“La rinascita oltre covid: con ‘Nelle fauci degl’Agnelli’ a Monticelli domenica 25 alla festa dell’A.N.P.I.” Resoconto di una carezza per l’anima.

Emozionante, una carezza per l’anima tra tante problematiche da covid e post covid, un momento di presente proiettato su un futuro di rinascita. Mi riferisco alla serata di domenica a Monticelli d’Ongina, nel contesto dell’iniziativa “Resistenza in festa”. In dialogo e confronto con Mario Miti, Presidente della locale sezione A.N.P.I., si è presentato il mio libro-testimonianza “Nelle fauci degl’Agnelli” (Pontegobbo edizioni). Pensato come “saluto” in occasione del mio pensionamento, ultimo giorno di dipendenza dall’ausl Piacentina il 1° maggio 2020, bozza consegnata all’editore a febbraio che via mail me la tornava per la correzione definitiva ad aprile. Mentre ero ricoverato a Castel San Giovanni in fase di riabilitazione post covid, praticamente immobile a letto, con la mente ancora divagante dopo un mese di incoscienza. Impossibile mettere mano al file. Ma comunque il progetto, quanto ai tempi, era saltato. Il 2 maggio, primo giorno di pensione, ero ancora tra le quattro mura della stanza ospedaliera, nessun saluto a colleghi e colleghe, unica “festa” quel sorbetto al limone che Paola Fedele Baker, un’infermiera del reparto, ha pensato di portarmi a sorpresa.

Il Grande Placido Fiume a Monticelli d’Ongina (Pc)

Il 17 giugno finalmente il ritorno a casa e, nei giorni a seguire, la revisione finale delle bozze, l’invio all’editore ovvero alla mia referente, Daniela Gentili, rappresentante insieme alla madre, Bruna Boccaccia, della Pontegobbo edizioni. Pochi giorni e la stessa Daniela si dice pronta alla stampa con annesso invito alla presentazione ipotizzabile in occasione della consueta Settimana della letteratura che tradizionalmente viene organizzata in agosto in collaborazione con il Comune di Bobbio. In un primo tempo accetto con entusiasmo, poi Dalila mi riporta alla realtà: “ma come pensi di andare a Bobbio, 45 km in auto quando non riesci a sopportare un viaggio fino all’edicola più vicina?”. Tutto a monte, dunque, sempre per problemi legati al post covid. Salta la stampa ad agosto, salta la stampa a settembre e, per il disguido di una mail finita nel gruppo degli spam, salta la stampa ad ottobre. Ma alfine, pur tra qualche perplessità di Daniela (dopo l’estate dei mojito e dei cattivi profeti e maestri, con i primi freddi il virus torna a mordere, inizia la “seconda ondata“), a novembre si entra in stampa e, poco prima della fine del mese, “Nelle fauci degl’Agnelli” è pronto, inizia la distribuzione nelle librerie e nei siti letterari di vendita.

Maria Dallavalle, rappresentante della biblioteca comunale, introduce

Non so se sia il virus che se n’accorge e decide di mettere ancora una volta un freno alla diffusione. Pochi giorni e il governo, a tutela della sicurezza e della salute, con un nuovo DPCM dispone tra l’altro il divieto di manifestazioni culturali al chiuso in presenza di pubblico. Faccio appena in tempo, nell’ultimo giorno d’apertura, a visitare la mostra d’arte con le opere di Giorgio Milani poi tutto chiuso fino a giugno 2021. Certo, entro Natale riesco a portare il libro come “saluto” ad un centinaio di ex colleghi e colleghe di lavoro grazie alla collaborazione di alcune amiche volontarie (il mio peregrinare di persona per uffici e reparti ospedalieri con elevato rischio di ricaduta nel contagio è assolutamente da evitare, come ribadiscono Dalila, figli e nuore, Elettra in testa, nella vita di professione infermiera). Certo, dopo alcuni passaggi informativi rispetto agli oltre 500 amici e contatti “piacentini” attraverso facebook, nelle librerie piacentine (la Romagnosi, la Fahrenheit, la libreria dell’Ipercoop) si registra una discreta richiesta che comunque resta poca cosa rispetto alle presentazioni in presenza. Poco cambia con un’intervista realizzata dalla Direzione dell’Ipercoop e trasmessa attraverso i canali internet della stessa.

