Congresso provinciale D.S., cena di lavoro dei delegati della Mussi, la corrente contraria al partito democratico

Una serata in riunione con la Mussi, la corrente D.S. contraria alla politica di Fassino e al Partito Democratico, la formazione politica che nascerà dalla fusione tra D.S. e Margherita che risulterà estranea al Partito del Socialismo Europeo.

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La corrente che a livello nazionale ha raggiunto il 15% dei consensi mentre nel piacentino si attesta sul 20% e nel capoluogo addirittura al 25%. Piacenza, ristorante latino di via Mazzini gestito da un compagno, di fronte a cibi messicani e cileni si prepara la strategia per il congresso provinciale di fine settimana.

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La mia presenza? Decisamente defilata: un tempo rappresentavo il Movimento Laburista ovvero quei socialisti che, uscendo dal P.S.I. in rotta, insieme a Valdo Spini avevano iniziato il lungo cammino che doveva portare alla nascita dei Democratici di Sinistra trattino (in piccolo) P.S.E., ovvero Partito del Socialismo Europeo. Ma quei tempi sono ormai lontani e, del movimento laburista, è rimasto al massimo un monumento alla memoria. Lentamente, soffocati dagli ex comunisti, tutti i compagni se ne sono andati e chi è rimasto ha accettato di integrarsi con il gruppo egemone per vocazione.

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Io mi sono iscritto ai D.S. tre anni fa, mi racconta Mauro, giovane ad un passo dai 25 anni seduto al mio fianco a tavola, proprio perché credevo nel Partito Socialista Europeo ed ora mi sento profondamente deluso da questa evoluzione che di socialista non mantiene nulla”.

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Seduto di fronte Luigi, sindacalista C.G.I.L., conosciuto al congresso del 2004 quando sosteneva la corrente Salvi, quella liberalsocialista, ed ora orientato verso la proposta di Diliberto: “perché sia chiaro che non potrò mai andare con Bertinotti, non sarò mai comunista, arrivo dal P.S.I. e socialista rimango!”

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Un altro socialista? Ma allora non sono riusciti ad estirparci ed anzi, a maggior ragione, cresce la rabbia verso un gruppo dirigente, quello del P.S.I. degli anni ottanta e novanta, che portò il Partito allo sfascio ignorando la questione fondamentale del valore dell’etica, in politica.

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Ma ora che fare?

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Si interrogano i compagni della Mussi, a meno di 48 ore dall’avvio dei lavori dell’assise provinciale.

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Presentare un candidato segretario di bandiera, questa la proposta di Davide. Gianni, responsabile della redazione del documento politico del gruppo, si tira fuori. Mario sarebbe disponibile ma comunque si allinea alla decisione della maggioranza. Perché candidato, dice Giulia, potrebbe anche essere una donna, tanto per lanciare un ulteriore segnale di cambiamento.

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Potrebbe però anche essere, sostiene Marisa, si decida per il voto in bianco. Oppure, interviene Giovanna, per l’annullamento della scheda con una frase simbolica uguale per tutti.

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Ma si potrebbe anche decidere di abbandonare prima del voto i lavori congressuali, di non partecipare ulteriormente a quello che sembra ormai un destino ineluttabile: la fase costituente del partito democratico.

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Sono una trentina i presenti, quasi tutti con responsabilità politiche di partito, in organismi di massa, nelle amministrazioni e tutti consapevoli che un lungo cammino è giunto al termine: non ci sarà spazio per nessuno, nei futuri organigrammi o nelle liste elettorali ormai patrimonio nelle mani delle oligarchie di vertice, delle nomenklature.

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Salvo naturalmente qualcuno non sia disponibile all’abiura dell’attuale scelta politica “dissidente”: dalla corrente di maggioranza pare siano già pervenuti segnali di apertura, per chi fosse interessato, naturalmente dopo un “giusto” periodo di quarantena.

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Ma forse si tratta solo di fango gettato su logori rapporti giunti al punto di rottura e di non ritorno tra compagni di vecchia data che ormai non si rispettano più.

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Miserie finali di una politica sempre più distante e sempre più incomprensibile ai più, una politica che consuma l’ennesima tragedia di un rito troppe volte ripetuto a sinistra, lo scontro tra gruppi incapaci di comunicare, arroccati su posizioni inconciliabili, dove il gruppo dominante non esita ad emarginare le minoranze dissidenti, con il tutto sovrastato da un fantasma, quello della scissione.

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Qualunque sia la scelta che maturerà nelle prossime ore sul come presentarsi all’assise provinciale, un fatto è chiaro: questo gruppo, quello della Mussi, è già finito, tra breve ciascuno prenderà una strada sua propria, dividendosi tra i diversi sentieri lungo i quali forse sarà possibile raggiungere il traguardo finale, il sogno del socialismo realizzato, oppure, più semplicemente, data l’età raggiunta, come sostiene Mario, verrà finalmente il tempo di dedicarsi ai nipotini.

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Naturalmente nello stesso tempo finisce l’esperienza dei Democratici di Sinistra, il partito nato per essere socialista ma che non ha mai saputo dimenticare, nei suoi uomini, di essere stato il grande Partito Comunista e che ora, più che dimezzato nei consensi, cerca di tornare agli antichi splendori rispolverando di fatto qualcosa che assomiglia troppo al compromesso storico di antica memoria.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

3 Risposte a “Congresso provinciale D.S., cena di lavoro dei delegati della Mussi, la corrente contraria al partito democratico”

  1. sono un ex militante della “mussi”…è tutto vero quello che scrivi…ma, se permetti, una domanda… non ti sembra che anche questa corrente e ciò che dice sia un pò sorpassata…un pò del secolo scorso?

    clark kent

    Ps. naturalmente io sono contro il partito democratico che vogliono fare fassino e rutelli

  2. i ds hanno fallito. per questo motivo fanno il pd e per altri 2: non ridare la sinistra dc al centro democisrtiano del 2000, per riavere un partito egemone nel centrosinistra e non solo, piu aperto a prendere voti dappertutto, e abolire definitivamente il passato comunista.

    peccato che i problemi sono altri, e non vengono sistematicamente affrontati.

    scommettete che tra 10 anni si riproporrà lo stesso problema che si è avuto col pds, e poi con ids? caleranno i voti, e cercheranno di accogliere altri moderati.

    e non capiscono il masochismo che si crea verso questo modo di intendere la politica, senza autocritica, senza mettersi in discussione.

    i ds hanno fallito, la margherita è completamente sballata, attaccata d UN VIRUS democristiano, il pds sarà l’unione di queste due situazioni.

  3. tagliare le radici non fa bene a nessun albero.

    io non mi arrendo a un’idea di futuro a nutrimento ogm.

    e nemmeno di una campagna con fossi cementificati a condurre tutte le acque in letti artificiali di fiumi violati.

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