“I bagnanti di Adelys”, “Porto”, “Ritratto del poeta Fernand Fleuret”, “Il lavoro in autunno”, “Il porto di Anversa”, omaggio all’arte di Othon Friesz (1879-1949), pittore gruppo fauve

I bagnanti di Andelys, olio su tela di Othon Friesz

Othon Friesz (Le Havre, 6 febbraio 1879 – Parigi, 10 gennaio 1949) è stato un pittore francese, uno dei più importanti esponenti del fauvismo.

Porto, olio su tela di Othon Friesz

Figlio di un capitano di mare, si formò con Leon Bonnat, ma anche visitando frequentemente il Louvre di Parigi. Inizialmente impressionista, subì poi l’influsso di Van Gogh e Gauguin. Nel 1905 espose per la prima volta alcune sue opere, al Salon d’Automne, dove erano di scena anche dipinti dei pittori fauves Matisse e Braque, che suscitarono subito in lui viva ammirazione.

Ritratto del poeta Fernand Fleuret, olio su tela di Othon Friesz

Un anno più tardi Othon Friesz era già a tutti gli effetti un artista fauve: si recò infatti con Braque in Belgio, dove entrambi lavorarono agli stessi soggetti. Freisz soggiornò poi nel Midi, eseguendovi alcune delle sue opere migliori. Di ritorno a Parigi, Freisz rimase fedele alla linea fauve, mentre Braque si apprestava a entrare nella fase cubista.

Il lavoro in autunno, olio su tela di Othon Friesz

Nel 1912 Freisz aprì un atelier in Normandia; sette anni dopo tornò a Parigi, che divenne da allora la sua sede stabile, anche se vi furono poi molti altri viaggi, che l’avrebbero portato diverse volte in Italia. Dipinse soprattutto paesaggi, scorci urbani e nature morte.

Il porto di Anversa, olio su tela di Othon Friesz

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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