“Una maschera nera e bianca”, lirica (ritrovata) di Claudio Arzani

Il nero è ordine
un mare piatto che si specchia nel cielo
ingrigito dal tempo,
le note d'una tromba lontana

tranquillità,
suona il silenzio oltre calle,
si spengono le luci
il mondo sospende

silenzio, pace
di un giardino immobile all'ombra di un tempio
placido guardiano dell'eterno,
una Madonna prega all'ombra di un archetto

e oltre il nero
ancora nero

nero di un giorno che segue
ad un altro giorno
a mille altri giorni.
Mare piatto, immoto

nero
di un arcobaleno
che ha dimenticato ciò che non ricorda
e così in un lineare infinito proiettato
all'orizzonte lontano.

La mezza luna nera
è un unico indistinto nel buio del cielo
ma un passo segue un passo
la metà bianca della luna bussola illuminante

il bianco è un petalo portato dal vento,
chiude gli occhi per ascoltare
liberi pensieri, brividi ed emozioni
portate dalla voce del cantante della balera.

Sono nere le nostre ordinate catene,
funi quotidiane delimitano la strada,
percorsi stabiliti, strisce d'asfalto 
lanciate verso mete definite

ma l'altra metà del tuo viso riflette di luce,
è vita, è Carnevale, un istante,
un giro di valzer in piazza San Marco 
tra i ruggiti dei leoni alati.

Un flutto si frange contro la chiglia 
della gondola nera,
si dispende in mille gocce bianche,
i tuoi profumi, ed è luce.