“L’eredità di Bric”, romanzo di Giacomo Gardumi, farfalle Marsilio i gialli

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Nicola Pagani non ha dubbi rispetto allo scopo della sua vita: smascherare quei buffoni che si dilettano col paranormale, imbonitori e qualche volta veri e propri truffatori con la pretesa di conversare con gli spiriti dei morti.

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Tra i suoi più acerrimi nemici il conte Bric, spiritista convinto che più volte Nicola ha pubblicamente sbugiardato. Per questo l’anziano nobil homo pensa bene di insegnar qualcosa a quel miscredente di Nicola.

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Nel giorno successivo alla morte riesce ad attirare l’attenzione del giovane avversario con un messaggio registrato su una cassetta VHS e mentre Nicola ascolta e vede respira un veleno mortale che in sole 24 ore lo porterà nel Regno dell’aldilà.

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Unica via d’uscita? Contattare lo spirito di Bric per farsi rivelare il nascondiglio dell’antidoto.

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Inizia una corsa contro il tempo dove incredulità e sorpresa lentamente lasciano il posto a timore, rabbia, angoscia mettendo in discussione le convinzioni di una vita: salvarsi infatti significherebbe riconoscere la possibilità di un dialogo con i morti, esattamente quanto da sempre negato da Nicola.

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Appassionante e curioso il romanzo sa trascinare il lettore nella corsa contro il tempo, fino all’impareggiabile ed imprevedibile finale che illumina sul quesito di fondo: quale vita oltre la morte?

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Giacomo Gardumi, milanese con lunghi trascorsi in Cina, laureato in lingue orientali, vive a Parigi dove lavora per una multinazionale: con questo suo secondo romanzo riesce sicuramente a disorientare il lettore sia per i tempi del racconto sia per l’inventiva della situazione sicuramente fuori dal comune. Appunto, girando d’attorno al paranormale.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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