Conigli utili per la pubblicazione: lesson four, son proprio conigli, no consigli

Da evitare peggio dell’ortica e della morte, la banalità. Ancor di più l’ordinario. L’ovvio. Il già visto e il già sentito.

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Per scrivere bisogna leggere molto, prendere esempio da chi ha già rotto il video. Per rielaborare l’esempio altrui alfine di migliorare il proprio stile, fare proprio qualche spunto, arricchire il proprio bagaglio.
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L’altrui fare? Uno stimolo per partire, decisi, col proprio. Convinti e rafforzati nel proprio metodo.

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A Dalila, sventurata consorte del poeta, non sono mai piaciuti i miei versi e, men che meno, i miei racconti.
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Non li capisce, li trova troppo crudi. Diversi. Con l’aggravante, dice, che a volte ci “faccio dentro”, cerco l’effetto speciale, “non sono naturale”, naturalmente secondo i suoi soggettivi parametri di normalità. Ma riconosce che lo stile è mio. Che forse ho assorbito stimoli e spunti da molti ma alla fine quel che esce è indiscutibilmente mio.
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Nessun editore potrà mai dirmi “scrivi bene ma così già scrive Fenoglio”.
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Io scrivo io. Io scrivo di mio (tutto nasce dalle mie osservazioni, dalle mie sensazioni, dalle mie elucubrazioni, dalle mie illusioni, talvolta confesso dalle mie rielaborazioni di spunti altrui ma che, a quel punto, in quanto rielaborati diventano elaborazioni diverse cioè mie).
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Io scrivo di mio ed io scrivo io. Nessuna paura, nessuna reverenza, l’unico rischio è il rifiuto. Dell’editore. Ma muerto un approccio con un editore, se ne cerca un altro e, di riffa (con compenso a forfait o a percentuale sulle vendite) o di raffa (a pagamento, con contributo da parte mia) prima o poi lo si trova.
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Allora le problem c’est le lecteur. No cherchez la femme. N’importe pas l’editeur. Cherchez le lecteur. Ci sono 54 milioni di italiani, il problema é raggiungere quei due su ogni milione che gustano il mio stile. Poi fa tutto il passa parola.
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Ecco perché, alla fine, conigli utili per l’acquisto è meglio di consigli.
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E’ simpatico (come i conigli), attira l’attenzione e la curiosità. Suscita sdegno (per l’errore presunto) e solidarietà con l’autore (il senso materno d’avvertirlo dell’errore).
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Sì. Meglio un simpatico originale coniglio sbarazzino piuttosto che un allineato consiglio riprodotto in cento dotti ma uguali manuali.

Il rimando a qualche esperienza personale? Potrei citare un racconto, “Mara”. Inviato al quotidiano della mia città senza rispettare i parametri massimi (di battute) fissati dalla redazione: è stato comunque pubblicato. Come dire che, nonostante disposizioni vincolanti e consigli dotti, un buon coniglio originale s’impone sempre e comunque.

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Quel racconto, spaparanzata sulla sedia sdraio in riviera (in estate il quotidiano cittadino “copre” Liguria, Romagna, Trentino, Piemonte, Valle d’Aosta), lo ha letto Mara Depini, che in parte (inconsapevolmente) lo ha ispirato con un racconto suo servito da stimolo iniziale.
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Naturalmente ha ribadito che non apprezza il mio stile, che dovrei scrivere più lineare, più semplice, senza troppi rimandi a situazioni diverse. Perché anche la Mara scrive e spesso pubblica sul quotidiano, pubblica su riviste letterarie (Inchiostro, ad esempio), vince concorsi. Scrive diverso dal mio scrivere.
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Scrive suo e quindi non capisce io che scrivo mio.
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Naturale, sacrosanto.
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Pochi giorni fa mi si è presentata in ufficio Rita. Commossa, ha detto, per aver letto “Mara”, come commossa ne è stata la madre. Entusiasta anche Fabrizia che, invece, di fronte alla lettura delle “foglie che penetravano attraverso le finestre chiuse”, preferisce ancora non far commento alcuno (naturalmente non tutti i conigli vengon col pelo bianco, l’autore poliedrico talvolta si sbizzarrisce e passa dal bianco al noir con apparente disinvoltura, tanto son sempre peli e colori suoi).
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Che dire, allora, al finir della fiera?
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Consiglio finale, ciascuno scriva di suo e presenti convinto ed orgoglioso i conigli suoi (ogni coniglio a mamma sua).

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

6 Risposte a “Conigli utili per la pubblicazione: lesson four, son proprio conigli, no consigli”

  1. Trovo questi conigli molto interessanti. Mi consola non essere il solo ad aver la dolce metà che non apprezza poi tanto quello che partorisce la mia testa 🙂

    Un caro saluto e a presto.

  2. E’ sicuramente un punto in più disporre del “critico” sotto lo stesso tetto. Se si supera brillantemente anche questo “ostacolo” nulla può il lettore medio o mediamente da ricercare

    ^__^

  3. mi tormenta il dubbio che forse con la mia acquisita parte cremonese dovrei protestare…

    ma poi penso che i conigli sono astuti nel nascondersi e nell’apparire al momento buono…

    che i tanti valorosi partigiani cremonesi abbiano imparato (anche) da mamma natura?

    evviva dunque il coniglio, specie quello nel campo Arzy!

  4. ecco, e ora rivado al ricordo di Adelmo, il mio coniglio….

    il lunedì sera era appuntamento fisso guardare assieme E.R., seduti sul dondolo a sgranocchiare cipsters.

  5. … non potrò mai perdonarmi ciò che in un giorno passato, e non molto lontano, ti scrissi a proposito di questi conigli !! ;-)))

    Complimenti a te e al tuo cappello : Tantissimi conigli ed altrettanti consigli decisamente utilissimi.

    Grazie!

    Felice domenica,

    Un sorriso. Giulia.

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