Dal 6 al 20 febbraio a Calendasco la mostra “San Corrado e la via Francigena” con la conferenza storica pubblica sabato 10 nell’ex oratorio del Romitorio ospitale medievale

Il Romitorio di San Corrado, dove sarà possibile visitare la mostra didattico storica di carte, mappe, documenti, dedicata a San Corrado Confalonieri e alla via Francigena, è in realtà quanto resta di un antico ricovero dei pellegrini lungo la Via Francigena, luogo atto al ricovero di persone e animali al seguito, albergo, luogo di ospitalità per il viandante povero e non a caso, ancor oggi, sebbene a lettere ormai quasi illeggibili e cancellate dal tempo, sopra all’arco del portico di ingresso vi sono tracce di una scritta dicente: “QUI SI OFFRE VITTO ALLOGGIO E STALLA”. Era quindi luogo di ospitalità continua per il viandante occasionale ma anche luogo di assistenza agli indigenti, agli ultimi del posto.

Della comunità in Calendasco di Terziari francescani in abito eremitico si ha notizia storica a partire dall’anno 1290, composta di pochi religiosi con a capo il frate Aristide, come ogni comunità terziaria. A causa dell’umile genere di vita dei Padri, non avendo grandi monasteri, ma per lo più eremi o piccole abitazioni all’ombra di Ospedali o di Chiese, non possedevano archivi, nè si preoccupavano di questo ma solo di vivere santamente, nella carità verso Dio e il prossimo. Qui nel 1315 fu ammesso nell’Ordine un nobile piacentino, Corrado Confalonieri, al quale fu predetto che sarebbe diventato un grande santo.

Corrado Confalonieri era un uomo del suo tempo. Nato nel castello di Calendasco nel 1290, amava la caccia che praticava nelle terre del suo feudo piacentino. Nel 1315 Corrado durante una battuta di caccia, nel caldo giugno, per stanare selvaggina fa incendiare sterpaglie e rovi, ma il fuoco si estende ai tanti boschi e danneggia fattorie e stalle. Il danno è  enorme per quei tempi: e il Visconti, che è nemico del Vescovo, fa arrestare un povero contadino. Qui avviene l’atto principe della vita di questo milite: si presenta al Galeazzo Visconti ed ammette la colpa! L’essere nobile gli salva la vita, ma deve risarcire il danno, è un obbligo che gli costa anche la damnatio memoriae della sua stessa famiglia dei Confalonieri, che dopo aver pagato rimane infeudata del luogo di Calendasco. Corrado non ha altra scelta che la vita penitente d’espiazione, mette la moglie nel convento di S. Chiara a Piacenza e lui si ritira come converso nell’ospedale e romitorio dei francescani terziari nel luogo di Calendasco. E dopo qualche anno partirà verso Assisi, Roma e probabilmente la Terra Santa, e lo ritroveremo nel 1343 arrivare a Noto in Sicilia. Qui ormai frate terziario di provata virtù ed esperienza fa vita ritirata da eremita che perfeziona nella grotta posta in quella valle netina. Ed i miracoli che compie da subito sono tanti: guarigione del bambino ernioso e dono continuo a chi lo visitava, di pane caldo che compariva nella grotta spoglia di tutto, così come oggi la può vedere il pellegrino.

Morto il 19 febbraio 1351 nella grotta da subito le genti di Noto hanno verso di lui la tipica venerazione dovuta a chi era ritenuto Santo e tale fu infine la sua sorte: il papa Urbano VIII nel 1625 concede infatti la piena venerazione di Corrado come Santo dell’Ordine Francescano in tutto il mondo. Con precedente atto vescovile del 9 agosto 1617 a firma del vescovo mons. Rangoni era stata attestata la nascita del Confalonieri nel feudo di Calendasco con ciò superando il blocco del culto in terra piacentina avvenuto nel tardo ‘500 quando il discendente del Santo Eremita, GiovanLuigi Confalonieri, abitante nel castello di Calendasco, partecipò alla congiura ed assassinio di Pierluigi Farnese figlio di papa Paolo III. A seguito del predetto atto vescovile del 1617 San Corrado, già patrono della città di Noto, divenne altresì patrono del piccolo borgo piacentino in riva al Po.

A Calendasco si conservano oggi i tre luoghi che rappresentano l’anima del culto al santo Incendiario e cioè il piccolo hospitio convento che fungeva da ricovero per i pellegrini diretti al guado del Po di Soprarivo, poi il castello del XIII secolo dove nacque fisicamente e la chiesa dove si presume sia anche stato battezzato. Da osservare infine che la notte di Natale del 1974 venne inaugurata la Chiesa parrocchiale dedicata al Santo in via Lanza nella città capoluogo.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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