Da 40 anni dalla parte dei lettori: “Nulla di nostalgico, voglia di futuro…”, intervento di Giuseppe De Petro dal mensile del 21 luglio 2023 (1)

Era martedì il 26 luglio 1983 quando Corriere Padano fu distribuito dall’Agenzia Golzi nelle edicole di Piacenza, Fiorenzuola, Carpaneto, Monticelli e Cortemaggiore. Non avendo contenuti che potessero interessare un territorio più ampio si limitò la distribuzione.

Vi chiederete perché martedì? Nessuna motivazione particolare se non quella che lo stampammo quando finimmo di scriverlo, titolarlo, comporlo a piombo, correggerlo e finalmente passarlo alla stampa a cui provvide una rumorosissima macchina a base piana. Ne tirammo 5000 copie e solo 2400 distribuite nelle edicole, le rimanenti utilizzando il servizio postale: tornarono in resa 1053 copie. Allora ci parvero tante, ma presto capimmo che il debutto era stato invece positivo.

Ma perché ricordare quei momenti così lontani, molto più di quanto esprima il calendario?

Perché ricordare fatti, figure, eventi, gioie e delusioni aiuta a comprendere meglio il presente ed aiuta a costruire il futuro. Vorrei dire ai lettori che la piccola comunità di Corriere Padano è di nuovo in cammino per provare a vivere da protagonista dell’informazione locale il futuro che si presenta sulle ali di trasformazioni epocali. Nei nostri ricordi non c’è nulla di nostalgico, ci anima invece la grande voglia di attingere dal passato le migliori esperienze utili al nostro futuro. Un futuro che ci veda protagonisti di un confronto all’interno della nostra comunità territoriale per una migliore coesione sociale, una evoluzione socioeconomica e culturale: quindi non spettatori. Senza dimenticare il nostro ruolo primario di garanzia per una informazione corretta, lontana da sensazionalismi, generalizzazioni e tamburi.

MARCELLO PRATI EDITORE DI LIBERTA’

Sono ambizioni che hanno preso corpo in un “brodo di coltura” in cui ho vissuto per anni. Papà Giorgio ha lavorato a Libertà come operaio fin dall’immediato dopoguerra quando si trattò di rimettere in piedi lo stabilimento tipografico danneggiato dai bombardamenti. Lo ricordo parlare spesso con mamma di Libertà, Democrazia Cristiana e Acli. Dopo qualche anno, Marcello Prati gli affidò l’incarico di responsabile del reparto “spedizione e distribuzione giornali”. Già sedicenne, il primo lavoro per Libertà: la domenica, dotato di un Motom attrezzato con due cassette, una davanti e l’altra dietro, contribuivo alla consegna dei giornali agli abbonati orfani del servizio postale domenicale. In tre riuscivamo a coprire tutta la città. Ebbi poi l’occasione di propormi come collaboratore alla redazione sportiva per seguire le squadre giovanili del Piacenza Calcio. Alle cronache sportive si aggiunsero poi le trasferte nel Basso Lodigiano dove Libertà aveva ambizioni di espansione. Nel 1967, da studente universitario, lavorai l’intera estate, nel turno serale dalle ore 20 all’una di notte, in vari reparti sostituendo chi “andava in ferie”: il telefonista Caprino, l’addetto alle telescriventi Campolonghi ed il correttore di bozze Bazzoni. Fu una esperienza indimenticabile e molto utile alla mia formazione editoriale.

GIORGIO DE PETRO

Formazione che si sviluppò ancora collaborando alle pubblicazioni di Idea Democratica, periodico della Democrazia Cristiana, poi del mensile “Piacenza e le sue valli”, edito da papà Giorgio, sempre di area democristiana e stampati presso lo Stabilimento tipografico di Libertà.

Una somma di esperienze che favorirono sia una rapida crescita professionale che lo sviluppo di un sistema di relazioni nel settore giornalistico. Incarichi saltuari mi legarono a Marcello Prati che spesso incontravo la notte quando prima di rincasare passavo in via Benedettine per salutare papà e incontralo nel suo ufficio di pochi metri quadri, forse meno di dieci. Era molto interessato al “clima” che si respirava a Milano epicentro delle tensioni tra crisi economica, diritti civili e anni di piombo. Si chiedeva che ricaduta stesse avendo tutto ciò  sull’informazione. Il suo obbiettivo dichiarato era traghettare Libertà nella contemporaneità dell’informazione in ebollizione: il debutto del quotidiano La Repubblica, il ruolo sempre più autorevole dell’informazione televisiva, l’espansione del Resto del Carlino sul territorio regionale erano segnali che coglieva come indicatori di un cambiamento ormai evidente verso una informazione più diretta al lettore, non gergale. Individuò la strada del cambiamento nella realizzazione di Telelibertà: era convinto che avrebbe aiutato il giornale a migliorarsi, così nel 1977 la tv iniziò le trasmissioni. Se da un lato “Marcello” ebbe attenzione per il prodotto, dall’altro sorvegliava con preoccupazione l’espansione del Resto del Carlino arrivato ad aprire una redazione anche a Parma. Il timore evidente era che succedesse anche a Piacenza. Fu argomento di numerosi incontri.