Mario Miti, presidente sezione A.N.P.I. e l’autore Claudio Arzani

Stesso risultato con gli articoli pubblicati dai quotidiani on line ILPiacenza e info24Vercelli nonché dal quotidiano cartaceo locale Libertà (un bell’articolo a firma di Eleonora Bagarotti). Laddove manca il rapporto diretto, il confronto, l’interlocuzione personalizzata, lo scambio di idee, diventa difficile per quanto mi riguarda, nella mia veste di modesto scrittorucolo di provincia, convincere ad un “lungo viaggio” fino alla libreria e alla motivazione dell’acquisto certo. Anche un amico di vecchia data, come Ottavio Torresendi, mi scrive che sarà in prima fila, ma solo quando ci sarà la presentazione pubblica, che sarà quando il covid e il nostro stato di salute la permetterà. Cosa avvenuta in realtà subito al parziale venir meno dei divieti, con l’arrivo del bel tempo, del caldo e la conseguente diminuzione di contagi e decessi, per l’esattezza entro fine giugno 2021. Diciamo un “assaggio” con una presenza d’un paio d’ore in … vetrina in libreria (alla Fahrenheit in via Legnano) e la possibilità di ricevere ospiti uno alla volta, scambiando opinioni e chiacchiere proponendo libro e idee.

Il pubblico intervenuto alla presentazione di “Nelle fauci degl’Agnelli”

No, no, così non s’ha da fà”, pare abbia commentato il solito virus venuto a conoscenza di altri progetti in programma tra i quali un’iniziativa a Gropparello in luglio: un batterio contratto tra marzo e aprile 2020 per le cure salvavita ricevute in rianimazione e in terapia intensiva, rimasto dormiente ma in agguato per mesi, si scatena, provoca febbri altissime, freddi polari con conseguenti tremori irrefrenabili, infezioni, sepsi e conseguenti ricoveri per consentirne l’identificazione. Verdetto finale? Occorre una cura di un mix d’antibiotici di forte impatto sul batterio (e sul mio fisico, perderò infatti 5 dei 9 kg – che mi avevano portato verso il peso forma stabilito in 80 kg – ripresi dopo il ricovero da marzo a giugno 2020, quando ne avevo persi dai 24 ai 28 circa arrivando alla bilancia che decretava 70 kg.). Una cura, diceva il referto che avevo in mano, che prevede l’inoculazione via endovenosa necessariamente durante ricovero nel reparto di malattie infettive con costante controllo medico. Tre settimane in “isolamento semplice” considerato il rischio che il batterio potrebbe essere pericoloso, trasmettersi ad altri. Infatti, dal 28 giugno 2021, nel chiuso della stanza che mi vede beneficiare della mia solitudine, porte d’acciaio chiuse, può venirmi a trovare una sola persona al giorno per un’ora massimo, prenotandosi e definendo l’orario, dimostrando di essere vaccinata, indossando durante la visita la mascherina, lavandosi spesso le mani con l’igienizzante, mantenendo una distanza di sicurezza ed evitando il più possibile di toccare oggetti che possa aver toccato io.

Le bandiere della Resistenza in festa”

Ma, più forte del virus, del contagio, dei postumi indotti, si rivelano ancora una volta la volontà di vivere i propri sogni, di tuffarsi in un presente proiettato in un futuro appunto in linea con i propri sogni. Così anche il batterio viene dichiarato fuori gioco, debellato (speriamo così sia) dai medici, dopo 21 giorni e 63 somministrazioni di antibiotici, letteralmente una “cura da cavallo”. Pochi giorni prima della serata di Monticelli. Domenica, dunque, ore 18.10 circa eccomi nella struttura allestita sull’argine del Grande Placido Fiume, il nostro Po, in occasione della manifestazione “Resistenza in festa” organizzata dagli Amici del Po e dall’A.N.P.I. del paese della bassa fiumaiola piacentina. Per grazia ricevuta perché il covid aveva cercato di colpire ancora. Dimesso il lunedì precedente, oggettivamente debilitato dai tanti potenti antibiotici, venerdì un’alzata troppo brusca dal letto determinava un repentino abbassamento della pressione con conseguente svenimento e caduta rovinosa a terra di schiena. Rischio di nuova corsa al Pronto Soccorso evitato per un pelo ma il verdetto della dottoressa Stefania Livraga, medico di base prontamente venuta al domicilio per verificare la situazione, è stato chiaro: cautela nei movimenti e massimo riposo possibile.

L’antipasto che ha preceduto la “pastasciutta antifascista di Alcide Cervi

Così la mia possibile presenza a Monticelli è rimasta in dubbio fino all’ultimo anche a causa di dolori alla schiena e alla difficoltà di mantenere la posizione eretta o quella da seduto per un tempo prolungato causa il rovinoso crollo a terra, non certo privo di conseguenze. Ce la potevo fare? La domanda era d’obbligo ma, già al risveglio della domenica, dopo tre giorni di riposo assoluto, la sensazione era che sì, potevo provare o, forse, rischiare “nella giusta misura”. Beh, è andata bene, all’insegna del crederci sempre, dell’aver fiducia, di non lasciarsi andare al pessimismo, alla paura (che pure è presente, di fronte alla potenza negativa del virus e dei suoi effetti). Alle 18.45 circa ha introdotto Maria Dallavalle, rappresentante della biblioteca comunale, poi è iniziato il confronto sui temi proposti dal libro, confronto con Mario Miti, Presidente della locale sezione A.N.P.I., ponendo un quesito di fondo: la classe operaia può ancora ambire al Paradiso, al sorgere del sole dell’avvenire? Quesito che indubbiamente appassionava il pubblico presente, soprattutto giovani, che peraltro andava aumentando col passare del tempo, arrivando a non meno di 30 persone che interloquivano, intervenivano, ponevano questioni, osservazioni.

