“L’estate torbida – Un’indagine del Commissario De Luca”, romanzo giallo di Carlo Lucarelli, edizione 2021

Seconda puntata di una saga attualmente giunta alla quarta storia. Troviamo De Luca, ex commissario di polizia nell’Italia mussoliniana inserito nella lista nera dei partigiani, in fuga dalla Romagna verso il Sud ma sull’Appennino bolognese incappa in un poliziotto dei partigiani, il brigadiere Leonardi, che, nonostante i documenti falsi, lo riconosce e lo ricatta per avere il suo aiuto alfine di scoprire il colpevole di un grave fatto di sangue dove un’intera famiglia di poveracci estranei alla politica è stata assassinata a bastonate. Siamo nell’immediato dopoguerra, ancora non è ben chiaro quale sarà il corso della storia, chi occuperà i centri di comando: saranno i comunisti combattenti, chiunque compromesso col regime verrà epurato, isolato, rimosso dagli incarichi istituzionali precedentemente ottenuti? Probabilmente al De Luca converrebbe alla prima occasione trovare il modo per defilarsi, per non collaborare col Leonardi, per trovare un modo e una via di fuga. Questo può essere definito il primo punto poco convinte del romanzo perchè invece, nonostante il rischio di essere riconosciuto operando tra tanti comunisti ex combattenti, dal Sindaco a un eroe della Resistenza con molti dubbi nei confronti dell’azione pacificatrice e moderatrice del Togliatti. Comunque l’indagine prosegue e non bisogna dimenticare di come, all’indomani della Liberazione, iniziò una vera e propria caccia all’uomo contro chi aveva collaborato col regime o con i tedeschi. E quindi: se quel delitto avesse una qualche matrice politica o comunque avesse avuto come protagonisti proprio i compagni dello stesso Leonardi? Dunque un’indagine che procede in un clima angosciante per entrambi: per Leonardi perché costretto a dubitare dell’innocenza dei suoi compagni di guerra e per De Luca che, tra tutti quei partigiani, teme giorno dopo giorno di essere scoperto. Ma tutto questo non li ferma dalla voglia di scoprire la verità e del resto ad entrambi conviene proseguire: a De Luca col miraggio di liberarsi e proseguire nella sua fuga verso il Sud, per Leonardi per credere in un futuro accettato nella Polizia ufficialmente riconosciuta dal nuovo Stato nascente. Con due considerazioni finali: uno stile narrativo che sa farsi scorrere e leggere tutto d’un fiato ma nello stesso tempo un finale in buona parte anticipato, intuito, e come tale leggermente scontato.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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