Una notte, alla presenza  di mio padre, esordì così: “Dobbiamo favorire l’uscita di un settimanale per andare incontro ai nuovi lettori di cui si parla e togliere spazio ad una eventuale iniziativa del Resto del Carlino a casa nostra”. Mio padre ed io ci guardammo negli occhi e compresi che ne era già stato messo al corrente. Tant’è che Marcello Prati aggiunse la proposta di attivare una nuova agenzia di distribuzione giornali per ovviare al disservizio causato dai ritardi del Corriere della Sera che costringeva anche Libertà ad arrivare in ritardo nelle edicole della provincia.

A quei tempi, i giornalai della città ritiravano i giornali ogni mattina; alla consegna nelle edicole della provincia provvedevano l’Agenzia Golzi per la val Trebbia, val Nure e val Tidone, mentre per la val d’Arda e la Bassa provvedeva l’Agenzia Menta di Fidenza. I loro furgoni si avviano però solo dopo aver ricevuto anche il Corriere della Sera che spesso arrivava in ritardo: vuoi per ritardi accumulati in fase di stampa o per la fitta nebbia sull’autostrada A1 che spesso causava tamponamenti.

Mio padre avrebbe dovuto provvedere all’organizzazione ed alla direzione della nuova agenzia, mentre mi fu assegnato l’incarico di iniziare a pensare ad una nuova idea di giornale settimanale.

Purtroppo, nel 1981 Marcello Prati si ammalò gravemente e in pochi mesi si spense lasciando tutti orfani del suo ingegno, grande umanità e lungimiranza: prima la famiglia e poi la comunità di Libertà.

Il direttore responsabile di Libertà Ernesto Prati, che aveva seguito i progetti di Marcello, ci comunicò che non era interessato a darne seguito essendo Telelibertà un impegno abbastanza complesso da portare avanti. Dopo poco, mio padre si dimise da Libertà e continuò a dedicarsi all’edizione di “Piacenza e le sue valli”. Come potete immaginare, la delusione fu tanta ed ogni volta che provavo ad accennare a mio padre di considerare noi l’ipotesi di un nuovo settimanale, la risposta era  sempre la stessa: “Impossibile, da soli non ci riusciremmo mai. Solo un progetto condiviso con Libertà avrebbe avuto senso”.

All’inizio del 1983 preoccupai mio padre dicendogli che avrei tentato di avviare il progetto discusso con Marcello Prati perché le motivazioni, a parte il voler togliere spazio ad una ipotetica iniziativa nella nostra provincia del Resto del Carlino, a mio parere, c’erano ancora tutte. Fu allora che pensai al titolo Corriere Padano per il nuovo settimanale: Padano perché dovesse guardare anche ai territori limitrofi, con più attenzione verso il Basso Lodigiano che avevo iniziato a conoscere grazie alle trasferte per Libertà agli inizi della mia esperienza giornalistica.

Nel giugno dello stesso anno si svolsero le elezioni politiche e mio padre mi coinvolse nell’edizione di un giornale elettorale, non meglio identificato, a  favore della campagna elettorale dei candidati piacentini della Democrazia cristiana: Paola Masera, Sergio Cuminetti, Giancarlo Bianchini, Dario Squeri ed Emilio Rubbi per il collegio senatoriale di Fiorenzuola-Fidenza. Fu allora che calai l’asso intitolando la pubblicazione Corriere Padano. Mio padre comprese la provocazione, ma non disse nulla. Per usufruire della riduzione delle spese di spedizione postali il settimanale cattolico di Lodi Il Cittadino ci offrì la possibilità di uscire come supplemento alla loro testata. 

Nonostante fosse una edizione elettorale il riscontro fu incoraggiante quanto bastò per decidere di continuare le pubblicazioni il mese successivo come testata regolarmente registrata presso il Tribunale di Lodi.

Nelle pagine speciali dedicate all’evento raccontiamo il contesto sociale, politico economico e culturale di quei giorni. Strada facendo, a partire da settembre, ogni mese altre pagine speciali ospiteranno interventi per raccontare il contesto maturato negli anni e il chiaro impegno di Corriere Padano di voler essere protagonista – come già detto – di un confronto all’interno della nostra comunità territoriale per una migliore coesione sociale, una evoluzione socioeconomica e culturale: quindi non spettatori.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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