40 anni del Corriere Padano e quel pezzo della storia fatto insieme nel segno di una città vivibile (3)

I 40 anni di pubblicazione festeggiati dal periodico Corriere Padano e in particolare l’articolo dedicato all’informazione locale di quegli anni ’80 della giornalista professionista Antonella Lenti sono l’ occasione per un viaggio della memoria tra i miei ricordi del vissuto personale. Confesso: avevo due sogni. Scrivere un libro e diventare giornalista. Sul finire degli anni ’70 avevo bussato alla porta di una ‘Scuola (privata) di giornalismo’ (allora non esistevano i corsi universitari) nei pressi di piazza Duomo a Milano. Con un vecchio amico d’infanzia e compagno di Partito, Augusto Bottioni. Eravamo entrambi in crisi lungo il percorso universitario ed eravamo pronti ad intraprendere quella scelta che doveva coincidere col nostro futuro. Fummo ammessi ad un dialogo con il Direttore della Scuola che, ascoltati i nostri sogni, fu impietoso: ormai superato il primo quarto di secolo, eravamo troppo anziani, non c’era posto per noi nel dorato mondo della carta stampata.

La laurea con la tesi sui progetti di legge in materia di tossicodipendenza

Tornati a casa con un filo di rassegnazione riprendemmo in mano i rispettivi libri universitari, ci laureammo, Augusto ingegnere, giurisprudenza per quanto mi riguarda, ma quei sogni rimanevano. La mia tesi di laurea esaminava i progetti di legge sul tema della tossicodipendenza. Ne proposi la pubblicazione ad una casa editrice piacentina specializzata in pubblicazioni giuridiche (La Tribuna). Anche in questo caso fui ricevuto da un editor in giacca e cravatta comodamente seduto dietro ad elegante scrivania. Mi disse di diventare prima un famoso avvocato, poi ne avremmo riparlato. Almeno a quarantanni compiuti. Beh, non mi sono abbandonato allo sconforto, mi sono rivolto ad una casa editrice sempre locale e di sinistra, La Nazionale. Adeguandomi al fatto di pagare di persona la stampa (un milione circa per 300 copie). Era se non ricordo male il 1982. Lo presentai in occasione della Festa socialista dell’Avanti al Palazzetto dello sport a Piacenza e alla fine, a conti fatti, vendendo 150 copie circa anche i conti economici tornarono ma soprattutto fu positivo il ritorno tanto per quanto all’aver realizzato un sogno e considerando le successive porte che mi si aprirono.

Corrispondente con l’Avanti! nazionale e l’iscrizione all’Albo dei Giornalisti (sezione pubblicisti)

Ecco dunque intanto la collaborazione redazionale con il periodico “L’opinione socialista di Piacenza“, mensile della Federazione del PSI e, poco dopo, con Cronache Padane, altro mensile indipendente ma sempre di area socialista diretto da Enrico Sperzagni. Infine, nella seconda metà degli anni ’80, grazie al sostegno di Franco Benaglia, Presidente della Provincia, l’incarico quale corrispondente dell’Avanti!, quotidiano nazionale organo del PSI. E qui il mio secondo sogno sembrava realizzato ma la politica, si sa, è fatto aleatorio. Intanto vero che avevo ottenuto come pubblicista l’iscrizione all’albo dei giornalisti ma quanto a compensi, poche lire che mai mi avrebbero permesso di vivere e ormai “tenevo famiglia“, moglie e due figli in crescita “che tenevano fame“.

La collaborazione con Corriere Padano

Non solo. All’interno del Partito sempre più mi allontanavo dai compagni che sembravano tutti abbagliati dal flauto magico delle moderate teorizzazioni craxiane. Non ricordo come fu e quando avvenne l’incontro con Giuseppe De Petro, padre padrone dell’allora settimanale “Corriere Padano” da molti considerato scandalistico ma che, dal mio punto di vista, aveva un pregio: scoperchiava la cappa di conformismo calata sulla città da parte dei “padroni” della stessa rivelandone il volto nascosto, quei fatti che il quotidiano locale, Libertà, taceva. Era il 1988 e Giuseppe mi affidò uno spazio preciso, seguire le attività del consiglio comunale dove appunto dominava quell’uomo che dall’ombra di fatto governava la città, Corrado Sforza Fogliani, avvocato, liberale, banchiere, NH ovvero Nobil Uomo. Fu divertente rintuzzare nei commenti dei giorni dopo le sue argomentazioni, contrapponendole al fare di quello che definivo il Cavalier che viene dal contado, ovvero Franco Benaglia, socialista di sinistra, prossimo a diventare Sindaco della città, magiostrino. Il quale però era stato chiaro: scegliere Corriere Padano diventata incompatibile con il rapporto con l’Avanti! e non solo.

Il Cavalier che viene dal contado

Quel fantastico nomignolo (che, per quanto mi riguarda, lo contrapponeva simpaticamente all’austero e supponente NH, Nobil Uomo, avvocato, banchiere, padre padrone del Partito Liberale e della città), quel richiamo al contado il compagno Benaglia proprio non lo digeriva, gli pareva canzonatorio così il rapporto sia politico che personale diciamo si afflosciò per ritrovare vigore non prima della seconda metà del decennio successivo, dopo lo scioglimento del Partito e la nascita del Movimento Laburista di Valdo Spini.

