Quando un amico ti sorprende e lascia senza parole il piccolo scrittorucolo di provincia

Il tutto, del tutto inaspettatamente, succede ieri sera. Pierluigi Scaglione, amico e vecchio compagno socialista prima nel P.S.I. poi nei Democratici di Sinistra, decide di mandarmi una fotografia, senza parole. Così, senza se e senza ma, per motivi non del tutto chiari, mi sorprende, mi lascia senza parole, sollecita le mie ambizioni di piccolo scrittorucolo di provincia. Ma come, ribatto, quello non é il mio ultimo libro, dove l’hai trovato (credevo fosse ormai esaurito o comunque introvabile nelle librerie). Poi rifletto: “Il soffio del vento” risale al 2016, era il sesto dei miei libri, può averlo preso chissà dove, chissà quando per poi lasciarlo sul comodino in attesa di tempi migliori. Così come era stato con Claudio di Castel San Giovanni, altro compagno ormai perso di vista: era il 2004 e comprò il mio primo “libro poetico pargol del cuor” (era il secondo libro pubblicato, dedicato alla poesia: “E’ severamente proibito servirsi della toilette durante le fermate in stazione”). Un anno dopo l’ho incontrato e Claudio confessò con enfasi di averlo ancora sul comodino. In attesa di essere letto. E lo disse con orgoglio, un vanto – a suo intento – per questo piccolo scrittorucolo di provincia. Vabbè, così sarà. Pierluigi no. Interrogato sempre via messenger, ha confermato d’averlo acquistato nella stessa mattinata in una delle principali librerie della città (la Postumia) e d’essere in procinto d’iniziarne immantinente la lettura. Così iersera il piccolo scrittorucolo di provincia, in procinto d’organizzare per il 28 ottobre una ennesima presentazione del suo ultimo libro (l’ottavo, “Nelle fauci degl’Agnelli”) a Gragnano Trebbiense, gratificato ed emozionato s’é accinto al goder del sonno del giusto. Con un grazie commosso all’amico acquirente e lettore d’un racconto che forse è quello che più ancora scalda il cuore dello scrittore, il racconto che ricorda quel 1° maggio 1986, quando la nube radioattiva sfuggita a Chernobyl arrivava sulla pianura padana, nelle verdi campagne dove ancora sorge la centrale nucleare di Caorso e, subito dopo, venne dichiarato il divieto di vendita del latte fresco e delle verdure cresciute nei campi considerati tra i più fertili del BelPaese mentre tutti si arrovellavano per vuotare gli scaffali dei supermercati da prodotti in scatola a lunga conservazione. Insomma: l’immagine inviata da Pierluigi? Letteralmente una dolce fragola che ha reso lieta una serata d’autunno, una fragola che immantinente ho condiviso sempre via messenger con Daniela, rappresentante della Pontegobbo edizioni che nel libro aveva ed ha creduto. A proposito, un inciso finale: avevo conosciuto Pierluigi come giovane tipografo alle Grafiche Lama, la tipografia scelta dal responsabile economico (Domenico Barbieri) di quel P.S.I. piacentino orientato a sinistra, per la stampa del periodico “L’Opinione Socialista”. Insomma, praticamente un ritrovo di famiglia, tra vecchi amici di scrittura e di letture comuni. Quindi, grazie Pierluigi, mi hai regalato un sorriso compiaciuto.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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