“La strategia della tartaruga”, Manuale di sopravvivenza di Maurizio Costanzo, Mondadori editore, 2009

Maurizio Costanzo sinceramente non mi è particolarmente simpatico. Diciamo che viviamo, sia pure senza ostilità, nella reciproca indifferenza. Per questo, entrando in libreria, laddove vedessi un suo libro semplicemente passerei oltre per mancanza di interesse. Invece questa rassegna di visioni e di filosofia personale che, complice Dalila, mi sono ritrovato in casa, l’ho letta. Per scoprire già nelle prime pagine che lui, Costanzo, colleziona tartarughe. Ed ho sorriso, incuriosito. Di più: le ama, le ammira, vorrebbe essere come loro. “Continuo a provare invidia per la loro capacità di ritrarsi e mettersi nel guscio, in sicurezza. La tartaruga corre dei rischi solo se si ribalta o viene ribaltata. L’uomo corre dei rischi da quando nasce”. La tartaruga va per i fatti suoi, non ha alcun rapporto con l’uomo e nemmeno col resto del mondo animale, il suo guscio la protegge da tutto. Nasce grinzosa, quindi non deve neanche preoccuparsi di ritocchi estetici, tanto è uguale da giovane come da anziana. Così, ispirandosi a loro, essere tartaruga, vivere da tartaruga, ha aiutato permesso a Costanzo di resistere cinquant’anni nella giungla del giornalismo e nella foresta oscura della vita. Così lui protagonista, narratore di sè stesso, settantenne all’epoca del libro, racconta dei suoi rapporti con le donne, propone le sue riflessioni sull’etica e, per lui non certo bello e men che meno attraente (salvo osservare che, con le donne, tutto può essere), sul rapporto con l’estetica. Insomma, Costanzo tartaruga dal suo guscio racconta delle sue vicissitudini, sul lavoro, nel rapporto con i politici e, guarda caso, per lui operante nel variegato mondo Mediaset, l’orientamento naturalmente sarebbe a sinistra, se non fosse che “la sinistra è quella che vediamo” (ottimo accorgimento per stare con i Montanelli e i Berlusconi di turno). Concludendo, nell’ultima parte del manuale ci spiega dei suoi contatti con i grandi del cinema italiano, talvolta incontrati come giornalista e diventati suoi amici, in altri casi sempre come giornalista senza ulteriori approfondimenti. Lo seguiamo quindi negli incontri con Walter Chiari, Nino Manfredi, naturalmente Alberto Sordi e così via, in piena simbiosi con la sua Roma, culla dell’arte vista attraverso il piccolo o il grande schermo. Comunque al prossimo passaggio in libreria nel caso di incrocio con un nuovo libro di Costanzo sugli scaffali, fedele alla line nessun cambio di tendenza: passerò serenamente oltre. Come una rondine non fa primavera, un libro letto per caso non cambia l’opinione generale sull’uomo.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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