“Un mattino d’ottobre”, noir di Gianni Simoni, TEA editore, 2011

Mattina presto, ora d’andare al lavoro magari un poco di fretta, pestando leggermente ma con decisione l’acceleratore tanto la strada sembra bella libera. Sembra, ma ecco spuntare la BMW dell’ingegner Rava (che guarda caso sta rispondendo al cellulare) e per Giorgio Anselmi, autotrasportatore, l’impatto è inevitabile. L’auto carambola, sale sul marciapiede, scende, risale, finalmente sbatte contro una pianta e si ferma. Rava aveva slacciato la cintura, ha battuto la testa contro il parabrezza, è chinato, privo di coscienza. Ma non basta. Un piccolo fagotto giallo è a terra. Si chiamava Giulia, quattro anni ancora da compiere, figlia di un noto avvocato e di una stimata pneumologa, col suo vestitino giallo. Arriva correndo, urlando, Santina, la baby-sitter che, persa in chiacchiere con Sandro, non l’aveva vista allontanarsi, rincorrere un’anatra. L’ingegner Rava viene ricoverato, in coma e, due settimane dopo, un infermiere lo trova nel letto con due pallottole in corpo, ovviamente morto. Ma non solo: passa il tempo e nella Brescia di quel fine anno il commissario Miceli si trova a dover fare i conti con una vera e propria catena di delitti, tutti caratterizzati da due colpi sparati con una calibro 22. Santina Vergottini, la baby-sitter, Letizia Strambi, pneumologa, madre di Giulia, e altri ancora. In breve tempo tanti omicidi, apparentemente scollegati tra loro, da superare la “consueta” media annuale della città lombarda. Un bel guazzabuglio per il commissrio Miceli e per la sua squadra alla quale si aggiunge la collaborazione dell’ex giudice Carlo Petri, da tempo tranquillo pensionato a casa con la moglie Anna. Figura nella quale potremmo riconoscere il Simoni scrittore, a sua volta ex magistrato che come giudice istruttore ha condotto indagini contro la criminalità organizzata. Un’esperienza di vita che gli permette una profonda conoscenza delle dinamiche di lavoro della Polizia, delle modalità per condurre interrogatori dei possibili testimoni, dei colpi di fortuna che aiutano a piccoli passi avanti anche quando la soluzione sembra lontana o impossibile, della necessità di conoscere le verità che spesso si nascondono dietro a vite che scorrono apparentemente in modo del tutto lineare. Ed è grazie a questo patrimonio di conoscenze ed esperienze personali che rendono il noir di Simoni appassionante, intrigante, da leggere d’un sol fiato nonostante le quasi 300 pagine.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.