“Ponte e ospedale da leggenda metropolitana ed è meglio restino tali”, una lettera a Libertà del 30 ottobre di Giuseppe Rai, piacentino

Il ponte sullo stretto realizzato anni fa dal miliardario Rockerdur sottraendo l’idea al magnate Paperon de’ Paperoni. Pubblicato dalla rivista a fumetti Topolino recentemente sbandierata da Salvini, quel ponte crollò misermante nel breve volgere di alcune vignette

(Ndr) Si pubblica la lettera inviata dal signor Giuseppe Rai residente a Gossolengo e pubblicata dal direttore del quotidiano Libertà nell’edizione del 30 ottobre, contrapponendola alla recente posizione espressa dai Comitati Consultivi Misti dei tre distretti aziendali (Ponente, città di Piacenza, Levante) che, invece, hanno affermato che “la costruzione del nuovo ospedale non è più rinviabile per mantenere la sanità del territorio piacentino competitiva con le città limitrofe”. Inevitabile qualche perplessità: ricostituiti qualche mese fa presumibilmente con atto della Direzione ASL sempre presumibilmente sentite le associazioni di volontariato presenti nel territorio (tutte? quali?) dopo un lungo periodo di silenzio e di assenza dal dibattito in corso, all’unanimità ovvero guarda curioso caso sulla falsariga del pensiero unico che sembra già caratterizzare i rappresentanti della politica in Consiglio Comunale, la Direzione Ausl ovviamente sostenuta dai Direttori Medici responsabili di Dipartimento con tempestivi appositi comunicati stampa ed ora last but not least (ultimi ma non meno importanti) i Comitati Consultivi Misti di recentissima ricomposizione . Lo stesso pensiero unico al quale appunto anche i tre Comitati neoricostituiti hanno ritenuto prontamente allinearsi. Il pensiero dal quale invece prende le distanze il signor Rai che solleva l’eccezione del dubbio.

I tunnel igienizzanti collocati nei corridoi interni del Polichirurgico piacentino

PONTE E OSPEDALE DA LEGGENDA METROPOLITANA ED E’ MEGLIO RESTINO TALI: la lettera del signor Giuseppe Rai inviata al Direttore del Quotidiano locale Libertà

Egregio direttore, ospedale di Messina o ponte di Piacenza? O forse mi sbaglio io; la “leggenda metropolitana” narrava infatti che si volesse costruire un ponte sullo Stretto di Messina e un nuovo ospedale a Piacenza, ma forse si tratta soltanto di leggende metropolitane, appunto.

A oggi, infatti, di queste due opere fantasma, quanto inutili, non c’è traccia nella realtà. Dico inutili, ma forse mi sbaglio anche qui, perché per qualcuno sono due opere “utilissime”, ossia utilissime per quei costruttori che sicuramente si riempiranno le tasche con i soldi pubblici, però sicuramente inutili per i cittadini italiani, siciliani e piacentini nella fattispecie. Perché? Perché costruire un moderno ponte per collegare l’isola al continente, quando la realtà dei trasporti siciliani è rimasta quella del secolo scorso, e avrebbe piuttosto bisogno di sostanziali interventi di adeguamento che però non vengono fatti, è davvero come buttare i soldi dei cittadini nell’ennesima “cattedrale nel deserto”.

Lo stesso dicasi per il nuovo ospedale di Piacenza, altra opera inutile visto che il vero problema della sanità piacentina (ma non solo di quella piacentina) non sono le strutture, che già ci sono, bensì la carenza di risorse e personale, falcidiati dai tagli lineari alla sanità e anche dal destinare i pochi fondi rimasti alle politiche vaccinali. Le attese interminabili al Pronto Soccorso non sono certo dovute all’inadeguatezza delle attuali strutture. Questo i piacentini che hanno avuto la sfortuna di doversene servire lo sanno fin troppo bene.

Allora meglio, molto meglio, se i progetti del ponte e dell’ospedale rimangono delle “leggende metropolitane” partorite dalla fantasia di qualche politico, piuttosto che trasformarsi nelle ennesime dispotiche realtà italiane.

Né Area 5, né area 6, ospedale Guglielmo da Saliceto piaci dove sei

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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