Gianrico Carofiglio, la certezza del diritto, la capacità della ragione: Carmelo Sciascia incontra il senatore magistrato




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Il sorriso di Carmelo Sciascia

  San Giorgio piacentino, 15 aprile 2010

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Ci sono delle letture che rimandano ad altre: autori che rimandano ad altri autori, scrittori che ci invogliano e ci coinvolgono a leggere tutto ciò che hanno prodotto. Così come altri si fanno presto dimenticare e ci costringono a chiudere il libro, spesso per non riaprirlo più, dopo le prime pagine. Dei secondi è meglio tacere.

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Dei primi invece è bene parlarne (e scriverne), se non altro per comunicare ed esternare le proprie impressioni (positive) cercando di condividere, con quanti più lettori possibile, i benefici effetti delle conoscenze e delle emozioni che ci trasmettono. Ho capito che spesso sono i testi più brevi a contenere verità più profonde ed universali. Come non ricordare la Storia della colonna infame del Manzoni, testo che affronta il tema della giustizia, in termini sempre attuali, purtroppo! O, come non ricordare La morte della pizia del Durrenmatt, testo sorprendente sul senso della vita e sull’interpretazione delle manifestazioni cui la psicoanalisi ha fondato le sue certezze! (tantissimo ci sarebbe da dire su questo autore, mi piace riportare solo una frase, per stuzzicarne la curiosità: "La verità resiste in quanto tale soltanto se non la si tormenta", e rimandare ad alcune note interessanti, trovate in rete dal nostro Salvatore Mortilla.).

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Libricini piccoli, che contengono grandi temi di riflessione…, come non ricordare ad esempio la frase conclusiva de Il procuratore della Giudea di Anatole France: Ponzio Pilato aggrottò le sopracciglia…"Gesù? " mormorò "Gesù il Nazareno? No, non ricordo". (massima espressione dell’apologia dello scetticismo?).

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Quindi dicevo libri piccoli, ma la mia non vuole essere un’apologia del "piccolo è bello", ma a sottolineare come spesso dalle piccole, meglio brevi affermazioni, possono nascere e svilupparsi grandi riflessioni. Riprendo il discorso iniziale, – ci sono delle letture che rimandano ad altre -, tra queste, un autore di grande successo che ho conosciuto, proprio a Piacenza, un pò di anni addietro, Gianrico Carofiglio.

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È un autore che a volte implicitamente, spesso esplicitamente, rimanda ad altri autori. È questo uno dei motivi di forza del suo successo, a mio avviso, un successo che si basa su fatti attuali, su vicende di una regione la Puglia e di una città Bari, di un campanile che diventa lo specchio della nazione e ne esprime tutto il disagio "mala tempora…". E la storia si ripete, così come Camilleri, con il suo commissario Montalbano, esprimeva il disagio di fatti casualmente avvenuti in Sicilia ma potevano benissimo essere successi a Vigoleno anziché a Vigata, così Carofiglio con l’avvocato Guerrieri, narra di fatti e misfatti, collocati geograficamente a Bari, ma che potrebbero, come penso avvengano in qualsiasi Procura della Repubblica.

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Quale il motivo del successo? La certezza del diritto! I casi del Nostro avvocato-detective si chiariscono, si risolvono, ci sono dei colpevoli e degli innocenti (che spesso sono i primi indiziati perché i soggetti più deboli della società: le donne, gli extracomunitari, i giovani), tutti fatti che nella realtà sono lungi dal verificarsi. E ci sono i rimandi, rimandi espliciti: "C’è una frase di Paul Valery…Dice, più o meno, così: "il modo migliore per realizzare i propri sogni è svegliarsi" e quelli impliciti: "tempo fa ho letto un bel libro, di uno psicologo olandese, mi pare. Si intitola: Perché la vita accelera con l’età, parla di questo fenomeno. È molto interessante". Come resistere ad andare a cercare i libri e gli autori che suggerisce? Questo esempio è tratto solo dall’ultimo libro, Le perfezioni provvisorie. Ma notevoli e tutti degni di nota, che non elencherò, i riferimenti ad altri autori, film, racconti, fumetti contenuti in altri libri.

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Ci sono poi i riferimenti a luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, i ricordi del periodo universitario, a tutti quei luoghi tipici e topici che fanno del passato dell’autore i luoghi dell’anima di ogni singolo e diverso lettore. (come l’Uno per tutti di Gaetano Savatteri, stesso editore, stessa collana, di cui qualche volta parlerò in modo singolare ed approfondito, ma non molto, visti gli spazi del giornale).

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È di questo tenore il libro memoire Né qui né altrove, dove la narrazione di una notte a Bari, è il pre-testo per miscelare passato e presente, per mettere in discussioni certezze e capovolgere le apparenze. Quale il motivo del successo? Questo può essere un altro. Il prenderci con mano e condurci verso un passato prossimo o remoto, con l’attesa di qualche epifania che si trasforma ben presto in un doloroso pugno nello stomaco. Il libro appena citato è edito da Laterza, mentre quasi tutti gli altri sono pubblicati da Sellerio.

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Siamo a più di ottocento testi pubblicati nella collana La memoria della casa editrice palermitana, una collana nata nel 1979 sotto la consulenza di quel tal Leonardo che ne diede il nome e vi pubblicò il primo volume, Dalla parte degli infedeli. Carofiglio si inserisce in un filone "giallo", un giallo di qualità che vede autori quale Montalban, Lucarelli, Camillieri, Alicia Gimenez-Bartlett ed altri ancora. E la ragione del successo di questa letteratura? È la Ragione, direi proprio così: la capacità della ragione.

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E parafrasando Durrenmatt: dicono delle verità, tormentando la realtà, perché "l’italiano non è l’italiano: è il ragionare" (una storia semplice – L. Sciascia).

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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