A Piacenza, in zona periferica, la chiesa parrocchiale di San Corrado, il ‘Santo incendiario’, eremita al servizio degli ultimi

La parrocchia di San Corrado Confalonieri in via Lanza a Piacenza

Sabato prossimo, 10 febbraio, parteciperò alla conferenza storica nell’ambito della mostra didattica “San Corrado e la Via Francigena” che si svolgerà nel Romitorio ospitale medievale di Calendasco. Nell’occasione della preparazione del mio intervento sono rimasto incuriosito dalla presenza di una parrocchia dedicata al Santo in città e ho immaginato una comunità locale particolarmente devota alla figura e alle vicende di Corrado, nobile e milite vescovile nella sua natia Calendasco poi sempre a Calendasco entrato a servizio nell’ospitale dei Terziari francescani in abito eremitico, diventato a sua volta frate francescano, partito per la Terra Santa giunse a Noto in Sicilia dove ha vissuto eremita in una grotta sempre a disposizione degli umili e degli ultimi.

Ho così letteralmente ‘scoperto’ in via Lanza (quartiere 2000) una chiesa a dir poco strana già nella forma architettonica, a suo modo sobria, povera, un pò marginale. All’esterno ma ancor più all’interno dove mancano i simboli della consueta magnificenza delle chiese cattoliche (quadri, statue, affreschi, soluzioni architettoniche e monumentali particolarmente preziose). A quel punto, come mi é stato indicato, ho scoperto che la costruzione viene definita “chiesa capanna” e, in effetti, il tutto sembra coerente con la scelta di vita del Santo caratterizzata dall’umiltà e dall’amore per il popolo degli ultimi. Come del resto coerente sembra la scelta del luogo. Via Lanza, dicevo, nel quartiere 2000 ovvero un quartiere popolare nato come processo di espansione urbanistica conseguente allo sviluppo degli anni ’60 e al processo di emigrazione dalle campagne e dalla montagna verso la città. Ecco dunque confermata la possibilità di un sentimento devozionale determinante la scelta dell’intitolazione da parte di una comunità di nuovo insediamento periferico e quindi presumibilmente popolare. Del resto, per quanto il Santo sia patrono non di Piacenza ma della natia Calendasco (oltreché della siciliana Noto), le fonti attestano il suo legame con la città avendo in parte vissuto nel palazzo dei conti Caracciolo, che ha la facciata principale su via Borghetto.

Santino di San Corrado, il ‘Santo incendiario’ spesso così definito a seguito dell’incidente nel corso di una battuta di caccia che lo avrebbe portato alla scelta religiosa

In realtà, per quanto rilevato, nessuna particolare devozione antecedente alla costruzione della chiesa o comunque, se sentimento presente, sicuramente non elemento determinante nella scelta che, a quanto risulta, fu tutta dell’allora vescovo Manfredini che, promuovendo la realizzazione di alcune nuove chiese negli ambiti territoriali delle periferie cittadine (così San Giuseppe operaio in via Martiri della Resistenza e San Vittore alla Besurica), volle contemporaneamente ricordare figure di Santi piacentini, come appunto le parrocchie di Santa Franca (alla Farnesiana) e appunto San Corrado Confalonieri nel Quartiere 2000.

Era il 1971 quando il Vescovo telefonò a don Pietro Petrilli che a Borgotaro seguiva i giovani di Azione Cattolica proponendogli l’incarico di seguire una nuova chiesa in zona periferica presente una notevole comunità di credenti. Ovviamente nel giorno dell’incontro con il Vescovo don Pietro ebbe l’amara sorpresa di scoprire che la gente c’era, la chiesa no. La tentazione di negarsi pare sia stata forte ma alla fine per spirito di servizio l’incarico venne accettato e il lavoro iniziò. Intanto il 20 settembre del 1973 iniziarono le funzioni in un garage in via Don Minzoni appositamente affittato. L’anno dopo, in un terreno poco distante iniziava la costruzione della chiesa e il 25 dicembre di quel 1974, a Natale, si celebrava la prima messa.

La gente, si diceva, c’era e infatti negli anni a seguire don Pietro, grazie alle molteplici collaborazioni, poteva realizzare molte strutture di servizio, soprattutto per quanto riguarda giovani ed anziani. Così ecco l’associazione sportiva San Corrado (1976), il centro sportivo (1979), la casa parrocchiale (1982), l’inizio delle attività scout (1984), il parco giochi per bambini (1985), le tribune del campo sportivo (1988), la casa scout (1992), il circolo ANSPI parrocchiale (1992), i campi per tennis e calcetto e l’illuminazione del campo sportivo (1994), l’apertura del bar ANSPI (1995), il campo da bocce (2000). Insomma una serie di attività e di realizzazioni che indubbiamente muovono nel senso dello spirito di servizio che ha caratterizzato la vita del Santo.

L’ultima nota ci ricollega a Calendasco e al Romitorio ospitale, oggi proprietà privata residenza dell’artista Bruno Grassi: all’interno della chiesa presente nel capoluogo oggi possiamo ammirare due dipinti realizzati da Grassi sulla Vita di San Corrado che si aggiungono alle precedenti donazioni di una statua del Santo e di una della Madonna oltre alla via Crucis di Paolo Perotti.

A questo punto non resta che lasciare un arrivederci a sabato 10 in quel di Calendasco all’interno del Romitorio che vale assolutamente la pena visitare per le meraviglie che ospita normalmente precluse al pubblico essendo residenza privata.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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