A Castel San Giovanni le campane tibetane per fermare “il soffio del vento” radioattivo di Chernobyl. Lunedi 19 dicembre 2016.

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19 dicembre 2016, Lucia Cassi con il concerto delle campane tibetane

Un’importante serata a Castel San Giovanni nella sede dell’Associazione IlChakradelCuore su iniziativa di Lucia Cassi per concludere un anno ‘letterario’ di grande impegno legato al trentennale dell’incidente nucleare di Chernobyl. Ancora una volta protagonista “Il soffio del vento“, con i suoi racconti, le testimonianze, le poesie che legge Dalila.

Trentanni sembrano molti ma in realtà sono tanti i problemi ancora aperti nonostante il sostanziale silenzio dei governanti per i quali il nucleare rappresenta un importante fonte di produzione energetica che evita investimenti nella cosiddetta energia alternativa.

Da quasi un mese in Ucraina un nuovo involucro costato 1,6 miliardi di euro (una cifra iperbolica pagata con i contributi di tutto il mondo) copre il reattore numero 4 della centrale V.I. Lenin a Prypiat, a pochi chilometri dalla silente Chernobyl sempre più silente e abbandonata.

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Lucia, a sorpresa, mi consegna un diploma attestato di riconoscimento per il mio impegnpo

I terreni, le foreste della vicina Bielorussia continuano ad essere contaminati dalle radiazioni portate da quel soffio del vento che in quei giorni apparentemente lontani spinse la nube fuoruscita dal reattore esploso sui cieli dell’Europa intera.

Mangiare i prodotti della terra e in particolare i funghi continua ad essere vietatissimo ma, come ribadisce Diana Lucia Medri, la fame non sta tanto a guardare, primo vivere oggi poi si vedrà, leucemia e tumore alla tiroide permettendo.

Diana, nata nella ‘Russia Bianca’ nel 1989, ha visto morire il padre prima, quindi la madre, la nonna, la zia, ma è stata fortunata, non è mai entrata in orfanotrofio: alla morte della zia è stata adottata da chi l’aveva accolta in Italia per gli annuali periodi di accoglienza dei bambini di Chernobyl. Ricorda ancora con nostalgia la sua terra d’origine e la sua gente, compreso chi la chiudeva in una stanza buia per vedere se ‘faceva luce’.

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Diana Lucia Medri, ancora una volta protagonista della serata con la sua testimonianza

L’assistenza di cui ancora i bambini bielorussi, ucraini, russi di oggi hanno bisogno e sono tante le associazioni di genitori disponibilli anche se gli anni passano e il ricambio diventa necessità e anche di questo “il soffio del vento” si fa portavoce per sensibilizzare le copie più giovani che purtroppo ben poco conoscono delle reali dimensioni della tragedia.

Ma, età anagrafica a parte, per tutti il nucleare resta un problema prima di tutto di informazione: anche se le quattro centrali italiane sono ‘spente’, resta il problema dei rifiuti prodotti, le scorie pericolosissime, con tempi di decantazione che arrivano a cifre incredibili, centomila anni senza avere una politica seria per la conservazione e lo stoccaggio. Sono stati definiti i criteri per individuare un sito nazionale ma, per evitare polemiche, su quei criteri è sceso il silenzio del Governo.

img_4973Resta infine il problema del futuro che vogliamo costruire. Negli anni 70 si teorizzava un piano energetico nazionale che, per non tornare alle candele, definiva la necessità di 72 centrali solo nel nostro paese. Gli anni sono passati, per fortuna nonostante la chiusura delle centrali esistenti, le candele si usano giusto per illuminare le sere di festa natalizie. Grazie alla produzione di energie alternative il nostro fabbisogno è soddisfatto quasi integralmente e solo in minima parte acquistiamo energia dai vicini paesi che ancora basano il loro presente sulla fissione nucleare.

Una quota che potremmo superare se, ad esempio, ogni volta che si realizza un nuovo edificio pubblico sui tetti degli stessi si mettessero pannelli solari. Scuole, Municipi, Asili e, nel nostro immediato, non abbiamo forse nuovi ospedali da realizzare, a Fiorenzuola e, ci raccontano, addirittura a Piacenza? Bene, e allora che i suoni delle campane tibetane arrivino alle orecchie dei Direttori Generali, degli Assessori, dei Presidenti, dei comandanti tutti affinchè illuminino il nostro futuro con quell’energia che non impone prezzi da pagare anche in termini di salute umana.

15622173_1648706905155052_8167398044687790435_nE, su questo obiettivo carico di speranza, Lucia Cassi ha coinvolto tutti i presenti in un’esibizione di yoga della risata come momento di comunità e fratellanza che inevitabilmente ha coinvolto tutti i presenti fino al concerto finale con le campane tibetane, momento di raccolta e meditazione, sdraiati sui tappetini predisposti a terra, portati in una dimensione altra, spirituale, fatta di visioni, di pace, di luci smaglianti, di animali simboli, la dimensione di quello che vorremmo un mondo migliore a misura d’esseri umane e non schiavo delle tecnologie e del loro enorme bisogno d’energia.

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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