Post covid: 14° giorno di ricovero in malattie infettive. Tutti infermieri maschi. Giuro!

By Milo Manara

Domenica 11 luglio, 14° giorno di ricovero in malattie infettive. 482 giorni dopo il contagio, 476 dopo la corsa a sirene urlanti fino al PS dell’ospedale. Polmonite interstiziale. Covid. 408 dalla “guarigione” dopo aver lottato tra la vita e la morte negli 88 lunghi giorni passati in ospedale, a Piacenza prima, Castel San Giovanni poi. Ed ora? Come dicevo, tacendo di tanti altri interventi dal giugno 2020 in poi di riabilitazione, recupero, controlli, ospedalizzazione, terapie domiciliari, ambulatoriali, in day-hospital e chi più ne ha più ne metta, 14° giorno di un nuovo ricovero (dal 28 giugno 2021) stavolta in malattie infettive. Per debellare il batterio contratto tra marzo e aprile 2020 per le cure salva vita praticate in rianimazione prima e terapia intensiva poi. Klebsiella pneumoniae, il suo nome, con sviluppo e relative infezioni innanzitutto intestinali. Tre flebo in endovena di antibiotici al giorno, mattina, pomeriggio, sera, 3 ore ciascuno. Un ambiente assolutamente asettico. Infermieri e operatori giuro tutti maschi forse bionici. Vengono, intervengono, assolutamente meccanici e silenti, se ne vanno. Meccatronica sanitaria. Robotizzazione. Incomprensibili, dunque, i messaggi da Radio Londra dei quali parlavo già nel post di ieri. “Dalila avvistata all’uscita dal magazzino di Bulla Sport con un carro di mazze da baseball”. Non solo: “Il carro staziona a poca distanza dal confine con l’Arzeibanclaud“. Oscuri messaggi cifrati dalla dubbia destinazione e ignota interpretazione. Che comunque mi vedono del tutto estraneo. E men che meno capisco di quelle volte nelle quali a Radio Londra si sovrappone Radio Maria, con le sue litanie che ricordano tanto i requiem. Ripeto: qui tutti infermieri maschi, nessuna propensione a rapporti di empatia e umanizzanti, solo rigida applicazione di procedure e cure standardizzate, robot senz’anima. Giuro. Come? Cosa dite? Di quella ragazzina, forse neanche ventenne, sulla casacca la scritta “Tirocinante”, che tutte le mattine appare a provarmi la febbre sorridendomi e non mancando di scambiare 4 chiacchiere per tacer dello splendido caschetto di neri capelli che l’assomigliano un poco a Cleopatra e un poco alla Valentina, quella dei fumetti magistralmente disegnata da Crepax? Ovviamente niente altro che una visione. Indotta. L’ho detto: l’antibiotico della mattina è un mix speciale di misteriose sostanze. Non è escluso fosse usato anche dagli Uomini della Medicina delle tribù Sioux per entrare in trance e dialogare col grande Bisonte Bianco, Manitou. Cosa dite? “Vogliamo parlare di Lence, portatrice di luce in base al greco antico, quella splendida infermiera del pomeriggio che vien dalla Macedonia con i grandi occhi che ti regalano i sorrisi dell’anima?”. Belin, non vi sfugge proprio nulla! E comunque ve l’ho già detto: c’è l’antibiotico della mattina e c’è quello del pomeriggio, notoriamente – lo san tutti – già utilizzato nel lontano 1600 da quella principessa mescalera in eremitaggio con i suoi due feroci guardiani Puma sull’altopiano Mexicano dove aveva contatto diretto, grazie allo stesso mix di antibiotici, con gli antichi dei Atzechi dispensando vaticini sulla fertilità e sulle gravidanze delle pellegrine che portavano doni e collanine colorate fatte artigianalmente con le loro mani. Così io, poveretto, dalla visione mattutina a mia insaputa mentre nella stanza entra quell’infermiere maschio silente e dal volto truce, subisco la visione della splendida Lence e Radio Londra pare impazzita lanciando messaggi di accumoli di mazze da baseball da parte di Dalila in vista d’un mio ritorno a casa. Come? N’avete ancora da dire? Ora insinuate l’arrivo la sera di Sveva, infermiera frizzante come una coppa di gustoso e spumeggiante Brut dove di brut non c’è proprio null? Beh, vi faceste innanzitutto una barcata di fattacci vostri, e comunque alla sera, alle 23, è la volta del terzo mix di antibiotici giuro somministrato dal solito infermiere robotizzato col volto assonnato e annoiato oltreché con la barba lunga e la casacca blu stropicciata. Giuro! “Ma vogliamo parlare anche di quell’infermiere carina, carina, carina, anzi, carina, carina, carina 4 volte e più carina con la quale avevi urlato il giorno del tampone antigene positivo e che inaspettatamente è tornata e ti ha sorriso e tu le hai sorriso pensando ma quanto è carina, carina, carina, anzi 4 volte e più carina, carina, carina? Per tacer del fatto che nel reparto non si bada solo alla cura, alle procedure, alle prassi, ma ti si regalano chiacchiere, sorrisi, umanità?”