21 agosto 1968, piangendo per Praga, USA e Urss come SS, no al capitalismo, no al comunismo, viva libertà e anarchia

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 Praga, stop tanks

www.parodos.it/…/immages/kundera.htm

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Che cosa stessi facendo, quel 21 agosto 1968, non mi è dato ricordare. So che ero nel salotto di casa, nell’angolo della libreria con scrivania incorporata, ascoltavo la radio, forse leggevo. Certo non studiavo. Chiusa la questione terza media con esame finale dall’esito discreto, ero in attesa dell’inizio della nuova avventura. Liceo scientifico, era stata l’indicazione dei professori e la scelta di molti amici, compresi alcuni tra quelli d’infanzia, come Filiberto Putzu, oggi medico di grido, consigliere comunale per Forza Italia. Eravamo cresciuti insieme, in quella casa di periferia, fuori mura, dove sarebbe iniziato lo sviluppo della città investita dal benessere del boom economico. Passavamo ore a giocare coi soldatini di carta ritagliati dal Corriere dei Piccoli. Poi insieme alle scuole elementari. Divisi invece alle medie dato il trasferimento della mia famiglia “entromura”, ed ora Filiberto mi sollecitava a condividere la sua scelta liceale, per ricongiungerci. Ma io no, pensavo a mio padre, capotreno in ferrovia: come avrei potuto sostenere la mamma casalinga, qualora [ corna e bicorna ] al babbo fosse successo qualcosa? Una famiglia basata sul lavoro, niente fronzoli ammessi, il gioco della cultura non valeva il rischio, la cultura era ancora un fatto riservato ai figli della buona borghesia, ai “signori”, ai “padroni”, come diceva mamma (riaffiorava la sua cultura contadina). Dovevo iniziare un percorso di studi che mi garantisse sbocchi professionali anche prescindendo dall’Università. Il riferimento diventò Remo Bonomini, marito dell’Olga, la sorella del babbo: contabile capo del Comune di Fiorenzuola, unico diplomato di tutta la famiglia, in pratica l’intellettuale di casa (leggeva perfino i Gialli Mondatori e acquistava regolarmente Selezione dei Reader’s Digest!). Insomma, avevo deciso di iscrivermi all’Istituto Tecnico, a Ragioneria. Cosa facessi dunque in quel pomeriggio non ho ricordo del dettaglio. Non studiavo. Forse leggevo (di nascosto da mammà) un qualche romanzetto con sfondo d’intrigo sessuale, magari i “Peccati di Peyton place”. Di certo ascoltavo alla radio “Bandiera Gialla”, la trasmissione di musica e frivolezze giovanilistiche varie di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Andavano il rock e il beat specie d’importazione dalla mitica Londra, era in declino il flower sound della west coast californiana, dai ghetti di New Orleans imperversava il soul e s’affacciava il funky.

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“Dirigenti di partito e di Stato della repubblica socialista cecoslovacca si sono rivolti all’URSS e agli altri paesi alleati, chiedendo di fornire al popolo cecoslovacco fratello un aiuto immediato, anche con l’ausilio delle forze armate… Le misure intraprese non sono dirette contro lo Stato… Esse servono alla pace e sono dettate dalla preoccupazione di rafforzarla”

[Pravda, agosto 1968]

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Improvvisamente, e questo non l’ho scordato mai per tutta la vita, Arbore concitatissimo al microfono interrompendo la musica disse della notizia di Praga invasa dai tanks sovietici. Stupendo a sua volta, parlò dei ragazzi che stavano affrontando i mostri d’acciaio con le molotov o ponendosi di fronte ai carri impedendone l’avanzata. Lotta disperata e senza speranza per la libertà. Fu assolutamente totale l’identificazione con quei ragazzi ai quali mi sentivo accomunato prima di tutto per fatto generazionale eppoi per il fatto che Dubcek, il Presidente della nazione invasa, papà mi disse che era socialista. Non che ne capissi moltissimo ma essere socialista, di quelli di Pietro Nenni, come lo era il babbo, significava essere dalla parte del lavoro, contro capitalisti e padroni in genere, contro quelli che vedevo viaggiare in Jaguar mentre noi a malapena ci eravamo appena permessi il passaggio dalla Vespa alla nuovissima Fiat 124 naturalmente a suon di firma di cambiali.

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Pax sovietica

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Insomma, Dubcek e il popolo cecoslovacco li sentivo dalla mia parte, dalla parte del mio mondo, fatto anche di povertà, di sacrifici, di rinunce, di lavoratori appunto, operai, muratori, contadini. Mentre, da quel momento, i compagni sovietici, i comunisti, burocrati di un partito che si sovrapponeva ai lavoratori, che si imponeva con la forza delle armi, per me diventarono i compagni in errore: il sole dell’avvenire, la società socialista non poteva essere in antitesi con la libertà dell’individuo.

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Il popolo con Dubcek

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Certo la mia maturazione politica era ancora da venire, origliavo senza capire delle gesta di ragazzi, genericamente indicati come “i giovani”, organizzati in gruppi come Avanguardia Operaia, come il Partito Socialista di Unità Proletaria, come Lotta Continua. Sentivo parlare di scontri nelle Università e papà ogni tanto era a casa per sciopero, oppure raccontava di treni bloccati perché gli operai delle fabbriche occupavano i binari nelle stazioni.

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Naturalmente non capivo. Però un paio d’anni dopo, ormai in seconda superiore, a 16 anni compiuti, sulla copertina del mio diario scrivevo “USA e URSS = SS, no al capitalismo, no al comunismo, viva libertà e anarchia”. 

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Democrazia dell’Armata Rossa,

www.parodos.it/…/immages/kundera.htm

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C’era una volta un grande Movimento, 1968-77

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C’era una volta un Re, / un po’ vanesio invero, /

che avrebbe fatto parlar di sé / per quell’unione fuor di riga / baci appassionati, baci vietati, / violazione del  senso del pudore / giù in strada con signora Contestazione. /

C’era una volta un Re,Sua Maestà il ’68 /

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commons.wikimedia.org/wiki/Image:My_Lai_massa..

16 marzo 1968, strage U.S.A. nel villaggio di My Lai

Atrocità che ricordano la guerra d’Algeria e le decimazioni dei nazisti sono compiuti dai soldati americani nel Vietnam: il 16 marzo nel villaggio di My Lai, a Song My, un battaglione di marines, comandato dal tenente William Calley (26 anni) abbatte con i mitra tutta la popolazione civile (circa 400 persone) in prevalenza vecchi, donne e bambini (alcuni neonati) seppellendoli in fosse comuni.

Il massacro si conoscerà soltanto nel 1969,

per la denuncia di un soldato.

Calley viene arrestato

e nel 1971 sarà condannato all’ergastolo da una corte marziale.

Nixon lo farà scarcerare alla fine del ’74.

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

2 Risposte a “21 agosto 1968, piangendo per Praga, USA e Urss come SS, no al capitalismo, no al comunismo, viva libertà e anarchia”

  1. Chiedo scusa ad anonimo per la cancellazione dei suoi articolati post che purtroppo erano portatori di virus.

  2. Mafia della Cia nazista attuale dietro. Scrissi da un computer di un rinomato posto. Mafia nazista della Cia attuale, ne piu, ne meno.]

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