“Hai una grande sensibilità femminile“, disse la dolce Simonetta leggendo quel mio racconto. Sono passati molti anni, da allora, (correvano gli anni novanta) ed ecco improvvisamente che un amico burlone, Davide, è riuscito a scoprire il mio io femmineo immortalandolo nella foto che qui si propone. Che dire? Ragazzi, è Natale, non è Carnevale. Vero che ricordo quell’uomo, per me un amico incontrato in treno, che dopo avermi regalato un paio di libri, rivelò che il suo interesse non era solo per un buon rapporto intellettuale. E devo citare anche quell’altro, infermiere, che fu anche più esplicito mettendomi in forte imbarazzo di fronte alle sue avances non proprio pudiche. Ridere di fronte alle sue richieste/offerte di caldi momenti insieme? Oppure rispettare i suoi sentimenti ma rivelandogli che, nonostante quel mio io femmineo, comunque a me mi piacciono e mi son sempre piaciute e han fatto sognare il mio cuore solo e soltanto fin dalla più tenera età le femmine? Confesso: non ho avuto dubbi, sulla soluzione. Senza offesa, ragazzi e uomini cari, ma proprio non ho dubbi e, componente femminea o meno, viva le donne, tutte le donne che sono il dolce dell’amor. Comunque, se qualcuno fosse curioso, il racconto che tutto generò suscitando lo stupore della dolce Simonetta fu “Stazione Piramide, un giorno di marzo“ e chi lo vuole leggere basta clicchi qui. Quanto all’amico Davide, malandrino anzichenò, … sta ancora ridendo a giorni di distanza.