“Fare i poeti d’estate”, lirica di Mariella Tafuto, poeta in Napoli

Meriggio d’estate, olio su tela di Giovanna Mentasti

Niente c’è, di più asfissiante
che fare i poeti ventiquattr’ore
su ventiquattro, specie d’estate
con l’afa, nella controra. Ai buoni
poeti occorrono buio e frescura,
l’inverno è vivamente consigliato,
l’inferno in terra non giova. L’amore
fa meglio vibrare le corde del cuore
ma il dolore s’appariglia col brivido
n’appezzatura ‘i friddo, d’inverno
può bastare per concepire tutta
la poesia di una buona annata
da imbottigliare in quartine
stipare in cantina
versare
nei calici
dosare
con cura
rimirare
per ore
e ore, ma
d’estate no, per favore.

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

2 Risposte a ““Fare i poeti d’estate”, lirica di Mariella Tafuto, poeta in Napoli”

  1. Esatto Mariella, nel calice una bella e buonissima birra ghiacciatanel caldo africano. Ciao.

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