Accorpamento 118 Piacenza chiama, Bologna fa orecchie da mercante

Non sento, olio su tela di Elisa Gallenca. Un dipinto che ben rappresenta l’atteggiamento della Regione Emilia: deciso di accorpare il 118 di Piacenza a Parma non ascolta e non sente le rimostranze degli interessati imponendo senza ammettere discussioni.

Un intervento di Mauro Varacca,
iscritto a Sinistra Ecologia e Libertà di Piacenza

In questi giorni dove a Piacenza divampa la polemica di cosa saremo nel prossimo futuro, mi sono permesso di contattare, per vie informali, l’assessore Lusenti proponendogli una sua venuta a Piacenza per spiegare alla cittadinanza le motivazioni che porterebbero all’accorpamento delle centrali 118. Premesso che secondo me di questo tipo di argomento dovrebbe essere maggiormente informata la cittadinanza visti che è un servizio pubblico-sanitario destinato ai comuni cittadini e non solo ai politici o all’ Anpas e alla Cri, devo rilevare il diniego da parte di Lusenti di venire a Piacenza. Penso che l’assessore regionale abbia perso un’occasione per realizzare un momento di democrazia condivisa e di trasparenza politica. Un rappresentante delle istituzioni non dovrebbe mai venir meno all’ impegno di onorare il rapporto pubblico con coloro che lui governa. E’ vero, la nostra è una democrazia rappresentativa ma ogni tanto qualche contatto diretto con l’ opinione pubblica male non farebbe specialmente in questo periodo dove l’antipolitica la fa da padrone. Concludo facendo presente all’ assessore che queste mie riflessioni non dipendono dall’ essere contrario o meno all’ accorpamento del 118, magari se me lo veniva a spiegare avrei potuto dire “forse l’ assessore ha ragione“. Ma lui non è venuto.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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