In mostra fino a sabato 9 dicembre nelle sale dell’Antico Nevaio della Biffi arte di via Chiapponi la più recente ricerca artistica della pittrice Thia Path. Origini argentine ma piacentina di adozione, Thia Path ha compiuto negli ultimi anni una approfondita riflessione sulle potenzialità espressive del colore, giungendo a una sintesi di matura potenza. Nasce un linguaggio pittorico ormai lontano dal più generico Informale e ascrivibile ai migliori percorsi di un Espressionismo Astratto profondamente interiorizzato.
“Voglio che la mia pittura faccia effetto lentamente, che i colori colpiscano l’anima degli osservatori, che portino luce ed energia nel loro ambiente e nella loro vita“, questo l’obiettivo perseguito dall’artista con i suoi quadri che “invitano a fermarsi, ad uscire un momento dalla realtà per perdersi nei colori“. Esattamente come, ricorda la stessa artista, diceva Claude Monet quando affermava che “il colore è la mia ossessione giornaliera, la mia gioia e il mio tormento“.
“Il colore è per la pittura ciò che la selettività delle parole è per la poesia. Il colore è la poesia della pittura“, lo diceva Sonia Delauney, pittrice ucraina, e lo riafferma Thia che, tra l’altro, propone workshop nel suo laboratorio d’arte in via Tibini 3, a pochi metri dalla stazione ferroviaria.
Chiunque dunque, uomo, donna, bambino, “voglia mettersi in gioco e rilassarsi divertendosi“, come precisa un depliant illustrativo presente nel Nevaio della Biffi, può iscriversi e partecipare a incontri normalmente di durata di due ore con l’obiettivo di riattivare la creatività, la fantasia e godere del piacere che l’attività artistica porta con sè.
Diversi studi, ci viene precisato, dimostrano che quando una persona è immersa in un’attività creativa riceve una serie di sollecitazioni al livello fisico, intellettuale ed emozionale che portano benessere a livello fisico e psicologico. Dunque possiamo concludere che la mostra di via Chiapponi non è altro che un’introduzione all’approccio non solo con la pittura tecnicamente intesa ma soprattutto con il colore, con un modo di fare arte che permette di conoscere, di scoprire sé stessi e conseguentemente presentarsi, attraverso le opere realizzate, al mondo esterno.
Dunque per chi, da osservatore dell’esplosione di colori proposte da Thia pensasse di diventarne protagonista e autore a sua volta, dopo la visita alla mostra in via Chiapponi, non resterà altro che presentarsi in via Tibini dove, nell’ambiente che già di suo è accogliente colore, é stato allestito un grande tavolo con fogli, tele, gessi, matite, acrilici e una nuova opera aspetta d’essere iniziata. Dunque, buon lavoro.