Nei saloni di Biffi Arte, passati i primi (dove abbiamo ammirato le opere di Afran), eccoci a contatto con l’arte dei dipinti di Alessandro Savelli, artista classe 1955, milanese con studio a Desio. Come scrive Luigi Emanuele Rossi in apertura della monografia dedicata al pittore, Savelli ama ripetere che non conta il motivo per cui si decide di fareun quadro, conta solo come è fatto. Dunque non conta la storia personale dell’autore, non contano le sue emozioni riportate sulla tela, l’elemento importante è il risultato che vediamo, le emozioni che osservando proviamo, la lettura, l’interpretazione che diamo alla tela.
In altre parole, non importa affatto che Segantini – ad esempio – abbia dipinto delle mucche ma il modo in cui le ha incastonate sulla tela. Quindi quel che conta è il modo di come viene fatto il dipinto e la luce che dallo stesso irradia sollecitando il sentire di chi osserva e ‘penetra’ nell’opera. Ci si allontana dal reale, dal figurativo, l’opera visionata attraverso gli occhi ‘parla’ all’immaginazione, al sentire, al vissuto dell’anima.
Siamo dunque nelle logiche artistiche che hanno caratterizzato la sperimentazione e la ricerca del nuovo degli anni settanta e ottanta. Possiamo condividere, possiamo comprendere più o meno e in effetti non si può negare qualche perplessità rispetto ad un’arte che prescinde quasi completamente dall’immagine realistica, dall’apparenza, dalla visione del concreto, dall’indicazione, da tracce che possano guidare l’osservatore. Certo, luce, ricerca di dialogo con l’immaginazione dell’anima ma in questi paesaggi mancano case, non vivono uomini, non ci sono alberi, montagne, fiumi, govoni di grano, notti stellate, ragazze hawayane, accampamenti militari risorgimentali, ninfee, panorami avvolti nella neve e, sinceramente, mancano. Questione di gusti individuali. Certo infatti la visita è gradevole, l’ammirazione per l’arte comunque è presente ma, in tutta sincerità, l’incontro si conclude nella consapevolezza d’aver passato del buon tempo sereno e per questo non manca l’acquisto del catalogo, ma niente di più.