“Il dirupo di Brugnello”, racconto ritrovato in un vecchio file, mystèriosamente escluso dalla pubblicazione in “Vietato attraversare i binari. Servirsi del sottopassaggio”, racconti di viaggio sul treno toccato in sorte.

Il borgo di Brugnello nella Valle della Trebbia

Seduto sulla sdraio nella veranda ormai chiusa, Antonio ascoltava lo sciabordio dell’acqua del fiume contro il piccolo attracco del campeggio.

Dalla roulotte lo raggiungevano i rumori soffusi di Esmeralda in procinto di coricarsi, alle prese con un laborioso ingresso nel sacco a pelo.

Attraverso la tela trasparente della veranda poteva ammirare il profilo delle vecchie case contadine e della chiesa di Brugnello abbarbicate sul dirupo, stagliate contro il cielo illuminato dall’argento della luna.

Assaporò quella serenità, lasciandosi andare sulla tela colorata della sdraio, chiudendo gli occhi e giocherellando con la collana d’ambra tra le dita.

I passi nel vialetto, rimarcati dalla ghiaia, gli sembravano in perfetto stile per un romanzetto dell’orrore di quarta serie. Sorridendo aprì gli occhi e, in quel momento, la creatura lo guardò, due fiamme rossastre nelle orbite, un ghigno feroce di soddisfazione.

Antonio rimase immobile ma, con stupore, sentì di non provare terrore, quella creatura infernale gli era familiare. Cercò di afferrare la verità nascosta nella mente mentre gli artigli penetravano nella tela, lacerandola senza difficoltà. Le zanne gli penetrarono la gola e finalmente ricordò: “Morgana!”.

Aveva cercato di fuggire dal suo destino di magia, di vivere con Esmeralda un’esistenza da comune mortale. Erano stati anni stupendi ma ora Morgana l’aveva ritrovato e la creatura lo riportava oltre il confine, nei territori dell’Altra Dimensione, in Cornovaglia.

Merlino ritornava al suo ruolo, proprio mentre Esmeralda usciva dalla roulotte per chiamare Antonio.

Naturalmente non lo trovò.

Alzando lo sguardo verso il dirupo vide un corvo spiccare il volo e dirigersi verso la luna. Nel becco stringeva una collana d’ambra.

Il corvo sentì quello sguardo, si girò verso Esmeralda, lasciò cadere la collana ai suoi piedi e una lacrima di tenera dolcezza.

Lei si chinò a raccogliere la collana mentre tra la ghiaia, dove era penetrata la lacrima, spuntavano ranuncoli colorati, disposti come due labbra, a formare un sorriso.

In quel momento, dal punto più alto del campanile, un falco dalle lunghe penne gialle si lanciò all’inseguimento del corvo.

Esmeralda ne seguì le evoluzioni a seguire il tortuoso percorso del fiume su verso le sagome delle montagne finchè, uniti, il falco dalle lunghe penne gialle mosse dal vento e, al fianco, il corvo col becco giallo a franger l’aria, insieme scomparvero all’orizzonte.

Finalmente, stringendo la collana d’ambra al seno, Esmeralda pianse, ricordando gli anni di sogno vissuti con Merlino.

Stava scritto nel destino e lei lo sapeva fin dall’inizio: non c’è spazio per Amore in un mondo invaso da demoni guerrieri, Merlino non poteva negarsi al ruolo di messaggero di pace.

Pianse, Esmeralda, ma sapeva che le ore della notte sarebbero sia pur lente trascorse.

Non le restava che attendere l’alba del nuovo giorno.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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