Treno Locale 11420, ferma in tutte le stazioni: un mio racconto premiato a Monterotondo (Roma) con la pubblicazione

Nel sottopasso della stazione di Monterotondo a 40 km da Roma, per uan qualità della vita 'a misura d'uomo': ora e sempre resistenza contro il mondo tecnocratico al servizio della business class, NO TAV

L’invito era ghiotto: un racconto ispirato da un viaggio in treno con in palio la pubblicazione in una raccolta dal titolo significativo, “In carrozza”.
 
L’occasione per ricordare il Locale 11420, una vecchia littorina che, ancora nei primi anni ’90, solcava la pianura padana da Bologna a Piacenza fermando in tutte le stazioncine, un po’ come il camion del latte che passava di fattoria in fattoria nelle campagne di una volta.

 
Era infatti un’Italia con gli italiani che erano contadini, operai, muratori, manovali ed il treno era al servizio di una vita che oggi potremmo definire a scartamento ridotto.
 
Lontani ricordi, ormai”, mi viene da commentare con un pizzico di nostalgia per quei treni e quell’Italia che già sono stati protagonisti di due mie raccolte personali in prosa e in versi ispirate proprio dal tema ferroviario, simbolo del viaggio nel percorso della vita. “Oggi i treni non sono più lenti Locali o Diretti sui quali viaggiavano lavoratori e studenti. Si chiamano Regionali Veloci, InterCity, Frecce dai variegati colori: seguono i ritmi di una vita che non lascia spazio anche al movimento lento, alla riflessione, alla serena contemplazione di un paesaggio”.
 
Il treno insomma diventa “una riflessione sul modello di vita che vogliamo: rimpianto di un passato quasi bucolico ma decisamente a misura d’uomo o proiezione verso un futuro nel quale l’uomo rincorre e segue i ritmi sfrenati della tecnologia?”.
 
Il protagonista del racconto vive questo dilemma e viaggia alla ricerca del punto d’equilibrio che comunque salvaguardi l’elemento umano rispetto all’esclusivo prevalere della tecnica.
 
Insomma, un racconto omaggio ad un treno e ad un’Italia che non sono più, premiato dalla casa editrice Montegrappa Edizioni di Roma Monterotondo con la pubblicazione in un volume nella collana ‘Les Cahiers du Troskij Cafè’.
 
Perché Troskij? Risponde la casa editrice: se l’arte e la letteratura sono rivoluzionari chi meglio di Troskij, rivoluzionario di professione, può incarnare il ruolo dell’arte? Ed è per questo, mi permetto d’osservare, “che la pubblicazione della ‘mia’ vecchia littorina, treno Locale di tempi andati ormai dimenticato, mi riempie di soddisfazione, come auspicio di una società che sappia appunto trovare un giusto equilibrio tra radici e futuro, tra dimensione umana e un mondo asservito alla tecnologia, tra i più lenti ma doverosamente decorosi convogli posti al servizio di chi lavora e sfreccianti Frecce lanciate all’alta velocità richiesta dai bisogni della tecnocratica business class”.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “Treno Locale 11420, ferma in tutte le stazioni: un mio racconto premiato a Monterotondo (Roma) con la pubblicazione”

  1. Congratulazioni: ma c’era da dubitarne? Certo che i treni ti portano fortuna 😉

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