“Anni ’80 – Il fermento dell’informazione tra giornali, radio e televisioni locali”, articolo di Antonella Lenti in occasione dei 40 anni di pubblicazione del periodico Corriere Padano (2)

Tornare a quarant’anni fa (se si parla di informazione e si paragona la realtà di allora a quella di oggi) è come aprire l’armadio del tempo e ritrovarsi con due paia di scarpe e due capi di vestiario destinati gli uni ad essere indossati per le feste e gli altri per i giorni lavorativi.

Scandagliando meglio è solo apparenza perché tra i Settanta e gli Ottanta il lavorio giornalistico ha avuto grande vigore. I fenomeni, i periodi non possono mai essere giudicati e valutati con gli occhi dell’oggi. Devono essere calati nel momento in cui prendono corpo, crescono, si sviluppano sopravvivono o muoiono considerando i mutamenti sociali che si sommano, modificando, volta in volta, la realtà precedente.

Ecco, dunque, lo scenario nel quale ha mosso i primi passi il Corriere Padano che a luglio 1983 ha iniziato le pubblicazioni, prima come mensile e poi come settimanale.

Se si parla di informazione i “fratelli maggiori” erano i grandi giornali. In primo piano naturalmente il quotidiano Libertà, fondato da Ernesto Prati nel 1883 che si apprestava a festeggiare i 100 anni. Una storia alle spalle aveva anche “Il Nuovo Giornale” della Curia vescovile di Piacenza, uscito per la prima volta il 6 gennaio 1910.  Nel 1983 alla guida del settimanale vescovile era mons. Gianfranco Ciatti, direttore responsabile dal 1973 fino al 31 dicembre 1999.

Accanto a questi punti di riferimento storici la scena della carta stampata si arricchiva di volta in volta di pubblicazioni estemporanee più o meno durature. Nate per lo più da iniziative di singoli o con aree politiche di riferimento. Da citare il periodico Cronache Padane curato da Enrico Sperzagni già nelle edicole dal 1961 e “Piacenza e le sue valli” mensile di area democristiana fondato e portato avanti da Giorgio De Petro fino a quando lasciò spazio al progetto del Corriere Padano. 

Piacenza sembrava essere diventata un terreno appetito anche dalle testate nazionali. Il fermento di un’informazione che cogliesse tutti gli aspetti del Belpaese anche nelle zone più periferiche e lontane dai palazzi che contano si era fatta strada e su questa spinta – a differenza di quanto accade oggi – gli investimenti editoriali erano finalizzati ad ampliare il ventaglio di interessi, di lettori e di ceti sociali. Anni in cui si aprivano redazioni oppure si individuavano corrispondenti che potessero – se possibile quotidianamente – portare i fatti e le persone di Piacenza all’attenzione della cronaca, del dibattito e del costume sulle colonne nazionali.

Così, Il Giorno, La Notte, L’Unità, il Corriere della Sera, la Stampa avevano aperte le porte alla provincia silenziosa e laboriosa ospitando corrispondenze da Piacenza. Per lo più in quel periodo si attingeva da giornalisti professionisti e per lo più erano redattori del quotidiano Libertà o ne erano collaboratori.

Così si ricorda che Il Giorno pubblicava gli articoli di Sandro Pasquali, La Notte di Camillo Galba e successivamente di Ippolito Negri, Il Corriere della Sera – per Piacenza ha sempre rappresentato il giornale d’affezione dopo Libertà – affidava le corrispondenze a Pietro Boglioli e la Stampa invece si avvaleva della collaborazione di Ernesto Leone che di Libertà svolgeva il ruolo di caporedattore.

Nella mazzetta dei giornali che parlavano di Piacenza c’erano anche i giornali politici espressione dei partiti: PSI, DC e PCI.

Tra i giornali politici L’Unità ha annoverato diversi corrispondenti di Giovanni Rossi, Alice Presti (anche la sottoscritta fu tra questi)  e poi Giovanna Palladini quando, a metà anni Ottanta, Piacenza e Parma avevano a disposizione una pagina nell’inserto Emilia-Romagna. Quindi per L’Avanti, il giornale del PSI, il corrispondente era Claudio Arzani e invece scriveva sulle pagine del Popolo, organo d’informazione della DC, Bruno Cassinari che collaborava anche con l’Avvenire di cui era redattore il giornalista piacentino Roberto Mori.

