“Il passato è una terra straniera”, romanzo noir di Gianrico Carofiglio, Superpocket edizione 2006

Siamo a Bari alla fine degli anni ’80. Giorgio Cipriani, figlio di una famiglia benestante di intellettuali borghesi, destino predefinito tranquillo e sicuro: prossimo alla laurea in Giurisprudenza, fidanzato con Giulia, studentessa di Medicina, ragazza a modo e di buona famiglia. Improvvisamente una sera, in occasione di una festa, Giorgio si trova a difendere Francesco, un ragazzo fino a quel momento intravisto solo qualche volta prima, da due energumeni che di certo gli avrebbero spaccato la faccia. Francesco è l’antitesi di Giorgio: bello, carismatico, manipolatore, amante della vita facile e dei soldi, molti soldi, guadagnati giocando soprattutto a poker e barando. Sentendosi in debito per questo gesto di amicizia, Francesco invita Giorgio a frequentare il suo mondo patinato, fatto di truffe a piccoli squattrinati in bische clandestine fumose e a ricchi aristocratici. Tavoli da gioco con fiches luccicanti, donne dagli inebrianti profumi e dagli sguardi ammiccanti, promesse di guadagni facili seducono Giorgio. Abbandonati studi, amore, passato, la famiglia diventa un cordone ombelicale da cui staccarsi, inizia una nuova vita. Impara tutti i trucchi del mestiere e diventa complice di Francesco nelle sue vincite disoneste. Intanto la città di Bari viene funestata da una serie di stupri che hanno tutta l’aria di essere compiuti da un maniaco seriale: stessa dinamica, stesso tipo di ragazze, stesso luogo. Ma il colpevole è così bravo da non lasciare mai traccia, mettendo a dura prova la polizia. L’amicizia fra Francesco e Giorgio diventa sempre più salda e dopo un ennesimo colpo grosso, i due partono per una vacanza in Spagna pretesto per l’acquisto di una enorme partita di droga (un chilo di polverina bianca, cocaina) da rivendere a ricchi annoiati. Rientrati a Bari, si dividono, Giorgio si sente perso, smarrito, non riesce a dimenticare il rapporto con l’amico anche se consapevole si tratti di un’amicizia tossica. E infatti quando Francesco finalmente si rifà vivo e convoca Giorgio a casa sua, nessuna esitazione: non si priva neppure dell’ebbrezza della polvere bianca, ma quella notte rappresenta la svolta inevitabile di una vita diventata disordine e mancanza di rispetto verso il mondo intero.

Carofiglio, dunque, con uno stile asciutto, frasi brevi e immediate, ci propone un racconto noir psicologico basato su un rapporto di amicizia sbilanciatissimo e pericoloso, in cui uno dei due (Giorgio) subisce totalmente il fascino e il carisma dell’altro, fino ad un annebbiamento della realtà e all’incapacità di riconoscere la parte “malata” della personalità di Francesco. Una lettura col fiato sospeso, nell’attesa spasmodica e timorosa di qualcosa che finisca male per i due ragazzi con tanta rabbia per l’incapacità di Giorgio di sottrarsi alla perversione dell’altro.

Letto d’un fiato … a fiato sospeso.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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