La possibile collaborazione con Italia Oggi grazie a Luigi Altrocchi e il crollo della Torre Civica di Pavia

L’esperienza con il Corriere di De Petro fu molto stimolante (e ben compensata) a partire dal rapporto con il resto della redazione anche e se non privo di qualche strisciante dissenso (in particolare con Antonella Lenti, ‘anima politica‘ di area comunista del settimanale). Ma, fatti i debiti conti, anche qui c’era il problema dei bisogni della famiglia. Comunque risultava di grande soddisfazione poter scrivere non solo dei fatti ma commentando pure: in altre parole nello stesso articolo fatti e opinione. Intanto, grazie all’allora direttore responsabile Luigi Altrocchi si erano aperte le strade per una collaborazione con il quotidiano nazionale Italia Oggi. Mi vennero pubblicati un paio d’articoli poi la redazione affidò a Luigi e a me la realizzazione di un inserto speciale su Pavia. Gambe in spalla realizzammo diverse interviste con rappresentanti economici e sindacali ma, mentre assemblavamo il lavoro fatto, il 17 marzo 1989 la torre civica della piazza crollò causando 4 morti e 15 feriti. Quello speciale che in breve doveva portare ad una collaborazione organica, venne dimenticato.

L’ipotesi di due anni di praticantato e le necessità del buon padre di famiglia

Fermo restando che, nel caso di una pur ventilata assunzione per poter aspirare al professionismo avrei dovuto aspettare almeno due anni con un praticantato a compenso minimo, adatto per un giovane ma non certo per un buon padre di famiglia (qui finalmente si capisce il senso del peso dell’età ormai troppo avanzata evidenziato dal direttore della Scuola di giornalismo milanese anni prima). Così affrontai l’avventura di un posto dirigenziale alla USL di Mirandola salutando a settembre 1989 (con grande rammarico) De Petro, la redazione del Corriere Padano e i miei sogni di un futuro nel giornalismo italiano.

Direttore responsabile del Pellicano, periodico del Circolo ricreativo dell’Ausl

Tornai in via Scalabrini, allora sede del Corriere, nel 1990, salendo le scale col cuore in gola per l’emozione. Trovai la porta chiusa con i ragazzi della redazione all’interno che stavano occupando la sede del settimanale. E qui finiva la mia avventura nel mondo del giornalismo anche se per anni ancora sarei rimasto per il Tribunale e per l’Ordine dei giornalisti direttore responsabile del mensile del Circolo ricreativo dell’Ausl, Il Pellicano, ma, questa, fu un’altra storia.

Narratore, Scrittore e Poeta

Intanto mi allontanavo o comunque limitavo anche la militanza politica sia pure collaborando a vari livelli con Laburisti, Pds, Ds, Sinistra Democratica, Sel. Infine sostenendo col voto Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana. No, non finivo con la mia partecipazione alle battaglie di quegli anni: la pace, il no al nucleare, la tutela dei diritti dei lavoratori, i diritto civili, la tutela degli anziani. Semplicemente valori, idee espresse con modalità diverse: soprattutto grazie alla scoperta di internet attraverso specifici siti dedicati mi confrontavo in versi, con la poesia. Liriche sociali, sfociate nella pubblicazione in un’antologia di un’editrice milanese (della quale ho fatto omaggio a quell’Antonella Lenti che ho sempre considerata mia ‘maestra‘ di giornalismo) e in un importante premio a Lodi Vecchio. Sono passati alcuni anni di incubazione poi, nel 2004, dopo la partecipazione ad un corso a Bobbio con Aldo Bellocchio – fratello del regista Marco – (dove con mio grande stupore ho ritrovato partecipante proprio Antonella) è uscito il mio primo libro di poesie, “È severamente proibito servirsi della toilette durante la fermata nella stazione” . Poesie di lotta e di resistenza. Pagata la stampa ma grazie a rap-presentazioni nei vari paesi i conti son tornati sia quanto a contenuti, riconoscimenti, ritorno economico. Qualche mese fa, sul quotidiano locale, una giornalista, Elisabetta Paraboschi, mi ha citato definendomi Scrittore e Poeta. Beh, in effetti oggi i libri alle spalle sono nove, le rap-presentazioni più di 80, la definizione data da Elisabetta può considerarsi meritata e dunque realizzato il primo sogno e quanto al secondo, in fondo pure: l’iscrizione all’Ordine è ancora attuale. Non mi resta che ringraziare Giuseppe De Petro e augurare ulteriore lunga vita al Corriere Padano, anche se oggi con foliazione ridotta e periodicità mensile. A proposito: Augusto Bottioni nel frattempo, dopo quel viaggio a Milano, continua a pubblicare libri storici a raffica e Antonella Lenti diventata giornalista professionista, è stata redattore capo al quotidiano Libertà e attualmente, oltreché tornata a collaborare col Corriere Padano, dipinge. Purtroppo invece Luigi Altrocchi poco dopo quei tempi ormai lontani ci ha lasciati come del resto altri hanno intrapreso nuove diverse strade salvo alcuni che hanno saputo ricavarsi un ruolo collaborando con il quotidiano locale, come Patrizia Soffiantini o Ermanno Mariani. Insomma, il fascino sottile del narrare storie, i fatti accompagnati da commenti e opinioni: gratificante, irrinunciabile. Con un solo consiglio: iniziare da giovani, quando il fatto economico può considerarsi speranza di un futuro da venire.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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