“Craxi, Hammamet, il socialismo negato, gli eredi di Berlinguer”: dall’intervento di Piersergio Serventi in facebook

Socialdemocrazia, c’è molto da difendere e da ricostruire

Non resisto a dire la mia su Hammamet, dopo aver visto il film, letto i post dei miei amici coetanei socialisti, letto Bobo Craxi, Intini ecc. La prendo alla lontana. Per la mia generazione (ma forse anche prima e anche oggi) la passione politica era ciò che solo oggi mi sembra abbastanza chiaro: un modo di vedere il presente e il futuro del mondo e di collocare se stessi in questa visione, alimentato da miti e pulsioni (la psicoanalisi potrebbe aiutare) che avevano e hanno poco a che fare con il razionale. Ho letto quasi tutte le biografie dei grandi della storia degli ultimi 200 anni. Retrospettivamente oggi so che nessuno le ha fatte tutte giuste (cit. Bersani). Ergo, anche oggi nessuno le fa tutte giuste. E forse neppure tutte sbagliate. Ma la passione politica travolge anche la capacità di “vivere” davvero questa banale considerazione. Se ascolto l’Internazionale che ho nella versione diretta da Toscanini nel 1944 a New York, non riesco a trattenere la commozione, nonostante la realtà storica delle concrete azioni di Lenin (si, anche Lenin, non solo Stalin), Stalin, Mao…Nonostante il Togliatti per molti connivente di Stalin. Emotivamente non sopporto chi mi tocca Fidel Castro. Per non parlare dei partigiani. Anche di quelli che, tra il 1945 e il 1947, “giustiziarono” senza processo, circa 3000 ex fascisti, che “senza dubbio” se lo meritavano. Che dire dei 2-3 milioni di italiani che, fino agli anni ’70, votavano il MSI, quando questo non aveva nulla da offrire se non la fedeltà agli “ideali” del fascismo, nonostante i crimini acclarati del Duce? La passione politica trascende la razionalità. Anche ieri e oggi: Berlusconi, Renzi, Grillo, Salvini sono stati e sono oggetto di questo tipo di “passione”, anche se è notorio che non le hanno fatte e non le fanno tutte giuste. Io oggi sono senza passioni, ma per stato di necessità. E non so se sia un bene o meno. Perciò innanzitutto capisco e non mi sento di biasimare gli amici socialisti che, memori della loro antica passione, ancora “si risentono” per la fine di Craxi e approfittano del film, per rivendicarne la statura politica. Per parte mia ne ho apprezzato (anche quando era in vita e io ero fra i “miglioristi” nel PCI) l’iniziativa di aver proposto l’autonomia del PSI come riferimento per una transizione compiutamente socialdemocratica della sinistra italiana, mentre il PCI commise l’errore (con Berlinguer) di contrapporgli improbabili “terze vie” ed “eurocomunismi”. Fino al peccato originale che ancora ricade sul PD di oggi, subito dopo la caduta del muro, di aver dato vita ad un partito (Occhetto, D’Alema, Veltroni ecc.) senza la parola “socialista” nel suo nome. Il fallimento politico di Craxi ha, a mio parere, anche queste origini e queste concause. Poi c’è Tangentopoli che io non considero l’errore principale, nè causa di particolari demonizzazioni, proprio per la verità storica (benchè in parte diversa da quella giudiziaria) che, sul tema, ha riguardato non solo il PSI: a mio parere l’errore principale è stato non accettare, da parte del Craxi liberal-socialista-democratico e quindi consapevole della ineluttabilità della divisione dei poteri, il dato di fatto che anche la Magistratura poteva “non farle tutte giuste”, come in effetti non le fece tutte giuste. Per dirne una, un certo Davigo ancora oggi rilascia dichiarazioni inquietanti, anche se è altrettanto vero che la corruzione e i corrotti ancora oggi dilagano e inquietano del pari. Se il Craxi politico avesse prevalso sull’uomo e si fosse fatto processare, avrebbe scontato la sua condanna nei modi di legge, non sarebbe stato qualificato “latitante”, non sarebbe morto “in esilio” e forse avrebbe perfino salvato il PSI e il futuro della sinistra in Italia. Il Craxi uomo (lascio a chi lo ha conosciuto da vicino di giudicare se ben descritto nel film), con i suoi limiti e caratteristiche umane, ha scelto diversamente. Comprensibile per chi non pretende di giudicare l’uomo e, per i suoi “compagni” di allora, oggi anche legittimamente commovente, ma questa sua scelta non ne fa un martire politico di chissà quali “speciali” complotti. Tuttavia sul piano emotivo capisco, anche se non li condivido quando sono causa di passaggio nel campo delle destre, i risentimenti di molti (non tutti) ex socialisti.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.