Sogni dautore: incontro con Cinzia, neri corvini capelli e per una sera anche le rose si fan nere

Sul far della sera, nel bel mezzo del freddo dicembre, i nostri occhi si sono incontrati. Oh, Cinzia dai neri capelli corvini, sono tortuose le strade della poesia. Al bar Sole e Luna, dove da tempo talvolta dal lavor tornando mi fermo a sorseggiare ora un italico chinotto, ora più raramente un Monterosso Val d’Arda, buon calice di bianco vin fermo, la giovane proprietaria barista da qualche giorno mancava al servizio e dietro al banco serviva Cinzia, forse trentanni, dai neri capelli corvini.

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Penso sia successo al secondo giorno di mio passaggio, quando per caso i miei occhi hanno incrociato i suoi e non ho potuto evitare di esprimere ammirazione per i suoi neri corvini capelli, così, con una parola che tira l’altra, scoprire che sostituiva la giovane titolare barista che, da pochi giorni, aveva visto morire per infarto il giovane convivente, 34 anni e una sorte che poteva essere legittimamente sperata migliore.

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Son dono della mia mamma sarda”, mi ha confidato Cinzia magari chissà con una punta di femminile civetteria; “forse proprio per loro son tanti che mi chiedono d’uscire”. Buon per chi arrapato ci prova, io no, mi sentirei nella parte abusata e in fondo banale del maturo cinquantenne che si fila la ragazzina. Pensiero fuggente, accompagnato da un sorriso indulgente per le mie ormai quasi senili tentazioni.

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Il mio fidanzato è di grande gelosia eppoi io lavoro, dalle 16 alle 20 a quell’altro bar poco più avanti passata la piazza, e poi spesso organizzo serate e incontri di festa dove arriva tanta bella gente”.

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Altolà, ferma lì. Io ho a disposizione, per le mie poetiche rap-presentazioni, il castello di San Pietro in Cerro verso Cremona ma mi manca il pubblico, avendo ormai abusato ed esaurito il mio pubblico abituale con il primo libro poetico pargol del cor, E’ severamente proibito servirsi della toilette durante le fermate in stazione.

Tu, Cinzia bella, neri corvini capelli, il pubblico nuovo che allarga gli orizzonti miei forse ce l’hai: non saremo certo (per mia sventura) amanti, potremmo diventare collaboranti dell’ennesima poetica impresa.

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Così, dopo qualche giorno, ovvero giovedì scorso, quando al bar Sole e Luna era tornata la titolare, alle 19 sono passato nell’altro bar, quello vicino a dove prima, quattranni fa,  abitavo, quello ormai da allora ignorato anche per la difficoltà di parcheggiare. Un paio d’amici ritrovati, ma nessuna traccia dietro al bancone della giovane e bella Cinzia. Poi, di nuovo, a tentar l’impatto venerdi ed eccola in procinto d’abbassar la serranda con ampio anticipo per carenza di clientela.

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Dobbiamo conoscerci. Artisticamente parlando, sia chiaro. Ma si potrebbe tentare, ci potrei provare. “Provaci ancora, Claudio“, aveva dichiarato pubblicamente Stefania ad una rap-presentazione. Provaci ancora. A poetar, sia chiaro e tener ferme le mani, anzi in tasca. Certo il suo lavoro bisogna remunerare, fanno 200 sacchi a prescindere dal risultato ed eppur tentar non nuoce. Musica di Francesco, recita di Tiziana, poesie che sono poi le mie, la consueta critica letteraria di Fausto e, aggiunta nuova, i quadri d’una amica sua.

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Chi vivrà vedrà e intanto le ho lasciato il libro pargol del cor. Naturalmente, siccome nessuna collaborazione per essere seria può essere senza aggravio di spese, anche Cinzia ha pagato. Con quel che aveva nel portafoglio, 5 euro, il costo di stampa puro rispetto al prezzo consueto di 10.

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Ma non è la cifra che conta, quel che conta è l’incontro ed è il valor simbolico dello scambio d’arte e collaborazione d’affari. Così, dopo la serata a Mortizza, alla festa della “Cosa rossa“, una nuova rap-presentazione si profila all’orizzonte. Quando meno te l’aspetti, una nuova opportunità si profila all’orizzonte. Quando meno te l’aspetti, un angelo fa capolino e appare nella vita del poeta. Sarà Cinzia neri corvini capelli quell’angelo? Chi vivrà vedrà, se sarà sera e se son rose, con buona pace di Gigliola Cinguetti,  magari per una volta diventeran nere.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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