“A ricordo di quanti non hanno avuto la nostra fortuna, buon tempo a venire, amico Rocco”

Dicevo (nell’articolo pubblicato il 9 agosto qui in arzyncampo) della copia del libro inviata a Roberto Atosi, compagno di sventura dei terribili giorni reciprocamente vissuti in un letto ospedaliero dopo aver incontrato il virus denominato Covid-19, l’infame. Da quelle corsie ospedaliere noi, al contrario di tanti altri, abbiamo avuto la fortuna di uscirne e il confrontarci, il raccontarci attraverso facebook ha rappresentato una medicina importante per la ripresa della vita quotidiana, della nostra vita. Restando in qualche modo amici pur senza mai incontrarci. Così come è stato con Rocco Devecchi, altro compagno di sventura e di lunghi confronti innanzitutto in quei mesi di lento riaffacciarsi alla nostra vita a partire dal 2020. Nel caso di Rocco ho dovuto ingegnarmi per trovare il suo recapito ma alla fine anche nella sua cassetta di posta è arrivata copia del libro. Ed ecco il suo commento, commosso.

Ciao Roberto anch’io oggi ho ricevuto questo meraviglioso regalo dal nostro amico Claudio, mi sono emozionato, riviviamo quei momenti. L’importante è esseri qui a parlarne e condividere quei ricordi. Ciao. Un abbraccio a voi.

Con la mia replica

Due…. colpi bassi! Mi hai commosso tu, Roberto. Mi hai commosso tu, Rocco. Oggi con Dalila e Edoardo, dopo una visita in ospedale (di Dalila) siamo andati al bar Tobruk, a Borgotrebbia, quartiere periferico tradizionalmente operaio. C’era una godevole brezza con la bandiera della pace affissa ad un’asta del bar che sventolava allegra e orgogliosa, vagamente guascona. C’erano quattro scalini da affrontare ma io non ero più con la carrozzina della quale nell’ultimo mese ho avuto necessità, avevo due stampelle e quegli scalini li ho letteralmente volati via. Ci siamo concessi tre buoni toast, due birre, una Coca, tre caffè uno macchiato. Quattro chiacchiere, due risate con Davide, il barista. Ma Lorenzo, ormai 7 mesi, tutto bene? Sai, da ierl’altro non ce lo fai vedere! E le due nipotine, emigrate a gennaio in Nuova Zelanda con papà Fabrizio e mamma Elettra, hai visto le ultime fotografie? Ah, che bella, la fortuna di vivere! Buona lettura, ragazzi ☺️☺️☺️

E, per una volta, la Nera Signora ha perso il treno, non era e non è il tempo del nostro incontro

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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