. E va bene, ho capito. Domenica 11 luglio 2021,14° giorno di ricovero in malattie infettive. Nessuna prospettiva di ritorno a casa salvo subir le botte di Dalila. Magari nemmeno con la mazza da baseball. Radio Londra, unita a Radio Maria, parla dell’Album delle figurine Panini debitamente arrotolato che, battuto sulla schiena, fa un male cane! Per ogni sorriso ricevuto, una bella albumata. E per le chiacchiere? Altra albumata! Si mormora di un deputato democratico americano che, in visita a Guantanamo, in guardiola abbia notato copia di un album Panini e subito, insospettito, abbia chiesto l’istituzione d’una speciale commissione d’inchiesta. Ma, pure, si dice di decine di richieste alle edicole di album Panini e relative figurine da parte di agenti di Polizia Penitenziaria in borghese, le tristemente famose mele marce d’un albero sano. Pure si parla di rammarico da parte dei Carabinieri della Stazione Levante di Piacenza, avvezzi a menar fior di botte a piccoli spacciatori e presunti tali lasciando segni evidenti che mal gliene colse in Tribunale, a quei Carrabbinieri. L’Album Panini con tanto di figurine debitamente arrotolato? Un segno di civiltà, un’opportunità, una mattanza di botte che fanno male senza lasciar segno, senza ossa rotte, senza sangue. Con in più, nel caso del collezionista, un’irrimediabile (metaforica) ferita al cuore. Ma ci si pensa? Una, dieci, cento scuole Diaz a Genova, a Venezia, in Val di Susa, senza lasciar traccia alcuna! Album Panini con tanto di figurine debitamente arrotolato, Santo subito! In pensione il famigerato manganello nero, ormai demode’ e così volgarotto, simbolo di tempi grezzi: modernità, modernità. Album Panini con tanto di figurine arrotolato, simbolo dell’Italico genio, campione d’esportazione, modello internazionale, utile al mondo intero, in special modo per i poliziotti americani nelle manifestazioni dei portoricani, dei neri, degli hippy, degli afroamericani, dei nativi pellerossa (gli italoamericani no, quelli oggi sono evoluti ma stiano attenti a non sgarrare, si possono sempre rinverdire i bei tempi andati, quelli dei Sacco e dei Vanzetti, delle botte e dei linciaggi, un buon police man non nega botte a nessuno). Comunque, per quanto mi riguarda, in caso di dimissione, mazze da baseball o album Panini che sia, piuttosto che ritornare a casa mi converrà trovar rifugio sotto il ponte del Grande Placido Fiume. Quel ponte stradale sopra al quale, ennesima visione indotta, passano ogni giorno le infermiere (oltre alle Oss, operatrici socio sanitarie, e le ausiliarie addette alla sanificazione della stanza, compresa quella che si presenta con la cuffia colorata con fiori che profumano di Primavera e la fan ancor più bella di quanto già non sia) che abitano nel basso lodigiano e vengono al lavoro nell’ospedale della mia Piacenza, il buon vecchio Guglielmo da Saliceto. Domani, lunedì, passa la visita medica. Supplichero’ di ritardare il più possibile la dimissione, rassegnandomi a convivere con le visioni a mia insaputa di splendide creature indotte dai mix di antibiotici. Mattina, pomeriggio, sera e notte inclusa. Mentre Dalila, abbandonate le volgari mazze da baseball, par che arrotoli album di calciatori Panini un campionato dopo l’altro. Ma nella notte un angelo biondo, di nome Teuseta, m’apparve in sogno, forse a sua volta indotto dal mix di antibiotici serali (o forse era Dalila stessa opportunamente camuffata). Disse che esiste un’alternativa capace di smantellare tutti gli arsenali di Album Panini completi di figurine arrotolati. Telefonare e chiedere appuntamento a tal Fugazzi Oreficeria nella via principale della città dove in vetrina fa bella mostra di sé quel bracciale con tanti diamanti originali del Sud Africa. Così del resto parlò e confermò anche Radio Londra. Domenica 11 luglio 2021,14° giorno di ricovero in malattie infettive: dimissione? Vade retro! Libera nos a malo, Domine!

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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