La terra ora è quieta,
sembra che dorma sotto la luna ammiccante,
ha mietuto dolore nel suo vasto grido d’ira
eppure ora dorme, fanciulla sul tramonto rosso,
soffiando sul vermiglio cielo un alito caldo.
Nel suo ventre riposano i bambini
accanto alle ossa rotte e alla calce bianca
sul suo corpo squartato scendono lacrime
e disperati gli occhi non tacciono e tremano
Eppure ora dorme.
Dea amata e insensibile
Sostanza d’odio e ammirazione.
La terra tace e tutt’intorno nessun suono
più disturba il belvedere
Si susseguono giorni taciturni e pacifici
Falciano un dolore che penetra violento,
che nato sotto un tremito improvviso ora
cosciente anela risposte e pace.
E Lei ancora dorme sul letto di seta e sangue
s’adorna di viole e si gira sul fianco,
dulcinea e multiforme dal profumo selvatico
sul corpo vellutato e materno.
Sotto luci dorate un pianto cerca consolazione,
una mano che sfiori la testa nel caldo tocco
di un affetto
Una lacrima solitaria scivola nel vuoto
lucida e flebile, frutto impetuoso di un male
che insinua i suoi artigli nel verde dormiente
sul quale riposa assassina e genitrice questa dura terra di cui siamo figli…