L’esercito dei non votanti e quella sinistra votata alla sopravvivenza, valutazioni di Vittorio Melandri a margine delle elezioni comunali a Piacenza

Il bue nell'arena, olio su tela di Giorgio Dal Canto: Siamo arrivati alle elezioni ed il popolo, rappresentato dalla forza bruta di un bue, sta nel mezzo al bombardamento dei vari partiti politici la cui pubblicità è affissa all'interno della staccionata dell'arena. I rappresentanti dei partiti, figure losche, brutte, con i denti digrignati, gli occhi da squalo si contendono il microfono (che rappresenta i media) agguantandolo con le mani muscolose, atte a stringere la presa. Il rappresentante di sinistra tira il filo del microfono. Il bue che sta mangiando quel poco fieno che gli è toccato gira la testa e si esprime con un' espressione interrogativa e rassegnata di quello che non ci ha capito nulla!!!

L’esercito dei non votanti ha le cartucce bagnate, o peggio caricate a salve.
Tutti i membri della cosiddetta cattiva politica, quelli che fanno indignare l’esercito dei non votanti, arruolandosi volontari nel quale poi ci si illude di mettere “i cattivi” nel mirino, fanno finta di cadere colpiti, e poi, appena l’esercito dei non votanti torna nei propri alloggiamenti, tutti si rialzano, si scuotono di dosso la polvere rimasta sulle vesti, e riprendono l’usata politica.
Il “non voto” non è un voto negato, ma un voto di fatto consegnato nelle mani di chi comunque si dimostra capace di raccogliere i voti espressi, che sempre ci sono stati, sempre ci sono e sempre ci saranno, e si dimostra così capace di vincere sempre.
Si vince ovviamente nel campo dei vincitori di giornata, ma anche in quello degli pseudo sconfitti.
Questa è la realtà che ci si ostina a non vedere, e le minoranze sedicenti eccentriche al sistema, che di fatto raccolgono le “briciole” (per quanto numerose sempre briciole sono), sono sì esaltate dai media in base al principio che la notizia non è “Pinocchio che spiaccica il Grillo”, ma “il Grillo che sopravvive a Pinocchio”, ma restano pur sempre minoranze che hanno contro il “tempo”, che è il più tenace degli avversari, come anche la storia della Lega di Bossi dimostra.
Lo stesso “generale tempo”, che è anche capace di guidare lo sterminio di eserciti ben più agguerriti di quelli dei non votanti, e di quelli dei votanti per indignazione.

A riprova di quanto sostengo, basta rilevare il dato che ancora per i prossimi cinque anni in Consiglio comunale a Piacenza siederanno una trentina di consiglieri espressione della tanto deprecata cattiva politica, quella comunque ancora capace di organizzarsi, e due o tre consiglieri del movimento 5 Stelle, quel movimento per cui destra e sinistra pari sono, e che è facile prevedere non modificheranno di una virgola né le scelte di quella che sarà la maggioranza né di quella che sarà l’opposizione.

Messo con le spalle al muro, dal mio punto di vista al ballottaggio scelgo di mangiare la minestra di Dosi, e non di saltare dalla finestra di Paparo, e mi rendo ben conto che per altri può valere l’esatto opposto, ma ormai, anche grazie all’esercito dei non votanti, anche questa possibilità di rinnovamento della “Politica” con la maiuscola, è andata in archivio.
Sempre parlando dal mio punto di vista, mi interessa quello che accade a “sinistra”, dove da tempo addirittura si nega il proprio nome, “sinistra”, dove si trova sempre il modo di dividersi da un lato, e di aggregarsi in modi speciosi e avventurosi dall’altro, dove l’originale parola “socialista” continua da molti ad essere brandita come un insulto, e dove si continua a spacciare per vittoria una mera e sempre più equivoca sopravvivenza.
A “sinistra” si dovrebbe trovare il modo di lavorare in modo trasparente per mettere insieme chi voglia contribuire a costruire una “società che riesca a dare a ciascun individuo la massima possibilità di decidere la propria esistenza e di costruire la propria vita”.
E questo, nella consapevolezza che non è un obiettivo massimo e utopistico, ma minimo e vitale, un obiettivo rispetto al quale il ritardo si fa ogni giorno che passa sempre più intollerabile.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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