Émilie Charmy (2 aprile 1878 – 1974) è stato un’artista delle prime avanguardie francesi e ha lavorato a stretto contatto con artisti di Fauve come Henri Matisse. Artista contro le norme per le donne francesi dei suoi tempi, ha realizzato nature morte, paesaggi, figure e, cosa molto rara per una donna in quel periodo, dipinti di donne nude.
Cresciuta in una famiglia borghese, il nonno vescovo di Tolosa e il padre che possedeva una fonderia di ferro. Orfana già quando aveva 15 anni, viveva col fratello maggiore Jean Barret con i parenti a Lione dove mostrò di avere un notevole talento per l’arte e la musica.
Nel suo tempo il mondo dell’arte bandiva le donne dagli studi d’arte o dalle accademie durante le sessioni con modelli dal vivo costringendole di conseguenza ad affrontare la pittura come un hobby o comunque a dipingere secondo una visione idilliaca della femminilità limitandole al ruolo della maternità. Charmy invece era completamente dedita al suo lavoro artistico (dal quale era interamente dipendente anche economicamente) e dipinge modelli femminili e prostitute, arrivando alla ricerca dell’espressione della sessualità femminile. Per lei “dipingere era un’ossessione che dominava molti altri aspetti della sua vita“. Il romanziere francese Roland Dorgelès ha descritto Charmy come “un grande pittore libero, al di là di influenze e senza metodo, crea il suo regno separato dove regnano da soli i voli della sua sensibilità. Sembra, vedere come donna e dipingere come uomo; unisce la grazia femminile e la forza maschile, e questo è ciò che la rende un pittore così strano e potente che attira la nostra attenzione “.
Dunque è la resistenza di Émilie ai tradizionali ruoli di genere e l’evitare il tema materno-infantile che la rendono unica per il suo tempo arrivando, possiamo dire, ad incarnare la nuova donna del 19 ° secolo.