Di regola quando alle presentazioni e ai dibattiti sul finale chiedi se qualcuno vuole intervenire ben che ti vada parla una persona a malapena salvoche’ tu sia riuscito ad appassionare, a coinvolgere, stimolare, rendere partecipe la platea. Appunto come successo domenica e come dimostrato dal seguito, ovvero dalle richieste d’acquisto del libro. Ed io ero con la testa oltre il cielo, l’anima a ballare tra gli angeli. Rinato, il covid, il post covid, il batterio in agguato, i tre mesi necessari per identificarlo, tre conseguenti ricoveri brevi, tre settimane in malattie infettive, il mal di schiena, tutto superato, tutto dimenticato. L’inizio d’una nuova stagione, il presente che prelude ad un futuro illuminato dai raggi del sol dell’avvenire. Il mio divenire. Con tanti sogni, tanti progetti da realizzare. Monticelli, la festa mi ha detto che tutto questo è possibile! Intanto, conclusa la serata politico-letteraria, ne iniziava un’altra. Mario Miti invitava ad accomodarsi ad un tavolo per due dove io e Dalila siamo stati serviti di tutto punto. Ci aspettavamo di consumare la “Spaghettata antifascista” nel ricordo della pastasciutta offerta il 25 luglio 1943 in piazza a Campegine dalla famiglia Cervi per festeggiare la caduta del fascismo cui segui’, il giorno dopo, l’arresto di Mussolini.

Invece ecco arrivare nell’ordine : antipasto a base di salumi, pastasciutta con sugo rosso di pomodoro e pancetta, vitello tonnato, insalata, fetta di torta, acqua, vino. E Francesco Bonomini che passa a far 4 chiacchiere. Anche lui ha avuto il covid è stato ricoverato e, da un anno, non suona più il suo “organetto diatonico”. Gli manca lo stimolo, mi dice, e forse potremmo crearla insieme, l’opportunità: spesso negli anni scorsi è venuto ad accompagnare le mie rap-presentazioni poetiche con le sue musiche d’ispirazione celtica. Chissà, concludiamo, magari le chiacchiere di Monticelli potrebbero anzi potranno essere lo stimolo per una serata insieme, musica e sol dell’avvenire, a Gropparello con finale al circolo ricreativo per gli anziani dove incontrare Ferruccio e soprattutto Raffaele che sa spadellare e la pancia si fa capanna. Ma c’è stato anche spazio per ritrovare Danilo Frati, oggi presidente della sezione A.N.P.I. di Fiorenzuola: insieme avevamo vissuto, rifiutando lo scioglimento dei D.S. e la nascita del P.D., l’esperienza di Sinistra Democratica, “tante parole, tante speranze finite nel nulla“. Sì, i nostri percorsi nella sinistra sono stati tanti, ci siamo incontrati, ci siamo persi di vista, ci siamo ritrovati e separati di nuovo ma sempre noi, con una visione e un obiettivo comune: quel sole che forse noi non vedremo sorgere ma sappiamo che quello è il futuro nel quale abbiamo creduto e continuiamo a credere. Un mondo equo, di pace, giustizia, partecipazione, senza più Agnelli con la A maiuscola che erano e sono lupi e licenziano a man bassa oppure delocalizzano le produzioni all’estero, dove il costo e le condizioni di lavoro garantite sono quasi a livello dell’800 come appunto racconta il mio libro. Alle 23 io e Dalila lasciamo la festa, è l’ora di tornare in città, in un angolo della mente, se chiudo gli occhi, risplendono i colori di un arcobaleno. Mancano 16 giorni poi nuovo appuntamento, a Bobbio, alla nuova edizione 2021 della Settimana della Letteratura, quella che avevo dovuto evitare un anno fa.

Ne sono consapevole, non mi illudo di certo: sarà ben difficile che qualcuno legga questo articolo lungo oltre misura fino alla fine. Ma non poteva essere diverso: la serata di Monticelli è stata un punto d’arrivo personalmente fondamentale, il ritorno al futuro prossimo venturo, la rinascita. L’alba di un nuovo sole dell’avvenire, in questo caso la speranza e la promessa (con tanto di fatti concreti) di un buon tempo e di buona salute. Magari scriverò un nuovo libro: “Il covid è un duro, ma i miei sogni lo son di più“. Permettetemi l’emozione, di ringraziare gli Amici del Po, la sezione A.N.P.I. e il suo Presidente, Mario Miti, l’amministrazione comunale e le responsabili della biblioteca, Maria Dallavalle e Elisabetta Pallavicini, con una promessa: arrivederci alla prossima splendida festa.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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