Viaggiando in treno per visitare la retrospettiva su “Giovanni Segantini – Il ritorno a Milano”

Costume grigionese, olio su tela di Giovanni Segantini


Sono tanti i modi per raccontare d’una mostra, in questo caso la retrospettiva dedicata a Giuseppe Segantini in corso a Milano Palazzo Reale fino al 18 gennaio. Il racconto di viaggio del signor Alessandro Prandi pubblicato nella rubrica “Lettere al Direttore” di Libertà quotidiano di Piacenza edizione di lunedi 19 mi sembra sicuramente originale. Per tutto l’insieme ma in particolare per la chiusa rivolta agli amministratori della nostra città, Piacenza.


Sull’umile treno che mi porta da Piacenza a Milano, a un tratto avverto la necessità di recarmi alla toilette. Apro e chi vi trovo dentro come sardine in una scatoletta? Tre giovani di colore che si nascondono al controllore. Non hanno il biglietto e vengono da Pontremoli. Così mi dicono, pensando che io sia un dipendente delle Ferrovie.

La raffigurazione della primavera, olio su tela di Giovanni Segantini

Li invito a lasciarmi il posto. Risposta: “Andare tu in un altro bagno”. Cosa che faccio. Mi sto recando a visitare la mostra del pittore Segantini; già m’immagino la pace dei pascoli dipinti e non ho intenzione di accapigliarmi con chicchesia. Loro, tra l’altro, sono in tre e sulla carrozza c’è solo una mamma in dolce attesa, che ben poca manforte potrebbe darmi.

Ave Maria a trasbordo, olio su tela di Giovanni Segantini

Nel periodo delle festività il personale Trenitalia scarseggia, per cui il controllore non passa. Alla stazione di Rogoredo i tre escono dal rifugio e scendono dal treno. Pontremoli-Milano gratis.

Le due madri, olio su tela di Giovanni Segantini

Parafrasando papa Francesco mi dico: chi sono io per giudicare tre stranieri di cui sconosco la nazione di provenienza, il motivo per cui sono approdati in terra italiana (immigrati, profughi, fuggitivi), la ragione per la quale non hanno di che pagare il viaggio, il perché della trasferta nella metropoli lombarda, il destino domiciliare di cui probabilmente sono all’affannosa ricerca? Quindi non giudico perché sono un semplice passeggero. Non rivesto cariche, non ho qualifiche pubbliche, non ho poteri sanzionatori e soprattutto non ho né mire né pretese giustizialiste.

A messa prima, olio su tela di Giovanni Segantini

Però un poco di amarezza mi pervade l’animo. Ho pagato la mia libera decisione di recarmi a Milano. Avrei avuto la possibilità economica di pagarla anche ai tre africani, non avrei fatto il delatore se avessi incrociato il controllore, avrei nonostante tutto augurato loro ogni fortuna avvenire.

Riposo all’ombra, olio su tela di Giovanni Segantini

Ma il bagno dovevano cedermelo perché anch’io in quel momento avevo una necessità umana, come presumibilmente ce l’avevano loro, anche se portata avanti furbescamente. Non avendomela riconosciuta, mi hanno declassato da uomo. Così l’amarezza mi è toccato portarmela dietro. I colori di Giovanni Segantini mi hanno poi riaperto il sereno. Anche a questo, in fondo, servono le mostre. Piacenza, che ne è un po’ arida, non se lo scordi!
Alessandro Prandi

Ragazza che fa la calza, olio su tela di Giovanni Segantini

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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