“Via Ripetta 155”, romanzo di Clara Sereni, Giunti editore

Ed eccolo, il libro letteralmente ‘divorato’ con il fascino per l’esperienza vissuta da una ‘compagna’ del ’68 e la rabbia interiore nei confronti di giovani sostanzialmente d’origine borghese che ancora oggi sono accreditati per aver voluto cambiare il mondo e che, invece, del mondo hanno cambiato ben poco. Davvero essere compagni significava abitare in caseggiati decadenti del centro di Roma e vivere come in una comune? Gente passante, senza lasciare traccia di sè. Quante illusioni, quante speranze (andate poi deluse) hanno trasmesso questi figli del ’68 a noi ‘nipotini’ arrivati solo qualche anno dopo? Chiusi in piccole cellule marginali (Servire il popolo, Avanguardia Operaia), incapaci di cambiare realmente il mondo, protagonisti di una rivoluzione senza denti, rinchiusi in recinti lontani dal popolo, accerchiati dal rischio del colpo di stato e dai fascisti armati che sparavano in Università. Clara Sereni, figlia di un deputato del P.C.I., sicuramente lontanissima dalla condizione operaia, finisce con l’essere letteralmente ‘scavalcata’ quando ad entrare sulla scena sono i figli veri del popolo, i figli della classe operaia, quelli ai quali proprio lei ha aperto le porte delle Università affermando il diritto allo studio. Si troverà incapace di comprendere il femminismo prima e subito dopo la scelta della lotta dura, quella armata, quella dei ragazzi del ’77. La ribellione del ’68 così rientra nei ranghi, in una vita ordinata, l’appartamento di via Ripetta con i mobili raccogliticci e il tetto che fa acqua, resta un ricordo alle spalle, travolto da una nuova rabbia che caccia Lama dall’Università mentre spuntano le P38 e si spara. Un libro testimonianza, ricordi e riflessioni inevitabili per chi legge ritornando a quell’epoca, dalla seconda metà degli anni ’60 fino a quel ’78 quando venne rapito ed ucciso Aldo Moro, chiudendo per sempre una stagione di troppi sogni e troppe illusioni. 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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