Una condanna a 13 anni per la celebrità: Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, a Piacenza, quasi ringrazia il magistrato inclemente e conferma, “l’umanità non è reato!”

Domenico Lucano a Piacenza: condannato a 13 anni di reclusione colpevole di senso di umanità

La giustizia, si sa, talvolta riesce a stupirci. Assoluzioni imprevedibili, tempi lunghi dei processi fino ad arrivare alla prescrizione del reato. Nel caso di Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, l’esatto contrario: una condanna pesante, senza nessuna attenuante per una serie quasi infinita di reati: 13 anni e due mesi di reclusione.

Colpevole di umanità! Reo confesso per assistenza e accoglienza immigrati e profughi.

L’ex sindaco, intervenuto nei giorni scorsi alla Camera del Lavoro di via XXIV Maggio, era accusato di essere il promotore di un’associazione a delinquere che aveva lo scopo di commettere “un numero indeterminato di delitti (contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio), così orientando l’esercizio della funzione pubblica con lo scopo di ottenere consenso elettorale. Lucano era sotto processo anche per abuso d’ufficio, truffa, falsità ideologica, turbativa d’asta, peculato e malversazione a danno dello Stato. Mancava la costituzione di banda armata ma il castello accusatorio era decisamente abnorme. Non a caso il pm Michele Permunian ha chiesto 7 anni e 11 mesi di pena specificando che la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano dunque avrebbe fatto tutto per un tornaconto politico-elettorale.

Il Tribunale di Locri, presieduto dal giudice Fulvio Accursio, ha ritenuto Lucano responsabile di quasi tutti i reati contestati e lo ha condannato (in primo grado) addirittura a 13 anni di reclusione oltre ad una pena pecuniaria pari a 750mila euro.

Si tratta dello stesso Domenico Lucano che a Dresda ha ricevuto il premio alla pace per la sua attività a favore dei profughi, la stessa attività per cui in Italia è stato condannato! Il premio per la pace viene assegnato ogni anno dal 2010 a Dresda in occasione dell’anniversario della distruzione della città tedesca provocata da bombardamenti alleati avvenuti tra il 13 e il 15 febbraio del 1945. Difficile capire come sia possibile far coincidere un riconoscimento del quale si è parlato a livello internazionale con una condanna che lascia non solo amareggiato Mimmo ma sconcertati. Salvo pensare che, come ha detto nel suo intervento lo stesso Domenico, il giudice abbia voluto rendere eclatante la situazione, far riflettere l’Italia intera: “se fossi stato assolto oppure con una condanna minimale, magari amministrativa, nessuno ne avrebbe parlato, nessuno avrebbe dato spazio, ascoltato un ex-Sindaco impegnato nell’accoglienza dei profughi e nel rilancio della sua piccola realtà votata allo spopolamento” (Riace vanta a malapena 500 residenti). In altre parole sarebbe prevalsa la tendenza di quel tale che, tra un mojitoto e l’altro, risponde al problema dell’immigrazione negando alle persone l’approdo nei porti italiani.

Lucano, che a febbraio in Germania è stato insignito del Dresden Peace Prize, ha ricordato di essersi occupato del problema immigrati inizialmente come volontario su invito di monsignor Giancarlo Bregantini e di come, da Sindaco, nel 2008 ricevette pressioni dal ministero degli interni per accogliere più immigrati possibili “perché Maroni non li gradiva al Nord“. Così vennero accolte 500 persone nel piccolo paesello della Locride mentre Milano ne accolse venti.

In evidenza il saluto di Gianluca Zilocchi, segretario della Camera del Lavoro che ha ospitato l’iniziativa promossa da Rete Solidale Piacenza: Gianluca ha ricordato che Mimmo viene da una terra splendida dove però la malavita domina, dove si parla di lotta civile contro la mafia e per il diritto alla terra ricordando la strage di Melissa del 29 ottobre 1949 quando la polizia del ministro Scelba sparò sui contadini ad altezza d’uomo uccidendo tre manifestanti e ferendone altri che semplicemente rivendicavano terre incolte in parte abusivamente occupate dal barone Luigi Berlingieri. “Inaccettabile dunque che un uomo come Mimmo venga accostato alla mafia e alla malavita organizzata: stiamo parlando del dna esattamente opposto“. Il segretario della C.G.I.L. piacentina, di fatto replicando alle polemiche sollevata dal centrodestra contro l’iniziativa, ha concluso ribadendo “la nostra vicinanza con Mimmo”, e lo ha invitato a tornare per festeggiare la conclusione dalla vicenda giudiziaria in atto naturalmente auspicando il lieto fine nelle successive fasi del giudizio. Infine Gianluca, a nome della C.G.I.L. tutta, ha omaggiato Lucano con una copia del libro realizzato in occasione dei 130 anni dalla nascita della Camera del Lavoro piacentina, la prima in Italia: “la lettura gli farà compagnia durante il viaggio di ritorno nella sua splendida terra di Calabria, esempio di umanità, accoglienza, integrazione”.

L’intervento di Gianluca Zilocchi, segretario della Camera del Lavoro

A conclusione della giornata, infine, era a disposizione una scatola dove tutti hanno potuto contribuire alla raccolta di fondi di solidarietà per aiutare Mimmo a sostenere l’eventuale conferma della sanzione pecuniaria di 750mila euro. Alla fine superati i 1100 euro che si aggiungono alle migliaia di contribuiti finora versati, provenienti da tutta Italia e dall’estero – da quelli di 2 o 3 euro, fino a quelli più rilevanti – che hanno già permesso di arrivare a una somma complessiva di circa 300.000 euro. Osservando che qualora i successivi gradi di giudizio riducano o annullino la pena pecuniaria, la somma raccolta verrà destinata a progetti di accoglienza per migranti e richiedenti asilo in quello stesso territorio calabrese.

È possibile continuare a sostenere l’iniziativa donando attraverso il sito di Produzioni dal basso:
L’abuso di umanità non è reato. Dona per Mimmo Lucano” (clicca per contribuire)

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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