“Fate in Blu, Fate Infermiere – Covid, post Covid, long covid: si lotta, si sogna, si vive” esposto all’edicola in viale Dante da Marco Foppiani

Sono 1190. I giorni passati da quel 17 giugno 2020. Quando un’ambulanza mi riportava a casa steso su una lettiga. 88 giorni dopo quella sera del 23 marzo 2020 quando un’altra ambulanza, a sirene spiegate anzi, ululanti, mi portava in ospedale. Diagnosi polmonite interstiziale. Covid-19. Anzi, Covid, post Covid, long Covid, giorni poi immortalati, raccontati nel mio “Fate in Blu, Fate Infermiere“, il libro che a fine 2022 ho pubblicato con Lir edizioni di Piacenza convinto che fosse e sia importante “ricordare per non ripiombare“. Anche se l’accoglienza è stata diciamo “con qualche resistenza”. Del resto già era stato rifiutato (nel 2022) da due case editrici perché “la gente vuole vivere, è stanca di paura” mentre una terza l’avrebbe pubblicato ma praticamente a spese mie, spese diciamo… “esorbitanti”, eccessive rispetto ai potenziali servizi di supporto e divulgazione resi. Ma i rifiuti non mi hanno spaventato e alla fine non sono mancate le soddisfazioni. La disponibilità di chi mi ha affiancato e seguito nelle presentazioni, da Cosimo Franco, primario di pneumologia, a Francesco Bonomini, musicista a sua volta ‘sopravvissuto Covid’, a PierSergio Serventi, già Direttore Generale Ausl, a Andrea Balestrieri e Lauretta Alberti rispettivamente Sindaco e assessore a Gossolengo. La disponibilità e l’interesse manifestato da chi è intervenuto alle presentazioni e a chi mi ha ospitato. Il sostegno di Claudia Gobbi della libreria Romagnosi e di Sonia Galli della libreria Fahrenheit. E ora, inattesa, di Marco Foppiani dell’edicola di viale Dante che mi ha sorpreso esponendolo in piena vista al centro della vetrina dell’edicola stessa e che quindi, inevitabilmente, ho immortalato. Ovviamente, perché no, anche a fine pubblicitario perché… nei miei libri io ci credo. Anche quando si parla di tragedie se se ne esce vivi sanno comunque essere positivi, pensare positivo. Comunque sia, dunque, postumi più o meno ‘incidenti’, evviva la vita. Anche a costo di qualche ‘disagio’. Come portare una mascherina o scegliere un vaccino pur tra qualche dubbio e qualche timore. Infatti una decina di giorni fa il vaccino l’ho rifatto. È stato il quarto (dal primo ero esonerato). Effetti? No febbre, no dolia al braccio, no emicrania, nada de nada. Non è il vaccino, il problema.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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