire la piazza e il popolo

Per gli appassionati dei generi “Storie vere” e “Montagna”

* Everest 1953 * di Mick Conefrey (Ed. Corbaccio, trad. di Paola Mazzarelli e Gianfranco Petrillo, pp. 342, euro 19,90). 2 giugno 1953: mentre la Gran Bretagna festeggia l’incoronazione di Elisabetta II, i media diffondono le prime notizie su un altro avvenimento epocale: la conquista dell’Everest, la montagna più alta della Terra. Il neozelandese Edmund Hillary e lo Sherpa Tenzing Norgay sono i primi uomini a salire sul tetto del mondo, grazie a una spedizione perfettamente riuscita sotto la guida del colonnello John Hunt. A sessant’anni da questa straordinaria impresa, Mick Conefrey ricostruisce, attraverso documenti inediti e interviste di prima mano con i protagonisti, le vicende che portarono al successo inglese. E rivela tutti i retroscena, le crisi e le polemiche – sia in parete che in patria – che nessuno ha mai raccontato: dalla ricerca rocambolesca dei finanziamenti alla ribellione degli Sherpa, dalle condizioni meteo avverse all’ostilità della stampa nazionale. E Conefrey rimette nella giusta prospettiva oltre alle grandi capacità organizzative unite a un carattere accomodante e a un sano spirito patriottico del colonnello Hunt, anche le personalità rimaste più in ombra nei resoconti ufficiali, come Eric Shipton, l’enigmatico “Mr Everest” a cui fu negata la guida della spedizione, o Tom Bourdillon e Charles Evans, che dovettero rinunciare a cento metri dalla vitta. Grazie alla sua appassionata ricerca tra le lettere, i diari e i ricordi dei protagonisti di allora, Conefrey ha scritto un libro intenso ed emozionante su una delle pagine più epiche dell’alpinismo di tutti i tempi.

Il gran regista che nell’ombra ha manovrato per seppellire il P.D. di Bersani con scartamento a sinistra. Il comunista dell’inciucio come strumento di conservazione del potere e il potere (economico) si sa non l’hanno nè Grillo nè Vendola e neppure Bersani. Ce l’ha Berluscone mascalzone. Da lì la necessità dell’inciucio e dell’elezione di Napolitano

Per gli appassionati del genere “Attualità”

* Come cambiare il mondo (se il mondo non ti piace) * di John-Paul Flintoff (Ed. Guanda, trad. di Simona Sollai, pp. 174, euro 13,50). “Il mondo ha un disperato bisogno di essere migliorato”. Ma troppo spesso ci sentiamo scoraggiati, delusi, incapaci di muovere un passo. E ci rassegniamo all’idea che cambiare il mondo sia difficile, o persino impossibile. Promuovere attivamente il cambiamento, però, farebbe bene non soltanto al mondo e agli altri, ma anche a noi stessi: in nome di un attivismo che rievoca la “saggezza pratica” aristotelica e insieme il più tipico pragmatismo britannico, John-Paul Flintoff ci chiede di attingere alle nostre innate riserve di coraggio, empatia e creatività, e di agire. Non è necessario essere carismatici, come i personaggi che hanno letteralmente segnato la nostra storia, per esempio il Mahatma Gandhi o Nelson Mandela, basta fare qualcosa, anche un solo gesto, per dare inizio al cambiamento. L’autore vuole dimostrare che la trasformazione autentica parte dagli individui e dalle cose concrete. Non si tratta – non sempre, almeno – di affrontare momenti epocali come la rivendicazione dei diritti civili, la lotta al razzismo o i negoziati di pace tra le nazioni. Sono proprio le piccole azioni quotidiane a innescare il cambiamento più vero e duraturo, e il loro valore non è inferiore alle grandi lotte sociali. Basta darsi da fare, un passo dopo l’altro.

Fine d’un sogno nato male e continuato peggio

Per gli appassionati del genere “Ragazzi”

* Un asino a strisce * di Giorgio Scaramuzzino e Gek Tessaro (Ed. Salani, pp. 64, euro 7,90). Talal è un bambino di otto anni. Aidha è una zebra di età indefinita. Nidal è il vecchio guardiano di un piccolo zoo. La storia esemplare di un’amicizia profonda che neanche la guerra riesce a scalfire. Una grande prova d’amore, un uomo che rischia tutto ciò che ha per ricominciare, e per dire al mondo che la felicità e la speranza sono sempre possibili, anche sotto le bombe.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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