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[ “Idillio”, di Tamara de Lempicka, barcadecaronte.blogspot.com/
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Belle riflessioni, che mi hanno fatto pensare ( non succedeva da un po’ eh eh)
In particolare, mi ha fatto riflettere l’affermazione di D’Elia:
“La poesia e’ un discorso vissuto al contrario rispetto al vissuto ordinario che e’ parlato”
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Allora: che sia diversa dal narrato e’ certo. Pero’ alle volte c’e’ una narrazione, vedi La Divina Commedia, che e’ innegabilmente poesia.
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“Un discorso vissuto al contrario rispetto al vissuto ordinario” – il linguaggio poetico sintetizza, estrae, coagula, cristallizza delle sensazioni e dei sentimenti, che invece nel vissuto ordinato sono narrati cronologicamente e infarciti di considerazioni.
Ma “il contrario” non mi sembra il termine giusto.
Vorrei che spiegasse che cosa intende per contrario.
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Mi e’ piaciuto, di non ricordo chi,
“Parlare dell’Olocausto o della foglia che cade, il problema e’ come si scrive“.
Sono pienamente d’accordo, e questo vale secondo me anche per i racconti.
Non ci si dovrebbe preoccupare del fatto che un tema sia stato gia’ trattato, perche’ ognuno puo’ offrire la sua visione personale, l’importante e’ scrivere considerazioni interessanti e saper creare un buon intreccio e tutto il resto.
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Poi mi e’ piaciuto “L’abitudine all’orrore…fa perdere la capacita’ di stupore” .
Finche’ ci si stupisce, si puo’ reagire, ma se ci si abitua all’orrore, e’ finita davvero.
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Piano piano mi voglio rileggere tutti gli interventi. Grazie Arzy.
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Dot
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[ “Pioggia a Venezia”, di Tamara de Lempicka, barcadecaronte.blogspot.com/
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