“Un caso”, di Zuzanna Ginczanka (segnalazione in fb di Vittorio Melandri)

Il fatto è che abito negli agi:
cinque stanze e via dicendo,
che mai saprò cosa sia aver fame,
cosa sia aver freddo (la notte col sole sorge);
il fatto è che accanto al caminetto
ci sono attimi frementi di avemaria,
che il mio sforzo si scioglie nel riposo
come miele nella bocca (la notte sorge col sole).
Io
ho sedici anni.
Mi ha scolpito il corpo l’armonia,
mi ha scolpito i lineamenti l’orgoglio.
Si può conquistare l’amore come il mondo
in trasognamenti, in dolci meditazioni
e in meli che fioriscono in primavera
quando un fiore cade
dopo l’altro.

Diranno forse le statistiche:
come una linea di confine
con il marciapiede di legno
un vicolo ha separato
me
e
lei?

Lei
ha sedici anni.
Le ha deturpato il corpo la gonorrea,
le ha sfigurato i lineamenti
la sifilide.
Non so nemmeno come sia il suo mondo
(immersa in dolci meditazioni
e in meli che fioriscono in primavera,
quando un fiore cade
dopo l’altro)
So soltanto che ha già avuto un bambino,
che un carro le ha tranciato quattro dita,
che ha una tradizione nobile e antica:
come la madre e la nonna anche lei è
una puttana

Il fatto è questo: (il giorno col sole cala)
bisogna saziare lo stomaco ogni giorno
quando come l’esile stelo di un giglio
dal dolore si contorce il duodeno;
il fatto è questo: (il giorno cala col sole)
bisogna trovare i soldi per la legna
quando come un fiore di lillà
al gelo il piede diventa duro e viola.

Quando ci incrociamo nel vicolo,
in realtà non c’è più alcuna differenza:
ci incrociamo con lo stesso passo,
ci incrociamo con lo stesso sguardo
e uguale è la vergogna che ci fa arrossire
due sconosciute sedicenni,
lei
e
me,
per caso.
Lo sguardo fugge sul marciapiede
e zoppicando lo insegue la coincidenza:
io sono nata su questo lato,
lei invece sull’altro lato
del vicolo.

29 gennaio 1934 (Zuzanna Ginczanka)

Nacque a Kiev il 9 marzo 1917. Il suo vero nome era Sara Polina Gincburg. E’ considerata una delle più geniali poetesse del ventennio tra le due guerre. Debuttò nel 1931 a 14 anni con la poesia Il banchetto delle vacanze, pubblicata nella rivista della sua scuola. In casa si parlava russo, ma lei imparò la lingua polacca come autodidatta. Dal 1936 collaborò col settimanale satirico Spilli, dove pubblicava le pungenti satire contro il crescente antisemitismo e contro il fascismo. Nello stesso anno uscì la sua unica raccolta di poesie I centauri. Trascorse i primi anni della guerra a Lwów, dove lavorò come contabile e dove sposò il critico d’arte Michał Weinzieher. Nel 1942 una certa Chominowa, proprietaria dell’edificio dove la poetessa abitava, la segnalò come ebrea alla polizia tedesca. Fortunatamente riuscì a fuggire e si rifugiò a Cracovia, ma nell’autunno o nell’inverno del 1944 qualcuno informò la polizia che una sua vicina di casa aveva un aspetto decisamente ebreo. Fu arrestata dalla gestapo. Pensò di finire ad Auschwitz, ma venne fucilata nel cortile della prigione dove era rinchiusa, soltanto qualche settimana prima dell’arrivo dell’Armata Rossa a Cracovia. Aveva appena 27 anni.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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