“Verrà un giorno”, lirica di Jorge Carrera Andrade (1902 -1978), poeta ecuadoriano, proposta quando il governo Draghi si accinge ad inviare altre armi in Ucraina nel nome della guerra

La guerra si sconfigge con la pace non con le armi

Verrà un giorno più puro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo.
Una luce nuova
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno per le strade
ormai liberi dalla morte menzognera.
Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo apparterrà alle fonti
e alle spighe che imporranno il loro impero
di abbondanza e freschezza senza frontiere.

LA PACE NON SI FA INVIANDO ARMI IN UCRAINA

L’Italia anche ha deciso, come mai prima d’ora, di fornire non solo “armi non letali”, ma anche “armi letali” all’esercito ucraino. Si tratta di missili Stinger antiaerei, missili Spike controcarro, mitragliatrici Browning, mitragliatrici Mg, munizioni. Il decreto del governo è stato approvato e la novità riguarda proprio il rapporto diretto con Kiev. Gli armamenti sono stati ceduti “alle autorità governative ucraine”, come è specificato nel provvedimento. La Nato invece si occupa della consegna logistica.

Entro fine mese oltre 4mila soldati italiani saranno in Ungheria e Romania, nell’ambito del dispiegamento di forze Nato sul fronte dell’Est, così come il materiale bellico. Una scelta fatta con il via libera dell’Unione Europea e dopo i colloqui del premier Draghi con il presidente Zelensky, che ha visto l’Italia ad essere tra i primi Stati Ue a chiudere lo spazio aereo alla Russia.

Decisioni prese dal Consiglio dei ministri su preventiva autorizzazione del Parlamento quando forse si pensava ad un esaurimento in breve tempo della guerra. sono invece passati mesi e la Russia ha raggiunto buona parte dei suoi obiettivi occupando i territori come richiesto dalle costituite Repubbliche russofone indipendentiste contrarie al governo Zelensky. Certo l’arrivo di armi ha consentito all’esercito ucraino di non soccombere ma, ad ormai mesi di distanza, la guerra prosegue, ogni canale di trattativa è chiuso e intanto il popolo ucraino muore oppure vive in un paese ormai distrutto con interi villaggi rasi al suolo, senza luce, senza gas. Ancora una volta confermando che LA PACE NON SI FA INVIANDO ARMI!

Ma il Presidente Draghi, a pochi giorni dalle elezioni e dal superamento del suo governo, cosa fa? Lavora ad un nuovo decreto che definisce l’invio di altre armi.

Così i versi di Jorge Carrera Andrade rischiano di restare un sogno e tuttavia attenzione: tra pochi giorni possiamo mandare a casa il governo Draghi e quanti su questo tema lo sostengono, da Enrico Letta a Giorgia Meloni in testa: BASTA INVIO DI ARMI, LAVORIAMO PER LA PACE.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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