“Bocca di Rosa”, romanzo noir di Roberto Negro, Fratelli Frilli editore, 1^ edizione 2011, edizione speciale per La Gazzetta dello Sport 2024

Edito in prima edizione nel 2011 da Fratelli Frilli editori di Genova e attualmente riproposto come allegato de La Gazzetta dello Sport, il romanzo noir si svolge nel Ponente ligure con il fascino dei suoi borghi antichi e la bellezza del mare sul quale si affacciano.Storia di contadini che si improvvisano passeurs, di donne che si vendono per passione, di assassini senza scrupoli. La scena è quella del Ponente Ligure con il fascino dei suoi borghi antichi e la bellezza del mare sul quale si affacciano. Il racconto ci porta innanzitutto a Villatella, piccola frazione del comune di Ventimiglia, 400 metri sul livello del mare raggiungibile comunque in dieci minuti. Siamo ai piedi del monte Grammondo e seguendo vari sentieri si può giungere fino alla vicina Francia. Roberto Negro ci porta all’estate del 1979. Due amici contadini, contattati dal turco Suliman, accettano di favorire con cadenza mensile l’emigrazione clandestina verso la Francia tramite il Passo del Corna, destinazione Castelar Veil appunto oltrealpe. Tutto sembra procedere con tranquillità ma l’Ernesto, uno dei due amici passeurs, dopo l’ultima “impresa” decide di dire basta: vuole vivere una vita tranquilla con la sua sposa, Maria, crescendo la figlia appena nata. Non sospettano che il maresciallo Amato, grazie alla soffiata di un infiltrato nell’organizzazione, ha già organizzato il loro arresto. Ottenuto il mandato di arresto con al seguito dodici uomini, il maresciallo di notte lascia Ventimiglia e attraverso l’Aurelia giunto con tutta la squadra al bivio di Latte, presa la strada in salita verso Villatella, coordina l’azione. I militi circondano le due abitazioni di Allavena Luigi e del Bacigaluppi Ernesto. Intimano l’apertura delle porte ma, non ottenendo risposte, procedono all’irruzione. Non trovano nessuno. Nè a casa Allavena nè a casa Bacigaluppi. Solo la neonata in lacrime e sangue ovunque nella camera da letto dell’Ernesto e della Maria. Salto temporale di quasi trent’anni: eccoci a Ventimiglia, giugno 2008. Negro sembra cambiare completamente scenario. Innanzitutto ci presenta Bocca di Rosa, una procace e provocante ragazza che, in occasione della festa del Paese, è stata invitata a impersonare il personaggio immortalato da Fabrizio De Andrè su un carro allegorico pieno di fiori. Nessun problema a impersonare appunto una prostituta, “in fondo è quello che faccio“, dice la ragazza e così il carro diventerà il vincitore assoluto dell’anno. Nuovo cambio di scena: Riccardo Villani, titolare dello “studio commercialista Villani”, una moglie della buona società, Elisa, due figlie, Beatrice e Clotilde, osserva sullo schermo del computer le immagini del dvd appena ricevuto: un uomo nudo e a carponi viene tenuto al guinzaglio da una donna (col viso mascherato irriconoscibile) inguainata in una tuta nera di lattice che impugna un gatto a nove code pronta a colpire. Scarpe rosse dai tacchi a spillo, una di queste appoggiata sulle natiche dell’uomo (ovviamente lui) il cui viso mostra una smorfia di piacere, Il tutto accompagnato da una lettera che, pena la spedizione della lettera alla devota consorte, propone un accordo economico. 500.000 euro per garantire il silenzio. Firmato “Bocca di Rosa, la tua padrona“. Ma non basta, altro colpo di scena: Rita Finazzi, titolare dell’esercizio commerciale Sole e Luna Abbigliamento a sua volta riceve una lettera, sempre a firma Bocca di Rosa, con la minaccia di passare ai poliziotti le registrazioni di alcuni dialoghi intercorsi tra loro che rivelano l’organizzazione di un ricco giro di prostitute gestito per gli abbienti del posto da parte della Finazzi. Anche in questo caso il silenzio viene valutato 500mila euro “da versare entro fine mese“. Ennesimo colpo di scena: Viola, nella notte, viene disturbata da lamenti provenienti dalle scale del suo condominio. Apre la porta ma non è altro che un gatto, forse rimasto intrappolato. Decide di aiutarlo, lui scende per le scale, lei lo segue, fino al quinto piano dove il gatto si ferma di fronte ad una porta, chiaro segno che vuole rientrare in casa sua. Viola sta per suonare per vedere se qualcuno sia in casa e scopre che la porta è aperta. Entra e, arrivata in fondo al corridoio, vorrebbe urlare, fuggire da quel luogo ma le sue gambe sembrano diventate di pietra e la voce le si smorza nella gola. A questo punto lo scenario iniziale è completo e la scena porta il lettore nella camera del commissario Scichilone dove, nonostante siano le tre di notte, squilla il telefono: l’ispettore Peppino Capurro, il suo braccio destro, chiama. “Abbiamo il cadavere di una donna: è Bocca di Rosa“. Al lettore dunque il proseguire tra il susseguirsi di altri colpi di scena fino al finale che ricollega l’insieme di tutte le vicende raccontate comunque lasciando il lettore sconcertato e, forse, amareggiato sia pure solo superficialmente. Quindi chapeau a Roberto Negro per la capacità di saper far seguire un colpo di scena all’altro con una velocità a tratti disorientante ma realizzando un insieme che sa coinvolgere in una lettura a mozzafiato.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.