“La poesia libera, universale, selvaggia”, di Raffaela Ruju da Trieste

L’onda, olio su tela di Paul Gauguin

Quando la poesia perde la sua natura selvaggia perde il suo potere di comunicazione, rimane imprigionata nella gabbia dei pochi “eletti” e diventa microscopica, perde la sua naturale massa perdendo di fatto quella massa di fruitori in costante scambio poetico, quando la poesia perde il potere di comunicazione perde il suo naturale linguaggio universale diventando il ghetto di quel pugno di mosche che continuano a parlare a se stessi. Quando lo scrittore perde il lettore, ha perso il suo vero mondo di comunicazione e inesorabilmente muore nella banalità delle inconsapevolezze. Oggi auguro buona vita a quella poesia che ancora riesce a parlare ai suoi lettori, quella poesia che evade dalle gabbie per tornare libera e universale.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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