Anche le agenzie di stampa nazionali avevano punti di riferimenti a Piacenza. In particolare,  l’ANSA di cui era collaboratore Ludovico Lalatta, redattore di Libertà. A dimostrazione di quanto fosse diventata centrale l’informazione e la comunicazione in questi anni un’altra accelerazione era avvenuta nel sistema informativo degli enti locali che avevano potenziato oppure istituito gli uffici stampa. Da ricordare per il Comune di Piacenza l’ufficio era composto da Sandro Pasquali ed Enrico Siboni, per quanto riguarda la Provincia invece responsabile dei rapporti con la stampa per conto dell’ente di via Garibaldi era Maurizio Gariboldi e dell’ufficio faceva parte anche Fausto Aosta.

La vera novità  per l’informazione e  l’intrattenimento era rappresentata dalle radio che, già nella seconda metà degli anni Settanta, si erano fatte largo cogliendo la grande opportunità di soddisfare  un bisogno nuovo arrivato anche dall’evoluzione che stava avvenendo nella società. Così galvanizzate dalle prime iniziative nazionali anche Piacenza non era stata da meno. Partite da un forte entusiasmo giovanile e caratterizzate dalla ricerca del puro intrattenimento, negli anni Ottanta le radio avevano iniziato a crearsi un notevole spazio nell’informazione alimentando un  rapporto sempre più fedele con i cittadini sia di città che di provincia. Radio Sound, ad esempio, è diventata un importante punto di riferimento per il largo pubblico di radioamatori. Ha preso avvio da Pittolo, con le prime prove tecniche già nel 1975. La passione come radioamatore aveva spinto Carlo Rossi e la moglie Rita Nigrelli ad iniziare l’impresa. La radio ha avuto il varo nel 1976, attività che si avvia ora al traguardo dei 50 anni.

Un nome non dimenticato è quello di Quarta Radio che ha mosso i primi passi partendo dall’esperienza di R.T.P tra gli anni Settanta e gli Ottanta: artefici dei primi anni sono stati Stefano Girometti e Alberto Cavazzuti. Negli anni Ottanta, come responsabile della radio,  subentrerà Daniel Bozzarelli: insieme ad alcuni collaboratori, curava servizi di carattere sociale e politico. Quarta Radio era una radio di sinistra che faceva riferimento al PCI ed era ospitata in via Chiapponi nella sede dell’allora Partito comunista.

Da segnalare poi anche “Radio studio Tel-Star” un’iniziativa nata da un gruppo di giovani che frequentavano la parrocchia di Sant’Anna. Si era alla fine degli anni ‘70 e aveva sede di fronte alla chiesa di Sant’Anna in via Scalabrini. Diverse le sedi, negli anni, tra cui Corso Vittorio Emanuele e poi in un locale sopra l’ex cinema in via San Vincenzo. La radio agli inizi, sull’onda della stranota Studio 105, diffondeva in gran parte musica, solo successivamente si era avvicinata al mondo politico che gravitava intorno alla Dc. È stato in quel momento che sono state introdotti servizi e spazi giornalistici.

L’impegno necessario alla gestione delle radio, di quel periodo, sia tecnica che di contenuti era basato sul volontariato che riguardava persino la costruzione delle attrezzature, “dal mixer all’antenna a Pigazzano”, ricordano i protagonisti. Da non dimenticare neppure “Radio Fiorenzuola” che negli anni 80 assume la denominazione attuale di Radio Fiore. Anche Radio Studio Delta ha avuto una storia breve ma intensa. Nata nel 1977 a San Nicolò è nei primi mesi del 1980 che inizia la sua storia e che si chiuderà alla fine del 1982.

Dalle radio alle televisioni.

Naturalmente Telelibertà: nata nel 1977, nei primi anni ‘80 aveva dato corpo ai primi programmi di informazione diventando un appuntamento giornaliero per il pubblico piacentino.  

Il Primo Maggio 1982 iniziava le trasmissioni TelePonte per iniziativa di un gruppo di volontari laici e cattolici coordinati dal parroco don Dante Concari e la collaborazione di Mauro Cadura assessore socialista della giunta di sinistra del Comune di Ponte dell’Olio. TelePonte ha continuato le trasmissioni adeguandosi via via alle normative e riuscendo a rimanere attiva per quasi trent’anni.

Antonella Lenti, giornalista professionista

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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