“Senza via di scampo”, romanzo di Georges Simenon, Adelphi editore, 2008

Un romanzo scritto nel 1936 nel quale veniamo a contatto con un’umanità avvolta nel piacere della ricchezza ma profondamente infelice, sporca, dolorosa e incattivita. Siamo in Costa azzurra dove vive Jeanne Papelier, anziana e annoiata ricca padrona di villa Mimosas e di Elektra, lo yacht ancorato giù nel porticciolo di Golfe-Juan. Nell’imbarcazione vivono due russi bianchi, Vladimir e Blinis, marinai, tuttofare il secondo e, per quanto al primo, domestico e compagno di eccessi di Jeanne: si ubriacano, bevono, piangono, finiscono a letto per consumare rapporti sessuali senza amore. Due mascalzoni infelici, intrisi di amarezza e di cinismo, e una pletora di scrocconi che frequentano o vivono nella villa. Così, vetrina di un mondo basato sull’apparenza, sulla noia, sull’infelicità, si trascina il romanzo fino all’arrivo di Hélène, giovane e bella figlia della Papelier, una che non ha nulla a che fare né con quella ricchezza né con quell’abiezione. Legge, si cucina qualcosa su un fornelletto, parla volentieri col giovane Blinis, ingenuo, trasparente, sognatore. Giocano a carte, cucinano e mangiano insieme. A questo punto la storia cambia e proprio Blinis ne diventa la vittima: Vladimir, con il quale ha diviso l’esilio e la miseria prima che trovassero la gallina dalle uova d’oro, costruisce quella trappola che inevitabilmente porta Jeanne a cacciare il giovane, allontanandolo da Hélène e lasciando spazio al desiderio e al sentimento che Vladimir sente per la ragazza. Ma si tratta di sogni senza speranze, in realtà la giovane come non sopporta la madre, ancor meno tollera il russo e vive rinchiusa nella sua cabina sullo yacht, lontano da tutto e da tutta quella pletora di vanesi e annoiati parassiti che vivono succhiando alla vecchia Papelier le ultime sostanze. In realtà sono ben altri i problemi di Hélène e, quando Vladimir ne viene a conoscenza, tutto cambia, quella vita di dissolutezza, di apparente felicità basata sul nulla, non può proseguire. A farne le spese proprio Jeanne che freddamente, come una liberazione, viene strangolata dal russo. Inizia così la fuga e l’ultima parte del romanzo che diventa avvincente, a tratti commovente. Fino alla fine, quasi un momento di espiazione rispetto ad una vita fatta di dissoluzione fino al tradimento consumato dell’amico che ritroveremo in un dormitorio pubblico, ridotto alla fame e alla miseria, nella lontana Polonia.<br>

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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