5 marzo 2021, giornata europea della logopedia. Post covid: “dopo un mese in terapia intensiva, mi risveglio dal contagio senza voce”

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Claudio-TGL-5.03.2021-IMG_20210306_125614-720x622.jpg
L’intervista sul telegiornale di TeleLibertà del 5 marzo 2021

L’articolo della giornalista Elisabetta Paraboschi introduttivo del video trasmesso nel TGL del 5 marzo.

Giornata europea della logopedia, l’Ausl di Piacenza presenta le sue esperienze. Si è parlato di telelogopedia durante l’incontro di oggi, 5 marzo,  che ha visto protagoniste da una parte le logopediste di Otorinolaringoiatria, Unità spinale di Villanova, Neuropsichiatria infanzia e adolescenza e Unità operativa organizzazione territoriale Michela Benvenuti, Cecilia Cardinali, Lucia Pradelli e Rossella Raggi e dall’altra Claudio Arzani, piacentino che un anno fa si è ammalato di Covid e dopo ha dovuto fare i conti con una serie di danni all’apparato vocale trattati attraverso la teleriabilitazione e non solo. In tre mesi sono state fatte circa cinquanta sedute a beneficio di pazienti non più solo della provincia e quindi impossibilitati a raggiungere con agio l’ospedale, ma anche della città – fa notare con soddisfazione Benvenuti – certo il rapporto di contatto con il paziente resta sempre importante e va ricercato, ma in questo momento la telelogopedia rappresenta un’utile soluzione”. Da parte sua Arzani ha raccontato il suo modo di vivere le sedute logopediche in remoto, ma poi anche in presenza.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è liberta-6-marzo-2021-IMG_20210306_115853.jpg
L’articolo pubblicato su Libertà, quotidiano di Piacenza, il 6 marzo 2021 a cura della giornalista Elisabetta Paraboschi

A seguire: la bozza del mio intervento, concentrato su uno dei tanti postumi del contagio: lesione corda vocale, parziale paresi laringe, voce azzerata

Tutto ha inizio alle 22.00 del 22 marzo 2020. Dopo una settimana di ‘banale’ influenza, la febbre sale, arriva una grave crisi respiratoria. Dalila chiama l’ambulanza. Intanto la crisi sembra superata ma non appena i due infermieri salgono in casa e col saturimetro verificano la situazione dell’ossigeno nel sangue non ci sono dubbi: di corsa al Pronto Soccorso di Piacenza.

Da quel momento per me, buio quasi totale.

Risvegliato ad aprile avanzato nel reparto diretto dal dottor Zanotti a Castel San Giovanni, ho invece preso coscienza che tra i tanti effetti delle pratiche sanitarie che avevano contribuito a salvarmi la vita, avevo una lesione alla corda vocale e una parziale paresi alla laringe.

Quindi, visto che cercavo di parlare ma nessuno mi capiva, il problema ero io che, semplicemente, credevo di parlare ma non emettevo suoni intellegibili.

Ma non solo non mi esprimevo. Ero costretto a mangiare ‘morbido’, a prendere medicine, pastiglie debitamente ‘tritate’, la deglutizione sia di liquidi che di cibi solidi comportava reazioni immediate, ovvero eccessi di tosse decisamente fastidiosi. Urticanti.

Dimesso il 17 giugno dall’ospedale, inizialmente iniziava la riabilitazione con l’assistenza domiciliare infermieristica per curare la terribile piaga da decubito di livello 3 (un “buco” dove poteva tranquillamente entrare una mano chiusa a pugno) e di terapia fisica innanzitutto per mettermi in condizione di alzarmi dal letto e di camminare utilizzando un deambulatore. Per questo solo a fine luglio, ottenuto il ‘permesso’ da Isabella e Valentina appunto le due terapiste domiciliari, ho avuto il primo contatto con l’ambulatorio di logopedia presso ORL gestito dalla dottoressa Michela Benvenuti.

Difficoltà di respirazione e di movimento condizionavano tuttavia la possibilità di frequentare l’ambulatorio oltre a qualche problema psicologico: 88 giorni di ricovero alle spalle rendevano difficile un ritorno in una ambiente ospedaliero. Per cui si pensò di provare un diverso tipo di logopedia ovvero con collegamenti dal domicilio grazie all’utilizzo di un pc avuto in prestito dall’Ausl.

Metodo innovativo, capace di generare curiosità ma anche simpatia (questo grazie al ‘metodo’, all’approccio molto personalizzato della dottoressa Benvenuti), di farmi sentire a mio agio, di stimolare l’impegno a seguire esercizi ed indicazioni in vista dell’impegnativo collegamento successivo, un po’ come tornare a scuola, insomma.

Purtroppo la logopedia a distanza, la telelogopedia, richiede un perfetto funzionamento dei collegamenti via internet. In quel periodo erano ancora in corso i lavori per portare la fibra nella mia zona così ogni tanto l’immagine si bloccava, non sempre era facile capire. In aggiunta si esaurì la pila del pc che ho dovuto riportare in Ausl per la ‘ricarica’.

Nel frattempo però avevo superato il deambulatore, mi muovevo con una sola stampella, le difficoltà di respirazione erano dimenticate, gli esercizi avevano avuto efficacia, la voce era nettamente migliorata così il passaggio alla frequenza dell’ambulatorio in presenza è stato naturale, utile per gli ultimi ‘perfezionamenti’.

Oggi 5 marzo 2021 a 260 giorni dalla dimissione dall’ospedale di Castello (avvenuta il 17 giugno, 88 giorni dopo la corsa in P.S.), ho ripreso quasi completamente la mia voce (resta una leggera inflessione rauca prima inesistente), parlo, disquisisco, alzo o abbasso i toni alla bisogna, mi alimento normalmente e solo a fine marzo avrò un nuovo forse ultimo controllo.

Grazie alle sedute di logopedia, prima a Castello durante il ricovero, poi a Piacenza nell’ambulatorio istituito presso l’Otorinolaringoiatria gestito dalla dottoressa Michela Benvenuti, della quale voglio evidenziare che, a parte il trasmettermi tecniche di vocalizzazione, devo ringraziare per non solo aver affrontato il problema della cura ma di avermi saputo seguire in quanto persona.

Cercando di conoscermi, di parlare delle mie aspettative e anche del suo vissuto, del suo essere persona. In altre parole creando un rapporto personale fondamentale per aggiungere motivazione a motivazione, continuità anche a fronte di qualche difficoltà nel percorso riabilitativo.

Alla fine lei ha evidenziato il mio impegno negli esercizi che mi ha portato appunto a buoni risultati in un tempo relativamente breve (appunto con ‘lezioni’ durate da fine luglio a ottobre) e, se questo è stato condizionato dalla mia volontà di resistere al virus, in buona parte è anche stato merito non solo delle tecniche formali di cura della dottoressa Benvenuti (telelogopedia inclusa) ma anche e soprattutto del rapporto umano creato, ben oltre a quello che di consueto intendiamo come il semplice rapporto tra medico curante e paziente malato bisognoso certo di cura, di esami, di diagnosi, di farmaci ma anche e soprattutto di umanità.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.